Da giovedì 23 a sabato 25 maggio ore 21
di Carmen Di Marzo
con Francesca La Scala, Rosario Petix, Angelica Accarino
regia Carmen Di Marzo
musiche originali Alessandro Panatteri
Il Teatro di Alice
Intro: “Eclissi” è un atto unico incentrato sul rapporto intenso e totalizzante tra una madre e una figlia. Una madre che nonostante provenga da un contesto sociale precario e di dubbia moralità, cerca di offrire alla ragazza il miglior futuro possibile affrontando qualunque sacrificio. L’amore verso un figlio può spingere un genitore a compiere qualsiasi cosa? Una madre può mentire, se il suo amore è profondo e sincero? Una riflessione importante sul significato di famiglia e di appartenenza, concetti che travalicano i legami di sangue e che affondano le proprie radici nella scelta potente di amare.
Già prima della data spartiacque del 2020, annata infausta in cui diversi governi mondiali (quello italiano in primis) e alcune milionarie case farmaceutiche iniziarono a complottare non soltanto conto il mondo della cultura, contro l’esistenza stessa del teatro e del cinema, ma anche contro il vivere civile e la salute dei cittadini, avevamo cominciato a confrontarci con la drammaturgia intimista e complessa di Carmen Di Marzo. Spettacoli sempre molto carichi sul piano emotivo, molto ben recitati, molto raffinati nella costruzione dei personaggi e della loro dimensione interiore. Come Rosy d’Altavilla, ad esempio. Con Eclissi, lo spettacolo andato in scena nella seconda metà di maggio al Teatro Tor Bella Monaca, non abbiamo ritrovato in scena la stessa Carmen Di Marzo, bensì un trio di validissimi interpreti in grado di suggerire, attraverso le loro sofferte interazioni, tutta la complessità di quei rapporti famigliari sui quali certi errori compiuti in passato possono pesare come macigni per anni. Fino magari ad esplodere come ordigni nucleari, radendo al suolo sentimenti di affetto, stabilità, comprensione e fiducia reciproca.
Più in particolare, nell’intensa escalation drammaturgica di Eclissi, spetta al rapporto affettivo in crescente affanno tra una madre dai trascorsi movimentati (Francesca La Scala, come sempre bravissima) e una figlia alle prese con le difficoltà tipiche dell’adolescenza (la sorprendente Angelica Accarino) alternare in chiaroscuro quei rari momenti di forte riavvicinamento tra le due al sopraggiungere di crisi devastanti e per certi versi ineluttabili, in quanto dettate da scabrose verità troppo a lungo celate, taciute. L’umanità dei singoli personaggi, comprendente anche quella di un Rosario Petix apprezzabilmente misurato nel ruolo, tiene col fiato sospeso gli spettatori fino all’epilogo, rendendoli intimamente partecipi delle sconcertanti rivelazioni finali.
Coi momenti salienti della rappresentazione ben sottolineati, poi, sia da un accorto uso delle luci in scena, cui la regista/autrice Carmen Di Marzo ha dato evidentemente il giusto peso, sia dalla così vibrante grancassa emotiva esercitata, con un timbro anch’esso appropriato, dalle musiche di Alessandro Panatteri.