“Gesù aveva l’Erre moscia” e “Aspettando una chiamata”

Il talento die due giovani emergenti apre la stagione 2016-17 del Teatro Studio Uno di Roma.

Il Teatro Studio Uno apre la nuova stagione 2016-17 presentando i lavori di due giovani talentuosi artisti emergenti: la vincitrice del Premio Special Off del Roma Fringe Festival 2016, Giorgia Mazzucato con il debutto romano dello spettacolo “Gesù aveva l’erre moscia” e Matteo Cirillo con il monologo “Aspettando una chiamata”, Terzo Premio e Premio Miglior Attore alla rassegna Autori sul cassetto attori sul comò 2015.

Due spettacoli diversi e unici in scena in contemporanea dal 6 al 9 ottobre 2016 nelle due sale del Teatro Studio Uno per una prima settimana di stagione che vede protagonista la drammaturgia contemporanea emergente, cifra stilistica  immancabile nel cartellone della Casa Romana del Teatro Indipendente. Si rinnova l’impegno nella promozione delle novità del panorama artistico romano e non solo con una stagione “SottoSopra” sostenuta e promossa da LaRocca Fortezza Culturale, nuova isola creativa di Torpignattara da poco inaugurata, dove i protagonisti della stagione incontreranno il pubblico offrendo, attraverso chiacchiere, piccoli estratti dello spettacolo, letture, curiosità e notizie sul proprio lavoro. Il primo appuntamento  con gli “Artisti sul divano” alLaRocca sarà con Giorgia Mazzucato e Matteo Cirillo, mercoledì 5 ottobre dalle 18.30.

Ma vediamo nel dettaglio i due spettacoli.

GESU’ AVEVA L’ERRE MOSCIA
|6-9 Ottobre| Sala Teatro
Di e con Giorgia Mazzucato
musiche di Mario Di Marco
costumi di Irene Tortora

gesu-aveva-lerre-moscia_6-9-ottobre-2016_teatro-studio-uno_locSiete pronti a conoscere una versione alternativa della vita di Gesù? Una versione dissacrante, ironica, umana e appassionata? Allora ancoratevi alle poltroncine del teatro, perché un nuovo verbo sta arrivando. In questo spettacolo Gesù guarda “Breaking Bad”, in questo spettacolo la sua imprecazione è “Mannaggiamannaggia!”, in questo spettacolo Gesù pratica il kung fu e parla ai fedeli tramite connessione wifi. In questo spettacolo Gesù ha l’erre moscia. Molto moscia. A raccontarci questa storia Maria Maddalena, vestita un po’ come Uma Thurman in “Kill Bill”, un po’ come Xena. “Roc”, così viene chiamata dal Salvatore, ci accompagna in una storia nuova, divertente ma anche commovente, di un ragazzo uguale a tutti i suoi coetanei, ma che a differenza loro deve apprendere il rischioso mestiere del “Messia”. Seguiamo il suo viaggio dalla sua infanzia, passando per l’adolescenza fino ad arrivare ai suoi 33 anni. Ma il finale, non è come quello che conoscete.

Note di regia

Mi sono domandata, “Ma Gesù, com’era?” Immaginare un ragazzo alle prese con il mestiere più titanico della Storia, quello del Messia, mi ha da subito affascinato. I vangeli scrivono di Gesù solo dai suoi 30 anni in poi…ma prima? Chi era Gesù? Cosa faceva? Era l’egocentrico del gruppo di amici che attirava l’attenzione con i suoi miracoli? Oppure era un solitario alla ricerca di risposte? Come ha fatto a imparare a salvare il mondo? E soprattutto, cosa ne penserà del mondo di oggi? Ho fantasticato, ho letto vangeli apocrifi, romanzi, barzellette, e ho scritto questo testo…e devo dirlo, mi sono molto affezionata a questo Gesù. – Giorgia Mazzucato –

ASPETTANDO UNA CHIAMATA
|6-9 ottobre| Sala Specchi
di e con Matteo Cirillo

Musiche: Claudio Cirillo
Luci: Lorenzo De Liberato
Hanno collaborato: Emanuele Russo (Video Promo)
Luigi Lauria (Locandina)
Gioele Rotini

aspettando-una-chiamata_6-9-ottobre-2016_teatro-studio-uno_loc“La Repubblica garantisce a tutti i cittadini il diritto al lavoro”: sulla base dell’articolo 4 della Costituzione Italiana, un ragazzo, dopo aver consegnato e spedito numerosi curriculum ed aver affrontato altrettanti colloqui, aspetta fiducioso una chiamata che faccia valere questo suo diritto. “Il vero lavoro è saper attendere” dice più volte il ragazzo che nel frattempo si allena a possibili vite future: con le loro speranze, i loro sogni e le loro paure. Da quanto tempo aspetta e per quanto tempo ancora dovrà aspettare sono domande che non hanno una risposta. Con un linguaggio che prevede la rottura totale della quarta parete, in un susseguirsi di situazioni comiche, tragicomiche e drammatiche, si riflette sulla situazione contemporanea di un’intera generazione.

Note di Regia

Viviamo il nostro presente aspettando tempi migliori, aspettando che la crisi finisca, aspettando una chiamata di lavoro.Così noi “giovani” rimaniamo intrappolati nel tempo della giovinezza e nell’attesa di un “vero lavoro”. Da bambini sognavamo di fare l’astronauta, il calciatore o il medico; ora il nostro sogno si è trasformato in un “magari mi chiamano a lavorare al call – center”; quelli più “fortunati” vengono chiamati, altri rimangono in attesa. Nell’attesa spesso si è da soli, nella solitudine o ritrovi te stesso oppure ti perdi; nell’attesa i pensieri prendono vita, nell’attesa la speranza è l’ultima a morire. Ma se muore la speranza cosa resta? – Matteo Cirillo –

 

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