Le attività di Indiecinema Film Festival sono riprese a settembre, ma lo staff dell’autarchica kermesse cinematografica capitola è lieto di annunciare che giovedì 3 ottobre (alle ore 20) si farà ritorno al Circolo ARCI Arcobaleno (situato in Via Pullino 1, Roma) con un programma straordinario legato addirittura all’Australia.
Ad aprire le danze, addirittura con la premiere italiana, sarà infatti The Korean from Seoul del giovane cineasta Steven Paul Whatmough, bizzarro lungometraggio dal forte sapore anticapitalista che era stato selezionato per la seconda edizione del festival, la stessa in cui a vincere il concorso cortometraggi fu un altro film australiano, l’horror Sweet Mary, Where Did You Go? di Michael Anthony Kratochvil.
A seguire il breve documentario Dyarubbin di Michael J Gill, facente parte invece della più recente terza edizione: uno sguardo ravvicinato sulla Natura e sugli insediamenti umani in uno dei tanti angoli selvaggi, incontaminati del territorio australiano.
The Korean from Seoul di Steven Paul Whatmough (Australia2015, 88′)
Una società commerciale australiana chiamata Chandlerdale Exports assume un coreano ubriaco affinché li aiuti a proteggersi dalle forze oscure.
“In quel destrutturare sapientemente i meccanismi che regolano i rapporti all’interno dell’azienda, la natura sulfurea dei dialoghi (specie quando si irridono certi cliché sugli asiatici o si fa uscire allo scoperto qualche altra forma di chiusura mentale presente nella popolazione australiana) o il taglio surreale di determinate situazioni (dalle farsesche riunioni aziendali sulla vigilanza interna allo stralunato combattimento sul tetto del convoglio ferroviario) ci hanno fatto pensare, in piccolo, all’analogo affondo anticapitalista espresso in quella che resta per noi una delle pellicole più riuscite di Lars von Trier, Il grande capo (2006). Nomenclature beffarde, riprese da videocamere di sorveglianza a dir poco balorde, uffici dalla scarsissima funzionalità pratica in cui abbondano solo scaffali pieni di bottiglie di Whisky e un utilizzo del green screen alquanto stravagante definiscono poco a poco l’estetica del film. L’apoteosi viene raggiunta, probabilmente, all’apparire di quei dipendenti di una ditta di traslochi, il cui operato desta sospetti a partire dal nome così “evocativo” stampato sulle loro divise: Schrödinger Budget Removals. Un’altra azienda le cui spese in bilancio appaiono e scompaiono in modo misterioso, evidentemente!”
Stefano Coccia sulla rivista CineClandestino, 18/2/2024
Dyarubbin di Michael J Gill (Australia 2023, 29′)
Una contemplazione degli ambienti, delle persone e della storia di quel luogo remoto, nell’entroterra australiano, dove due fiumi si incontrano. Visivamente straordinario, il documentario intreccia a più livelli le storie di cinque residenti della località nota come Spencer, indagando sul posto e sulla comunità che vi abita. Fitti cespugli rigogliosi e ripide scogliere dominano il paesaggio.
INGRESSO CON TESSERA ARCI + 4 EURO DI SOTTOSCRIZIONE