
Al Museo Macro, nella sede di Via Nizza, sono state inaugurate le nuove mostre che accompagneranno il pubblico per i prossimi mesi.
“La tempesta perfetta” è la mostra di Nanni Balestrini, curata da Achille Bonito Oliva, visitabile fino al 17 aprile 2017, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dalla Galleria Michela Rizzo di Venezia.

Lo spunto che da vita a questa mostra è il quadro “La Tempesta” di Giorgione, ove Balestrini attraverso la tecnica del collage e del patchwork realizza le sue opere, scomponendo l’immagine originale, realizzando così un’opera del tutto nuova, con particolari che emergono o diventano preponderanti. Quella stessa immagine ove magari è un dettaglio a diventare il soggetto dell’opera; in altre invece è proprio il soggetto che viene messo in contrapposizione con frasi ricavate magari dai titoli dei giornali, oppure tratte dalle opere di Shakespeare o parole che fanno parte della Genesi.

Immagini e parole dunque che si mescolano e confrontano, come a offrire un dialogo attivo con l’osservatore. Immagini talvolta in lotta tra di loro, proprio come i personaggi della tela del Giorgione, dove la madre e il bambino sono in attesa della tempesta (annunciata in lontananza dal fulmine) mentre in basso fa capolino un serpentello (che rappresenta il male). Una continua lotta tra bene e male, quella che si “combatte” nelle opere del Balestini, con immagini scomposte e ricomposte, in una visione del tutto personale dell’artista sull’evoluzione di queste tematiche nel contemporaneo.
Nanni Balestrini nasce a Milano nel 1935; è scrittore e artista visivo che fin dagli anni Sessanta è stato uno dei protagonisti dei cambiamenti culturali nazionali.

“I Think Art is… Briciole D’Arte” è invece un video realizzato da Lara Nicoli e Carlo Carfagni che prende spunto dal format televisivo proposto a Rai 3 nel quale affiorano brevi riflessioni sul significato dell’arte. Cos’è dunque l’arte? Le brevi riflessioni tra termini giornalistici, artistici e televisivi si contrappongono a quelli delle persone comuni che provano a dare un significato sull’arte. Ed è possibile partecipare anche al “dibattito” lasciando un pensiero sui fogliettini accanto alla video installazione presente nel foyer del museo.
Il bello di questo esperimento partecipativo dove anche critici e altre persone del mondo dell’arte hanno detto la loro è che nessuno ha fornito la stessa risposta; anche le cosiddette persone comuni hanno fornito una loro spiegazione o suggerimento al riguardo, ma sempre con una personale visione del mondo dell’arte.

“Giardino” è invece la mostra di Francesca Leone, aperta al pubblico fino al 26 Marzo 2017. Il progetto di Leone è composto da 18 grate di alluminio, presenti sia nel foyer, sia nello spazio aperto del museo e sia nella project room al primo piano. Una installazione ove il pubblico può partecipare in modo attivo, difatti l’installazione presente nella project room è calpestabile, mentre a quella posizionata all’esterno ogni visitatore può dare il proprio contributo, ma in maniera consapevole.
L’installazione difatti è realizzata grazie anche al contributo di ignare persone che giorno dopo giorno hanno sparso rifiuti per le strade. O semplici oggetti persi. Le grate sono state realizzate in studio, mentre gli oggetti che vi si possono osservare tra le fessure sono stati raccolti tutti dall’artista. Vi sono cicche di sigarette, biglietti dei mezzi pubblici, monete, incarti di alimenti e tante altre cose che si possono trovare in strada. Oggetti che comunque raccontano il nostro tempo ma che evidenziano anche il non felice rapporto che abbiamo con la natura. Difatti strade e giardini sono spesso preda dell’incuria.

Francesca Leone nasce a Roma dove vive e lavora. Inizia la sua attività espositiva nel 2007 con una mostra ai Musei Capitolini, alla quale segue la sua prima personale dal titolo Riflessi e riflessioni al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell’aprile del 2008. Nel 2014 è protagonista di tre personali al MAC – Museo di Arte Contemporanea di Santiago del Cile, al MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires e al Museo dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. Il 2015 si apre con una mostra personale a Singapore e si chiude con la monumentale esposizione “Our Trash” a La Triennale di Milano.
“Ascolto visivo” è invece la mostra di Daniele Lombardi, visitabile fino al 26 Marzo negli spazi elevati del museo, in un suggestivo allestimento che farà “volare” il visitatore tra le note del Lombardi.

Daniele Lombardi è compositore, pianista ed artista; grazie alla sua duale formazione artistica “Ascolto visivo” prende vita come una installazione multimediale tra immagini e musica, tra le note che prendono corpo su fogli pentagrammati, ma evidenziando una natura artistica fantasiosa; note che assumono anche un colore, ai quali corrispondono vari strumenti e che diventano anche il suono, grazie alle note che si ascoltano all’interno del museo.

Il percorso espositivo documenta inoltre le varie fasi della carriera di Daniele Lombardi, compositore, pianista e artista visivo presente in numerose importanti sedi concertistiche e festival come il Maggio Musicale Fiorentino e la Biennale Musica di Venezia. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con la Fondazione Mudima.
L’ultima mostra è “Arrivederci” di Daniela Perego, a cura di Micol Di Veroli, visitabile fino al 26 Marzo.

Le tematiche che compongono da sempre le opere della Perego sono quelle che sondano la memoria collettiva e le relazioni interpersonali, tra realtà e visione.
Anche le installazioni realizzate appositamente per il Macro ricorrono il tema della memoria, ma con una forte impronta propositiva ed innovativa, una evoluzione personale ed artistica che evidenzia la positività ed il cambiamento, verso qualcosa che forse è ancora ignoto, ma che è senz’altro il primo passo verso qualcosa di piacevole e stimolante.

Tutto prende spunto da alcune margherite fotografate dall’artista e successivamente riprodotte su alcune lavagne, mentre su una parete della project room ve ne sono alcune (vere ed essiccate) su cartoncini rossi e neri, che rendono bene evidente quel momento in cui il cambiamento è in incubazione e sta per nascere. Sulla parete opposta invece una serie di margherite realizzate all’uncinetto, frutto di alcune persone vicine all’artista, posizionate dalla Perego con un soffio di vento, una brezza che spazza via timori e negatività, come un sospiro di sollievo. Vi sono anche alcune margherite sul pavimento, proprio accanto all’accesso nella project room, che sembrano brillare.
Le margherite sono dunque l’elemento floreale protagonista di questo concept, raccolte tra la Toscana ed il Lazio; un elemento che vuole esser un inno alla vita.
Daniela Perego nasce a Firenze nel 1961, ma vive e lavora tra Roma e Viterbo. Più recentemente le sue opere sono state esposte al Castello di Rivara (Torino 2015), alla Galerie Sponte (Parigi 2014), al Museo de Arte Contemporàneo (Buenos Aires 2014) e al National Centre for Contemporary Arts (Mosca 2016).
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con il Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea.