ACE FREHLEY con Joe Layden & John Ostrosky – SENZA RIMORSI – Memorie rock & roll – CHINASKI EDIZIONI – 2015
Formato cm 21 x 14,5 – Pagine 256 b/n con inserto foto b/n 16 pagine
Traduzione Sara Boero
Ace Frehley è, al di là delle preferenze musicali o di qualsiasi simpatia, un personaggio molto verace e spontaneo, la parte “malsana” dei KISS degli anni ’70 insieme a Peter Criss, e nel libro questa follia si vede tutta.
Racconta la sua versione delle cose in tutta la sua travagliata carriera con i KISS, tra abbandoni, rientri, litigi e riappacificazioni con disarmante sincerità, anche nei momenti in cui non mancano le frecciatine a Paul Stanley e soprattutto a Gene Simmons, pur riconoscendo sempre un affetto di fondo che ormai è inevitabile.
L’appartenenza ad una gang del Bronx, passaggio quasi obbligato per essere preso un pò sul serio nella New York degli anni ’60, lo forma dal punto di vista del “caratterino” che poi tanti problemi gli ha dato nella vita, ma lo rende anche improrogabilmente schietto.
Nella narrazione chiarisce alcuni piccoli dettagli o piccole leggende metropolitane acquisite sulla nascita dei KISS, come il fantomatico annuncio rispondendo al quale viene in contatto con gli altri tre, sull’andamento del relativo provino davanti ad un nervosissimo Gene Simmons, ma anche sui propri eccessi e sugli errori commessi, mai misconosciuti e anzi sempre ricordati in termini quasi pedagogici, del tipo “Non prendete esempio da me”, soprattutto in circostanze in cui a toglierlo dai guai è stato proprio qualche suo compagni di band dei KISS o addirittura la figlia Monique.
Ma anche la nascita del nome KISS e del relativo, discusso logo con la doppia S di rimembranza nazista, i costumi, il trucco, tutto un gigantesco carrozzone che da circo di paese diventa rapidamente mondiale, col prevedibile risultato di riempire le tasche, cosa che in una testa già calda di suo può avere gli effetti devastanti che infatti ha spesso avuto.
Ace Frehley i vizietti la ha avuti e li ha tutti, alternando periodici momenti di pulizia a una vita dissoluta, ha distrutto varie macchine, ha visto la morte in faccia parecchie volte, ha conosciuto il carcere.
Come chitarrista non è da tutti riconosciuto come un fenomeno assoluto, ma ha influenzato praticamente due generazioni con il suo stile “eclissato”, perfettamente congeniale al personaggio, e comunque è “abile e veloce” come recitava il famoso annuncio di Paul Stanley del 1973.
Non ha mai amato interessarsi al lato commerciale, al business, lui: a lui va semplicemente messa la chitarra in mano, lui sa fare quello. E il fatto che per molti anni KISS fossero ricordati soprattutto per i numeri da circo, mettendo in secondo piano la musica, è proprio quel che ad un certo punto ha cominciato ad infastidirlo, nonostante tutti gli sforzi messi in campo per diventare fenomeno internazionale.
Anche questo è il segnale di un’onestà intellettuale senza compromessi, questo è l’Ace Frehley “ufficiale”, tale e quale a quello vero.