
1. Ile de la Cité, Parigi, 1952.
Palazzo Incontro, 26 Gennaio 2012, Roma
“Per me una sola cosa conta: l’istante e l’eternità, l’eternità che, come la linea dell’orizzonte, non smette di arretrare.”
Questo il pensiero di Henri Cartier-Bresson sull’attimo in cui magicamente immortala una immagine: immagine che nel suo caso, diviene arte.
La mostra al Palazzo Incontro, promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura, è organizzata da Contrasto, Magnum Photos e Fondation Cartier-Bresson in collaborazione con Civita.
L’esposizione si snoda in 40 fotografie, le più rappresentative di Cartier-Bresson, arricchita da un filmato di 22 minuti circa, creato sugli scatti del famosissimo fotografo.
Le fotografie in mostra sono tutte rigorosamente in bianco e nero, così come nello stile amato da Cartier-Bresson: non un solo colore, se non i giochi di luci ed ombre, le geometrie, la linearità, la irregolarità e talvolta la sfocatura di alcuni soggetti, che al contempo ritraggono tutta la veridicità di scatti che hanno raccolto la memoria dei tempi e che ha ispirato generazioni di fotografi.
Nato nel 1908 a Chanteloup, Cartier-Bresson inizia a viaggiare giovanissimo con la sua macchina fotografica Leica, setacciando con una estrosa creatività, il panorama che lo circonda e l’essere umano.
Da quel viaggio del 1931, Cartier-Bresson non smetterà più di fotografare e allestirà mostre fotografiche, alternando il suo lavoro nel cinema. Nel 2000, assieme alla moglie Martine Frank e alla figlia Mèlanie, fonda la Fondazione Henri Cartier-Bresson.
La fotografia di Cartier-Bresson non lascia di certo indifferente chi la osserva: ti entra dentro, che tu stia esaminandone i dettagli o semplicemente guardando fugacemente l’immagine.
Per alcuni versi, la fotografia di Cartier-Bresson è tagliente, “nuda” e cruda: non vi sono nudi in questa rassegna, non vi sono immagini scabrose o “putride”, tutt’altro.
Henri Cartier-Bresson ha colto l’essenza di chi ha fotografato, nel modo più naturale possibile, evidenziandone talvolta le smorfie, talvolta mostrando le sue virtù; mostrando un impeto di rabbia
irrefrenabile; nascondendo il suo essere dietro delle “maschere”; nel suo essere civettuolo, nel suo essere autoritario, nell’essere pigro e nell’essere un “animale” che vive.
Cartier-Bresson ha colto sfumature e immagini, anzi, le ha “rubate” dal quotidiano: questa mostra mette in evidenza i paesaggi della Spagna e dell’Italia negli anni ’30, luoghi “insoliti” del panorama artistico dei due paesi, ma che attraverso gli scatti del fotografo, hanno “scombussolato” la classica arte dell’immagine, lasciando che la fotografia raccontasse quei luoghi fino a quel momento “sconosciuti”.
“Immagini e Parole” è una selezione di fotografie scelte da artisti e autori che hanno avuto modo di conoscere Cartier-Bresson (o che semplicemente rimasero folgorati dalla sua arte), come Baricco, Cioran, Miller, Scianna, Sciascia, Steinberg e Varda, i quali hanno commentato le immagini: commenti che si ritrovano affianco le fotografie in Palazzo Incontro. Commenti a caldo, di cuore, studiati, critici, talvolta storie che raccontano altre storie: dalla fotografia di Cartier-Bresson nascono sempre interrogativi, ai quali occorre talvolta dare delle risposte.
Sorprende il ritratto di Donna con Bambino: una fotografia che ricorda fortemente il tema iconoclastico cristiano della “Madonna con Bambino” ma che attraverso lo scatto di Cartier-Bresson, assume un livello di una umanità semplice, ma al contempo fiero. Una madre fiera, dal volto severo, che avvolge il suo bambino da un velo nero, per proteggerlo.
“Ingannevole” lo scatto che ritrae l’ira di una donna, in mezzo alla folla, nei confronti di una figura dal capo chino e dalla sguardo colpevole, di fronte a un ufficiale: ma chi è la vittima? Chi è il carnefice? In questa foto si potrebbe, a colpo d’occhio, facilmente fraintendere la situazione: ma basta guardare l’immagine con più attenzione per capire che i ruoli si sono rovesciati e che la violenza non è mai la scelta migliore per risanare una situazione.
Le geometrie, con i giochi di luce e la purezza del bianco e nero, confondono e mescolano le ombre, ricalcando figure che assumono i contorni dell’ambiente circostante, come una particolare foto scattata a Salerno.

Arricchiscono la mostra il ritratto del celebre pittore Henri Matisse, in una veste insolita assieme alle sue tortorelle; alcune foto che raccontano il disagio della povertà e della guerra ed altri scatti sognanti di panorami sperduti, come quello dell’Ile de France immerso nella nebbia. Veggente lo scatto che immortala l’inizio della costruzione del muro di Berlino (uno scatto che anticipa i tempi di ciò che avverrà di li a breve nel mondo) e curioso lo scatto della figura di Alberto Giacometti che corre riparandosi sotto la pioggia.
Ai visitatori è caldamente consigliato vedere il film realizzato con gli scatti di Cartier-Bresson, in quanto spazia tra le moltissime fotografie scattate in giro per il mondo, mettendo in contrapposizione pregi e difetti, riti e tradizioni, allegria e dolore, pigrizia e competitività sportiva, amore e odio dell’essere umano, rendendoli in questo modo eterni.
La mostra sarà visibile fino al 6 Maggio 2012.