Tessuti preziosi, ricami delicati, tagli puliti e ben definiti, tutto questo appartiene alla moda vintage ed ai suoi abiti. Hanno qualcosa di magico, perché appartengono a qualcosa che non esiste più. Evocano atmosfere, profumi, riconducono a quella parte di noi che e’ legata al passato con il cuore. Il mood vintage esprime “calore” e cura. Nel passato la cura per i particolari ed il taglio dei tessuti era quasi maniacale. Non esistevano catene di pronto moda che sfornavano abiti in serie, ma il tutto era sempre super visionato da una sarta, che poteva essere quella di famiglia, oppure grandi sartorie che si occupavano di sviluppare modelli per le signore “bene”.
Agli inizi del ‘900 le gonne erano lunghe, le camicie avevano le maniche a sbuffo ed erano abbottonate fin sotto il collo, i capelli lunghi per le signore sposate, erano legati in severi chignon e raccolti in cappellini che erano anche la parte più vezzosa del loro outfit, dove troneggiavano strane creature alate, piume e fiori, mentre le donne dei ceti meno abbienti indossavano comunque graziose cuffiette a volte confezionate da loro stesse.
Tutto era pudico e mostrarsi troppo era considerato comunque scandaloso. Gli anni venti hanno dato una sferzata di aria nuova a tutto questo, la moda rappresentava il cambiamento di quell’epoca. Le donne cominciarono per prima cosa a tagliare i capelli (il famoso taglio alla “maschietta” e’ nato in quel periodo), il makeup che fino a pochi anni prima era quasi inesistente, comincia ad essere un marchio delle donne anticonformiste di quell’epoca. Gli occhi bistrati pesantemente di nero (lo smoke eyes e’ nato in quel periodo e veniva realizzato con la punta dei fiammiferi bruciati ed ecco svelato il perché di questo aggettivo “smoke=fumo”), la bocca rossa carminio o bordeaux, tanta cipria (la Côty era la più famosa in quel periodo che produceva anche un profumo della stessa linea), una fascia sulla fronte o gioielli nei capelli ondulati per la sera, piuttosto che foulard legati a turbante. I vestiti si accorciano di molto, la vita e’ bassa e scesa, si mostrano le caviglie ed i polpacci ( scandalo!), gli orli sono asimettrici, i tessuti impalpabili, i colori sono neutri oppure scuri, hanno bellissime applicazioni, con perle e frange (un must per quell’epoca).
Nascono in Inghilterra le Flapper Girls, spregiudicate e senza problemi alcuni, vivono la loro sessualità con molta libertà, guidano le auto di grossa cilindrata e fumano in pubblico. In Italia forse è tutto più attutito ma il cambiamento e’ in atto comunque. Nel ventennio successivo si assiste ad un rinnovamento dovuto alle nuove tendenze politiche, le donne riscoprono una nuova femminilità ed ecco iniziare il periodo d’oro di quest’ultima. Cominciano a farsi largo i primi veri Coutirier creando le prime linee Prèt a porter. Le gonne si allargano a ruota gonfiate da crinoline di tulle, oppure diventano a sirena aderenti ed a tubo, che accarezza ed evidenzia le curve. La linea della vita e’ stretta e segnata, ma e’ negli anni ’50 che esplode il vero fenomeno è nasce il mood ed il mito delle pin-up.
Betty Page e’ un’ icona di quel periodo, così come lo e’ stata Marylin Monroe, la nostra italianissima Sofia Loren. Durante il boom economico degli anni ’60, la moda attraversa una nuova ispirazione , che fra le tante è quella che mette più allegria: fantasie vichy, pois, righe e fiori. Le gonne ancora a ruota, ma da indossare anche con le scarpe da ginnastica che cominciano a farsi largo fra le giovanissime per la loro comodità, per ballare con libertà il rock and roll, portate con i calzini corti con bordino di pizzo, mentre le signore e le ragazze più grandi indossavano décolleté con tacchi a spillo, a rocchetto, o quadrato.
Gli anni ’70 invece hanno rappresentato un grande periodo di spregiudicatezza e libertà, furono uno schiaffo a tutto quanto parlasse di femminilità . Le gonne diventano cortissime (Mary Quant inventa la mini) si indossano pantaloni a “zampa di elefante “. Le camicie o le maglie sono aderenti ed hanno le maniche svasate, le fantasie sono molto eccentriche così come lo sono i colori. Anche il corpo delle donne subisce questa trasformazione, diventando androgino e filiforme come la famosa modella Twiggy.
Negli ultimi anni, saturi di tutte le nuove tendenze, e’ tornato di moda (o non e’ mai passato per alcuni) il vintage, spesso i moderni stilisti si sono ispirati alle varie epoche sopra citate costruendo le loro collezioni.
Marzia Bortolotti