Museo Macro, 4 Ottobre 2012, Roma
Nuove mostre si affacciano al Museo Macro, il museo d’arte contemporanea di Roma.
Un omaggio reso a Giulio Turcato, un grande artista, uno dei maggiori protagonisti del Novecento Italiano, in occasione del centenario dalla nascita (1912-1995), per poi proseguire verso gli artisti contemporanei nella Urban Area, con Ozmo e Marco Brambilla.
Le opere di Giulio Turcato, selezionate e raccolte anche da collezionisti privati, identificano il percorso artistico in un ventennio di attività. L’arte di Turcato è basata sui colori e sulle emozioni, sperimentando la forma/colore verso nuovi orizzonti spazio/temporali, ove la stesura del colore è imprevista, inconscia ed incognita. Nulla è premeditato, la sua è un’arte istintiva.
All’interno della Project Room 1 il visitatore può ammirare alle pareti delle tele con il colore rosso predominante, dalle forme astratte e varie. In una tela intitolata “Tranquillanti per il mondo“, colpisce la presenza di alcune pasticche site sulla tela di colore nero. Un titolo che spiega forse in parte l’estro dell’artista.
Un’altra grande opera è “Comizio”, esposta alla Biennale di Venezia, con l’intento di far emergere la sua impostazione poetica, seppur a prima vista emblematica, ove il motivo delle bandiere rosse (identificative con un partito politico) diviene spunto di un’opera evocativa. A seguire “Miniere“, con la quale Turcato documenta il clima sociale e politico del 1950. Un’opera ispirata anche dalle visite dello stesso ad alcune miniere, dove l’artista trova trame oniriche, forme astratte e una profondità infinita.
“Porta” è invece un’opera tridimensionale, ove appunto è riprodotto una porta che può essere aperta dal visitatore. Lascio a voi scoprire cosa vi sia all’interno.
Oltre le opere, all’interno della sala vi sono dei grandi cassetti dove sono riposte fotografie, disegni, schizzi, scritti e bozzetti di opere dell’artista.
La mostra è curata da Benedetta Carpi De Resmini e Martina Caruso ed è visitabile fino al 13 Gennaio 2013.
Nella Urban Arena, lo spazio sito sulla terrazza del Macro, divenuta ormai area di opere da collezione di street artists, si arricchisce di una nuova opera a cura di Ozmo, intitolata “Voi valete più di molti passeri“.
L’opera, che si affianca a quelle già presenti di Sten&Lex e Bros, fa riferimento alle parole di Gesù nel Vangelo Secondo Matteo: “Nemmeno uno di essi [dei passeri] cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti cotonati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! (Matteo, 10, 29-30). E sì che si era domandato un momento prima che cosa valgono mai due passeri: “Non si vendono forse per un soldo?” (10,29).
L’opera di Ozmo è dipinta su di una grande parete di uno dei palazzi adiacenti del museo Macro, raffigurante una sorta di piramide, ove al primo posto vi è posizionato un omino che ricorda quello del gioco “Monopoli“, con a seguire alcune figure di una ipotetica scena politica. Vi è inoltre raffigurato anche Papa Benedetto XVI, mentre ai gradini più bassi è imbandita una tavolata di persone che mangiano a più non posso. Come ultimo gradino vi sono le persone comuni che sorreggono il peso di questa piramide. Un’opera che sembra essere portavoce di una realtà che purtroppo il nostro Paese vive in questi ultimi anni.
Su di un altra parete di un altro palazzo adiacente al Museo Macro, è stato invece proiettato, il 6 e 7 Ottobre, il video Evolution (Mediaplex) a cura dell’artista Marco Brambilla. Il video è composto da una serie di immagini tratte da film epici e film classici hollywoodiani che illustra con ironia la storia della genesi umana e dei suoi conflitti nel corso del tempo.
Viene da pensare a una sorta di apocalisse cinematografica, nella speranza che la fine sia diversa da quella inscenata nei film.
Un’arte trasversale quella che viene proposta al Macro. Un’arte che sicuramente lascerà una traccia nella storia.