L’autunno si avvia nel segno dell’arte presso il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma, con il ciclo di mostre “Appunti di una generazione“, curato da Costantino D’Orazio e promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
“Appunti di una generazione” ricerca e offre spazio agli artisti italiani che sono emersi durante gli anni ’90 e che finalmente trovano una propria collocazione all’interno degli spazi museali del MACRO.
Fino al 26 Novembre 2017 è possibile dunque visionare la mostra di Simone Berti e l’installazione “Rolando” di Cuoghi Corsello (ovvero Monica Cuoghi e Claudio Corsello), all’interno dello Studio #1 e Studio #2 del museo sito in Via Nizza.
L’arte di Berti esplora la precarietà, nella mancanza di un equilibrio non solo fisico ma anche della condizione dell’essere umano. Le tele presenti all’interno dello studio raffigurano dame rinascimentali, ma dalle pose non classiche, bensì in attegiamenti che riflettono quel senso di precarietà, “destabilizzando” il visitatore nel visionare opere che si ispirano a un concetto classico, ma che assumono un sapore del tutto contemporaneo. Le tele sono illuminate da giochi di luce di cui si è occupato l’artista, utilizzando persino uno specchio e una enorme lampada presente all’interno dello studio. Il gioco di luci rafforza il concetto di precarietà, avvolgendo dunque il visitatore in una atmosfera del tutto particolare.
Cuoghi Corsello invece presentano l’installazione “Rolando“, anche questa soggetta a giochi di luce. Lo studio ove è presente l’installazione è quasi totalmente al buio. Alle pareti si possono intuire e talvolta visionare la bellezza di oltre duecento dipinti; dipinti che fanno parte del deposito del MACRO e che non sono mai stati esposti al pubblico prima. La scelta dei quadri è stata casuale, anche se ha influito molto la cromia delle tele, selezionando dunque quelle con prevalenza di rosso, oppure di blu.
Le tele risalgono al periodo tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso e rappresentano la pittura italiana di quel periodo; tele che il Comune di Roma ha acquistato presso mostre-concorso, rassegne e premi, ma sono anche frutto di donazioni di associazioni e enti assistenziali. Ciò ha permesso di documentare una generazione di artisti che prediligevano ritratti e paesaggi, con un senso fortemente nostalgico. E’ anche molto probabile che nelle case dei vostri nonni o nelle vostre cantine, si possa “nascondere” un capolavoro di uno degli artisti presenti all’interno dell’installazione.
A corredo di tutto vi sono anche delle luci al neon che come fulmini illuminano le tele appese alle pareti e l’intensità delle luci è determinata dalla musica di sottofondo presente nello studio, composta dagli stessi artisti. Più alto sarà il volume, meno intensa sarà la luce dei neon e viceversa.
Presso lo Spazio Area del MACRO vi sono invece le mostre degli Artisti in residenza, ovvero di Francesca Ferreri e Marco Gobbi. Il progetto del MACRO è quello di ospitare di volta in volta artisti emergenti e talentuosi, offrendo loro non solo lo spazio museale ove esporre le proprie opere, ma anche il soggiorno nella città di Roma, affinchè gli artisti abbiano modo di realizzarle. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Fino al 29 Ottobre si avrà quindi la possibilità di poter visionare le opere realizzate dagli artisti nei mesi di permanenza a Roma. La mostra di Ferreri, dal titolo “Origini della geometria“, parte dal concetto di assemblaggio. Oggetti comuni di uso quotidiano ma anche di suppellettili o di oggetti trovati. Agli oggetti esposti l’artista riempe quel “vuoto” con del gesso pigmentato, come se volesse colmare una lacuna, dandone una visione di formazione quasi fossile. Un concetto ispirato all’archeologia, con il presupposto della meraviglia della scoperta del ritrovamento, avvicinandosi inoltre alla pratica del restauro; pratica che l’artista ha studiato per anni.
Marco Gobbi invece presenta il progetto “Vertical circumnavigation“, ove il concetto di incompleto e di assenza (caratteristiche che hanno sempre attirato l’attenzione dell’artista riguardo ad oggetti, materiali o storie, attratto proprio da quello spazio vuoto o mancante, oppure dalla possibilità ricreare nuove connessioni) sono elaborati attraverso lo studio dell’erosione dei palazzi storici di Venezia, elaborandone forme, ritmi e dimensioni.
Realizzando dunque dei calchi con la tecnica del frottage, l’artista ha riprodotto a merletto il disegno, utilizzando alcuni punti di cucitura ad ago denominati Sacolà, Greco e punto Burano, tipici di Burano. Ma non solo.
L’artista ha anche realizzato dei souvenir sovrapponendo strati di sabbia colorati, inserendoli in contenitori trasparenti, ricreando delle figure o dei paesaggi, scene dunque di città sommerse e di misteri che mettono in connessione Venezia con la mitica Atlantide, cercando in qualche modo così di ricostruire un ipotetico passato.
Simone Berti, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, alla Kingston University-Multimedia Department a Londra e il Corso Superiore di Arti Visive alla Fondazione Ratti a Como con Joseph Kosuth, ha partecipato a mostre internazionali di prestigio come Fare Mondi / Making Worlds, 53a Biennale di Venezia (2009); Egofugal – 7a Biennale di Istanbul (2001); Borderline Syndrome: Energies of
Defence, Manifesta 3, Ljubljana (2000).
Cuoghi Corsello, operano a Bologna e lavorano in coppia dal 1986. Noti per i loro interventi di street-art realizzati in mezza Italia – Pea Brain, CaneK8 e SUF sono le loro icone più diffuse – operano su più fronti, dalla musica alla video-animazione, dall’installazione al graffito, dall’adesivo al writing. I loro lavori sono stati presentati in gallerie e centri italiani e stranieri: a Bologna, oltre ogni angolo della città, nella storica galleria Neon, alla Galleria d’Arte Moderna e a MAMbo.
Francesca Ferreri, nata a Savigliano (CN) nel 1981 e residente a Torino, lavora sul parallelo fra la pratica archeologica e la pratica artistica.
Marco Gobbi, nato a Brescia (BS) nel 1985, vive tra Venezia e Francoforte.