Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Una madre è decisa a trovare l'assassino della figlia.

TITOLO ORIGINALE: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
GENERE: Drammatico

ANNO: 2017
REGIA: Martin McDonagh
CAST: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, Lucas Hedges.
PAESE: USA
DURATA: 115 Min
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox.

TRAMA:  Una signora commissiona a un’agenzia pubblicitaria la locazione di tre cartelloni stradali all’ingresso della cittadina di Ebbing, Missouri. I tre messaggi sono indirizzati direttamente allo sceriffo del luogo: Mildred, madre di Angela – una ragazzina violentata e barbaramente uccisa – intende sollecitare la polizia ad indagare ancora sul delitto, convinta che l’assassino giri ancora in paese. 

È uno sguardo duro e profondo sull’America. Sull’America vera, non quella luccicante di Los Angeles, politica di Washington o ricca di New York, ma quella dura e reale della provincia americana, descritta in maniera esemplare, attraversata da una regressione economica e, di conseguenza, culturale: la violenza si sprigiona liberamente nel paese, vengono a galla i mai sopiti rancori tra razze e condizioni sociali differenti, ma anche all’interno degli stessi nuclei familiari la convivenza si basa su rapporti di forza che degenerano spesso in sopraffazione.

Efficace e incisivo come un pugno dello stomaco, il regista (McDonagh) ci guida per mano all’interno dei conflitti che attraversano il paese. Lo sguardo è duro e aggressivo, ma il regista è bravo a restituirci una poetica che spesso sorprende lo spettatore (nel clima cupo e desolante non sono rari i momenti brillanti e umoristici).
Ognuno combatte a suo modo una guerra: la polizia contro i neri e i gay, lo sceriffo contro un tumore, i genitori contro figli. A questa guerra non dichiarata si aggiunge la battaglia personale di Mildred (Frances McDormand), una mamma che reclama giustizia dopo aver perso la figlia, barbaramente violentata e uccisa da un omicida che gira ancora  a piede libero.

Mentre la polizia sembra intenta più che altro a sfogare i suo istinti razzisti e omofobi, Mildred acquista i tre cartelloni pubblicitari che si trovano sulla strada di ingresso al paese. Ogni cartellone è un atto di accusa durissimo alla polizia e soprattutto allo sceriffo, Willoughby. I cartelloni scuotono tutto il paese, innescando reazioni esasperate e violente, e fungono da detonatore a una situazione già esplosiva. L’intera cittadina di Ebbing sembra mossa da un carico di odio di uno verso l’altro, le relazioni si “induriscono” fino a sfociare in feroci contrapposizioni.

Quando tutto sembra andare verso una direzione, ecco che avviene la svolta. Ai personaggi vengono restituite dignità e umanità: lo sceriffo, ormai gravemente debilitato per il cancro, scrive lettere post-mortem che toccano le corde dell’anima ai protagonisti; il poliziotto violento e omofobo (inizialmente uno dei principali sospettati dell’omicidio) decide di aiutare Mildred nella sua ricerca, fornendo la pista che porta a uno stupratore residente in un altro Stato.

Ma il finale resta aperto. Non ci racconta la fine, perché a ben vedere il panorama di Ebbing è fatto della stessa durezza delle rocce delle montagne che lo circondano: ostile. Un film, duro, vero, da vedere.

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