La creatura!

Symmetrical view of gothic cathedral interior 3d CG illustration
Una commedia horror dal ritmo indiavolato e con il cast molto in palla, al Teatro San Genesio

 

Roma, Teatro San Genesio, 17 Novembre 2017
(The creature creeps!)
Di: Jack Sharkey
Adattamento, traduzione e regia: Emilia Miscio
Con: Olimpio Pingitore, Dario De Vecchis, Albamarina Dei, Simone Giulietti, Chiara Carpentieri, Flaminia Grippaudo, Gabriele Vender, Claudio Carnevali, Paola Aluigi, Daniela Zoffoli, Martina Carlini, Simona Carnevali, Letizia Floreani.
Teatro San Genesio, Via Podgora, 1 (Piazza Mazzini) dall’8 al 19 novembre 2017, dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 17.00

INTRO: Per la prima volta in Italia, debutta al teatro San Genesio di Roma la divertente horror comedy dell’americano Jack Sharkey, per la regia di Emilia Miscio, che ne ha curato anche la traduzione e l’adattamento.
Fine ‘800. Un antico castello della Transilvania è avvolto dal mistero. Il barone Von Blitzen, scienziato gentile, ma dalla doppia personalità, progetta, insieme al suo deforme assistente, Mord, un piano mostruoso. Tra lampi e tuoni, porte scricchiolanti e improvvise scomparse, gli abitanti del villaggio, terrorizzati, si chiedono cosa mai stia bramando il barone, e dove si trovi il suo diabolico laboratorio segreto da cui provengono urla e rumori inquietanti.

In questi anni la programmazione del Teatro San Genesio ci ha regalato una serie di commedie dal ritmo indiavolato, la cui impronta corale sembra prestarsi particolarmente bene a un simile spazio teatrale. Ed è senz’altro questo il caso dello spettacolo cui abbiamo assistito, La creatura!. Emilia Miscio non è certo nuova all’umorismo di marca anglosassone e in particolare a quello di Jack Sharkey, brillante e prolifico autore americano scomparso nel 1992 che purtroppo in Italia non è ancora molto conosciuto. Lode allora alla Miscio che ne sta adattando, una dopo l’altra, quelle opere tese a parafrasare i generi con uno spirito universale, da evergreen, destinato a risultare assai divertente anche per il pubblico di casa nostra. In precedenza con la Compagnia Teatrale Sogni di Scena aveva rappresentato la bizzarra commedia gialla Mentre le luci erano spente. E ora, con La creatura!, un’altra traccia davvero godibile ma al contempo nuove atmosfere da ghotic novel, a metà strada tra gli orrori del castello di Dracula e la folle inventiva del barone Frankenstein.

Ovviamente siamo più dalle parti di Frankenstein Junior, ovvero della parodia, che del ben più tenebroso prototipo. In compenso la studiatissima scenografia ammirata sul palco del Teatro San Genesio pare quasi il set di un film della Hammer: ecco il salone di un polveroso maniero, misteriose cassapanche, arredo antico, botole che conducono a sinistre segrete. E quando il pesante portone d’ingresso si apre su quello che il pubblico può immaginare come l’inquietante paesaggio della Transilvania, s’alza pure una densa nebbiolina. L’ambientazione così curata si sposa poi con un perfetto incastro di situazioni, il cui andamento farsesco conquista gradualmente lo spettatore, facendolo ghignare delle proprie paure e di quelle dei personaggi più “umani” coinvolti nella storia. Sì, perché nel salone della tetra fortezza presidiata dallo spiritato barone Von Blitzen (omologo del più celebre barone Frankenstein) e dal suo deforme servitore Mord (l’Aigor di turno), sono venute in visita, assieme alla figlia svampita del barone, alcune giovani figure che cominciano a fiutare da subito qualcosa di strano nell’aria… quale sinistro esperimento starà preparando il padrone di casa, scienziato folle dagli atteggiamenti paranoici ed ambigui?

Tra colpi di scena, trovate nonsense, stralunati giochi di parole, nomi dei personaggi che dovevano suonare assai buffi in originale e lo sono altrettanto nella traduzione italiana, lo spettacolo conserva il suo tono scoppiettante ed elettrico dall’inizio alla fine. Molto lo si deve a un cast affiatato e assai preciso nel mettere in scena forsennati dialoghi, studiati su misura per personaggi la cui accentuata tipizzazione strappa di suo un sorriso; e diverte per esempio lo straniamento dovuto a invenzioni narrative assai pittoresche, come quella per cui un’attrice come Albamarina Dei, che sappiamo essere in realtà una brava cantante, gioca a stonare volutamente un improbabile brano musicale stordendo così l’uditorio del castello, composto in egual misura da esseri inquietanti, freak strampalati e sprovveduti di passaggio. Neanche fosse la rediviva Irina Skassalkazaja di un celebre sketch dei Broncoviz!

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