La Sardegna è un’isola ricca oltre che di spiagge bellissime anche di storia e di cultura, e a Caprera nell’arcipelago della Maddalena troviamo l’ultima dimora dell’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, e oserei dire mai nome fu più appropriato.
Il nome Giuseppe fu scelto perché proveniendo da una famiglia benestante era stata prevista per lui una carriera in ambito ecclesiastico o legale, il cognome è di derivazione teutonica che si compone di due parti Bald e Garo, ossia “audace” e “pronto alla battaglia”.
Giuseppe Garibaldi ebbe una vita avventurosa, fu condottiero e socialista a modo suo, e una volta presa la decisione di ritirarsi a vita privata acquistò i terreni a Caprera che divennero il suo buen ritiro.
La casa dell’eroe dei due mondi è piuttosto articolata, composta di diverse stanze, un mulino, un uliveto, giardini, la stalla dove è sepolta la sua cavalla Marsala compagna di tante battaglie, e anche un cimitero privato in cui riposa insieme alla sua famiglia.
Nella casa il tempo pare essersi fermato al 2 giugno 1882 giorno della sua morte; fa uno strano effetto aggirarsi per le stanze, tra gli arredi e le suppellettili che furono di colui che “unificò l’Italia”; è bello scoprire un’altra sfaccettatura di questo personaggio storico che tutti abbiamo studiato a scuola ma mai approfondito più di tanto.
Qui ci sono testimonianze della sua vita, armi, vestiti, ma anche le medicine che lo hanno accompagnato fino alla fine, gli strumenti chirurgici usati per estrarre la pallottola che lo ferì in battaglia, quadri di famiglia, la libreria ricca di volumi con dedica, il suo pianoforte, la sua sedia per deambulare (oggi diremmo sedia a rotelle) che sembra un incrocio tra un rudimentale veicolo a tre ruote e una poltrona imbottita, un trono deambulante insomma.
Aggirandosi tra le stanze, troviamo anche l’albero genealogico di Garibaldi e anche la camera da letto con letto a baldacchino dove morì.
La visita inizia con il mulino costruito da Garibaldi insieme all’amico ingegnere Edoardo Barberini, e nonostante sia ormai in disuso si riesce a percepire l’ingegnosità nella costruzione dei meccanismi che lo facevano funzionare; la visita finisce con il giardino, la stalla l’uliveto e il cimitero privato.
E’ stata una visita molto interessante, è stato bello scoprire il lato privato di un personaggio pubblico ma piuttosto schivo e riservato nel suo privato; nel complesso è stata una visita istruttiva ma anche molto interessante, la consiglio a chiunque abbia voglia di riscoprire un po’ di storia che ci riguarda tutti da vicino.
Pare che sia ancora in vita la tartaruga di terra di Giuseppe Garibaldi e che viva ancora nella tenuta, non ho avuto il piacere di vederla ma è visibile in giardino l’albero che venne piantato alla nascita della figlia Teresita che gode ancora di ottima salute e ombreggia magnificamente il giardino con le sue ricche fronde.