
Indiecinema Film Festival farà ritorno al Caffe Letterario di Roma (Via Ostiense 95) martedì 8 ottobre, con un “double bill” davvero speciale. Alle 18 verrà infatti proiettato uno dei documentari maggiormente apprezzati, durante la seconda edizione dell’autarchica kemesse cinematografica: La zona di Paolo Maggi, che era stato così introdotto dal noto critico cinematografico Emanuele Di Nicola: “Si tratta di un documentario di 42 minuti che entra nel Centro Civico Gorki, da poco intitolato alla memoria del partigiano William Michelini, a Bologna, nel quartiere Navile. Quindici artisti ridipingono le mura del centro, insomma lo riportano alla vita.
A eseguire un film dal timbro decisamente sperimentale, inserito invece nel Concorso Animazione & Videoclip della terza edizione: Fucina verde 2030 di Mauro Bussoni Un invito a risvegliare le coscienze, attraverso un flusso di immagini e uno “storytelling” decisamente ipnotici. Ma vediamo nello specifico le schede di entrambi i film.

La zona di Paolo Maggi (Italia, 41′)
Corticella, periferia di Bologna. L’associazione Serendippo e l’artista Athena chiamano quindici artisti per ridipingere il Centro Civico William Michelini, intitolato a un partigiano del quartiere. Ad essere presi in esame scambi di vedute e scontri generazionali tra persone assai differenti, accomunate dagli stessi obiettivi.
Il progetto prosegue col lavoro portato avanti per ridipingere un muro nel bolognese, dove gli artisti affronteranno scenari completamente diversi.

Fucina verde 2030 (Green Forge 2030) di Mauro Bussoni (Italia, 48′)
Una forma avanzata di intelligenza energetica poliforme, che permea il multiverso primordiale, è seriamente preoccupata.
In un’area universale densa e materiale – compenetrata col multiverso – è in atto un rallentamento evolutivo che potrebbe interferire con l’inevitabilità del flusso degli eventi.
L’origine di questo gap energetico viene individuata in un pianeta chiamato Green Forge e, in particolare, nel percorso evolutivo di una specie animale che vive su quell’agglomerato.
Per sbloccare la situazione di stasi viene sviluppato un intervento (il Processo di Accelerazione Involutiva) che prevede la trasmutazione in densità materiale a bassa frequenza di alcune espressioni caratterizzanti l’intelligenza multiversale stessa.
Le espressioni coinvolte nel processo dovranno adattarsi a quel tipo di contesto ripercorrendo, a livello genetico, un arco temporale di 300 milioni di anni locali per liberare adeguate potenzialità di trasformazione utili all’emergere di nuove linee di volo creative, per tutti i protagonisti di questa storia.
O quasi tutti…
