La fine del Noi come lo conoscevamo

Gli anni del Covid nel romanzo di Roberta Calandra, tra realtà e finzione

Abbiamo iniziato a leggere questo libro appena uscito, più di un anno fa; molto ci è voluto per finirlo, perchè ogni parola, ogni frase, pesava come un macigno nel cuore di chi ha vissuto quegli anni, quella storia, in modo viscerale. Oggi, a distanza di un anno, la penna si è finalmente liberata, pronta a raccontare del libro che ha sancito, nero su bianco, la fine del noi come lo conoscevamo.

Scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, finanche costellatrice, Roberta Calandra ha sempre avuto un punto di vista tutt’affatto particolare sul mondo e sulla vita, che emerge pienamente dalle sue opere, siano esse destinate alla carta stampata che al palco di un teatro; i due mondi convergono nel suo Buffonate senza corte: Commedie e monologhi, tre volumi di una raccolta di testi per il teatro, in cui commedie, monologhi comici, drammi e teatro per ragazzi si intrecciano in storie dove la donna è protagonista, per una nuova consapevolezza che attraversa il quotidiano e si scontra con la vita dei nostri giorni. Con Doriana, realizzato negli anni bui del lockdown, la Calandra fa il fortunato passaggio da scrittura teatrale ad art movie, riscuotendo con il suo esperimento filmico (realizzato in tandem con Mariano Lamberti) notevole successo, richiamando l’isolamento personale di quel periodo e reinterpretandolo alla luce dei social, del gradimento o meno dei follower che tanta importanza hanno nel virtuale mondo odierno.

E poi è arrivato La fine del noi come lo conoscevamo, un libro di non facile lettura per tutte le sue implicazioni, tutt’altro che superficiale, eppur capace di intrigare il lettore e tenerlo incollato alle pagine sino alla parola fine. Dodici capitoli per altrettanti protagonisti, storie che si intrecciano, si sfiorano, dando vita ad un unicum inscindibile. Sei gradi di separazione; la teoria, formulata per la prima volta nel 1929 dello scrittore ungherese Frigyes Karinthy, asserisce che ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di cinque intermediari. E sei gradi di separazione sono anche quelli che dividono ed uniscono i personaggi descritti dalla Calandra; a mano a mano che si va avanti con la lettura, ogni tassello prende il suo posto, e Silvia, Enzo, Giulia, Aldo, Elsa, Lorena, Gloria, Antonio, Gerardo, Marika, Mina, Adele, la cui storia è raccontata in capitoli dedicati, risultano infine legati gli uni agli altri da rapporti personali di vario tipo, ma soprattutto da un fil rouge che attraversa tutto il romanzo: il racconto di una epidemia che divise il mondo a metà.

Che a ripensarci sembra la trama di un film di fantascienza distopico, invece è stata realtà: il C19, i lockdown, le mascherine obbligatorie, i poliziotti costretti ad inseguire camminatori solitari sulla spiaggia anziché perseguire i delinquenti veri, sino all’atto finale, con una tessera verde che tante similitudini aveva con uno storico lasciapassare ed il correlato vaccino coatto, estorto sotto minaccia di perdere prima qualsiasi accesso alla vita pubblica ed infine il lavoro. Il mondo è finito in quel momento, il mondo come lo conoscevamo.
Ma non è finita la speranza; nel raccontare, da diversi punti di vista, quel che accadde in quei due anni cruciali, la Calandra mostra la luce in fondo a quel tunnel che sembrava infinito. I suoi protagonisti, dodici prescelti che hanno saputo resistere e reinventarsi, hanno visto, infine, la loro, di luce. Guidati da una spilla verde di un colibrì, divisi in due gruppi ai lati opposti del mondo, una parte in Messico, l’altra in Basilicata, hanno infine sperimentato le distanze sparire per ritrovarsi insieme, in un Noi inatteso e nuovo.

Quasi un finale: chè a complemento del suo romanzo a tratti metafisico, la Calandra ha chiamato a testimoniare la propria esperienza di quegli anni Amici che hanno resistito e che hanno visto il proprio mondo andare in pezzi; attrici, registi, avvocati, psicologi, giornalisti, che hanno contribuito ciascuno con un piccolo saggio a ridefinire ciò che è stato. Perchè se all’apparenza il mondo, passata la tempesta, è tornato nei ranghi della normalità, Noi siamo cambiati. E con Noi è cambiato il nostro modo di vedere il Mondo.

Michela Aloisi

La fine del noi come lo conoscevamo
Roberta Calandra

Lunghezza stampa: 362 pagine
Lingua: Italiano
Editore: Porto Seguro Editore
Data di pubblicazione: 1 gennaio 2023.

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