PAUL MCCARTNEY – KISSES ON THE BOTTOM – HEAR MUSIC – 2012
Produzione: Tommy Lipuma
Formazione: Paul McCartney – voce e chitarra acustica + turnisti e ospiti
Titoli: 1 – I’m gonna sit right down & write myself a letter; 2 – Home (when shadows fall); 3 – It’s only a papermoon; 4 – More I cannot wish you; 5 – The glory of love; 6 – We three (my echo, my shadow & me); 7 – Ac-cent-tchu-ate the positive; 8 – My Valentine; 9 – Always; 10 – My very good friend the milkman; 11 – Bye bye blackbird; 12 – Get yourself another fool; 13 – The inch worm; 14 – Only our hearts; 15 – Baby’s request (bonus track edizione deluxe); 16 – My one & only love (bonus track edizione deluxe)
Questo disco rappresenta probabilmente il classico capriccio da artista annoiato per un Paul McCartney che non ha certo bisogno di facile pubblicità o di spiccioli per tirare a campare.
Si, perchè scava nei suoi ricordi d’infanzia, nelle canzoni che ascoltava da bambino dai suoi genitori, e addirittura si permette il lusso di non suonare nemmeno, salvo l’accompagnamento acustico, affidandosi in buona parte alla band di Diana Krall e a qualche ospite di riguardo come Stevie Wonder o Eric Clapton. Si “limita” a cantare.
Il titolo, infatti, che lascerebbe sottintendere perfino qualcosa di osè, altro non significa, ci viene spiegato, che un riferimento ai baci di congedo di chiusura lettera, come fosse l’ex Beatle che ci manda una cartolina dalla sua infanzia.
Ne esce un album che dire che sa di revival è dir poco. Certo la band è valida e la voce del nostro ben si adegua alla circostanza. Pochi ricorderanno o conosceranno le versioni originali, io stesso non sono abbastanza anziano. E’ un disco che richiama gli albori dello swing, sembra di sentire il treno a vapore che passa o di vedere un gruppo jazz in un filmato bianco e nero, anche piuttosto sbiadito.
Tutta nostalgia ma forse quando sei stato un Beatle ti sei guadagnato una sorta di immunità spontanea e alla fine al disco scivola via con un certo piacere anche per il non afecionado.
Comunque vanno segnalati due inediti, My Valentine, romanticume impreziosito dall’intervento di Mr. Eric Clapton alla chitarra, e la conclusiva Only our hearts, che vede invece la partecipazione di Stevie Wonder all’armonica. Anche questi comunque sono in linea col resto del lavoro, anche se e forse proprio perchè appositamente composti. Come sono in linea i due bonus dell’edizione deluxe, semplicemente due selezioni in più dai ricordi per niente offuscati di Paul McCartney.
A uno come lui è concesso tranquillamente di andare indietro di un secolo, anche perchè già da molti anni altri fanno la stessa operazione coi suoi pezzi dei Beatles.
Il fascino della tradizione incrollabile.