Galleria Nazionale Ungherese

Guardando in alto dal Ponte delle catene, si staglia verso il cielo un’enorme struttura stile neobarocco: è il Castello di Buda, un complesso di palazzi che ospita, tra questi, la Galleria Nazionale Ungherese.

Il castello fu costruito per la prima volta nel XIII secolo, dopo l’invasione mongola. Le prime strutture avevano uno stile gotico, tipico delle fortezze medievali.

Durante il regno di Mattia Corvino nel XV secolo, il castello subì importanti modifiche in stile rinascimentale, diventando uno dei più importanti centri culturali dell’Europa centrale.

Nel XVIII secolo, sotto l’Impero Asburgico, il castello fu ricostruito in stile barocco dopo essere stato gravemente danneggiato durante l’assedio ottomano. Questo è l’aspetto che ha caratterizzato gran parte dell’architettura attuale.

Dopo ulteriori distruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruito negli anni ’50 e ’60 del XX secolo in stile neobarocco, con alcune influenze moderniste. Le facciate furono restaurate seguendo il progetto originario, ma con alcuni interventi stilistici più sobri e funzionali.

Ed è proprio durante quest’ultimo periodo, precisamente nel 1957,che venne fondata la Galleria Nazionale Ungherese, spostatasi ufficialmente nel Castello di Buda nel 1959 ma aperta al pubblico solamente nel 1975.

Nonostante i cantieri presenti per i lavori che stanno effettuando in varie zone del Castello, dopo aver visto, alle 12, il cambio della guardia con la banda, non si può non entrare a visitare questa immensa galleria che racchiude una ricca tradizione artistica ungherese e copre un periodo che va dal Medioevo fino al XX secolo.

La Galleria si sviluppa su 4 piani e la disposizione delle sale segue un percorso cronologico che parte da opere medievali e rinascimentali, fino ad arrivare all’arte moderna.

Inoltre, se si vuole osservare il meraviglioso panorama della città di Budapest, si può salire sulla cupola.

All’interno si cammina tra sale spaziose che permettono ai visitatori di godersi le opere senza sentirsi affollati. Gli interni storici del castello creano un contesto suggestivo che esalta la bellezza delle opere esposte.

Tra le opere più preziose ci sono dipinti, sculture e opere d’arte applicata. Le opere più antiche includono pale d’altare gotiche e sculture medievali, mentre le sale dedicate al XIX e XX secolo mostrano capolavori del romanticismo, del realismo e dell’arte moderna ungherese.

Sono presenti alcuni ritratti aristocratici di nobili e sovrani ungheresi, caratterizzati da abiti sontuosi e dettagli elaborati.

Particolare attenzione è dedicata all’opera di artisti locali come Mihály Munkácsy e József Rippl-Rónai, entrambi celebri per il loro contributo all’arte europea. Interessanti anche le sale dedicate all’impressionismo ungherese e alle avanguardie del XX secolo, che offrono una prospettiva più moderna e internazionale dell’arte del paese.

Sono anche presenti delle mostre temporanee, spesso dedicate a grandi maestri europei o a tematiche specifiche dell’arte ungherese, e sono un ulteriore punto di forza, mantenendo sempre viva l’attenzione del pubblico.

In un’ala troviamo anche dei dipinti con paesaggi italiani che spaziano dal Colosseo a Capri, a Venezia. Proprio in quest’ultima città è ispirato il dipinto : “Donne Veneziane che trasportano l’acqua” (1845) di Marastoni Jakab. E’ un dipinto che cattura un momento della vita quotidiana a Venezia, raffigurando delle donne impegnate in una scena di lavoro tradizionale. Il quadro riflette la sensibilità del XIX secolo per la rappresentazione realistica e dettagliata delle attività popolari, con un tocco di lirismo tipico dell’artista.

Le figure femminili sono vestite con abiti semplici ma eleganti, caratteristici del tempo, e indossano scialli e grembiuli. Il loro abbigliamento, realizzato con precisione pittorica, dà un senso di autenticità e dignità al lavoro umile che stanno svolgendo. Le figure sono disposte in modo da creare un movimento armonico, suggerendo una sorta di naturale ritmo che accompagna il lavoro quotidiano.

La scena si svolge probabilmente lungo una delle molte calli veneziane, e possiamo immaginare l’architettura della città visibile sullo sfondo, anche se l’artista concentra l’attenzione sulle donne. Il paesaggio urbano, seppur accennato, potrebbe includere dettagli architettonici che richiamano lo stile veneziano con le sue facciate in pietra e le tipiche finestre ad arco.

Un altro quadro che ha colpito la mi attenzione è stato quello di Pál Szinyei Merse: Picnic in May.

Picnic in May” è considerato un’opera pionieristica nell’arte ungherese, in parte per la sua audacia stilistica e in parte per la sua tematica innovativa. Nel periodo in cui fu realizzato, il quadro non ricevette immediato riconoscimento, poiché la pittura ungherese dell’epoca era più legata a stili tradizionali. Tuttavia, col passare del tempo, l’opera è diventata un simbolo di modernità e di apertura verso le influenze internazionali, in particolare l’impressionismo francese.

Nell’angolo in basso a sinistra si può notare un uomo che prende una bottiglia di vino messa a rinfrescare in un piccolo corso d’acqua.

La scena gioiosa e luminosa riflette un senso di libertà e armonia con la natura, e allo stesso tempo celebra l’amicizia e la vita sociale. Il dipinto di Szinyei Merse è un tributo alla bellezza del vivere semplicemente, in sintonia con la natura, e al piacere dei momenti condivisi.

Ci sono molte altre opere belle, e anche sculture. La Galleria risulta essere un posto piacevole dove trascorrere qualche ora della giornata, volendo si può anche bere un caffè al bar presente nella struttura stessa.

Ringrazio infinitamente il personale del museo, gentilissimo, che ci ha concesso di visitare la struttura e di essere stato sempre a disposizione per qualsiasi domanda.

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