L’oro non é solo un elemento che riluce in gioielli e accessori ma puo’ essere anche essere un materiale che grazie alle sapienti mani di stilisti e sarti puo’ essere la base per splendidi vestiti.
Dai primi ornamenti cuciti su vestiti dei defunti, fino agli abiti di Guo Pei, dalla manifattura spettacolare, la mostra espone pezzi unici che sono stati parte del mondo Indiano e Indonesiano fino ad arrivare a ricchissimi kimono dell’era Edo dai brillanti colori.
La mostra si snoda tra i secoli e espone la storia millenaria dell’arte tessile. In un primo momento, vista la preziosità dei materiali, questi indumenti erano utilizzati principalmente per adornare i defunti delle dinastie reali o dei nobili. Altri tessuti hanno ornato l’epoca d’oro del mondo bizzantino, islamico, cinese e sono apparsi in Europa nel primom Medio Evo come mercanzia o regali diplomatici. Destinata all’elite era poi passata ad ornare i dignitari del mondo religioso e alcune stoffe sono state conservate nei tesori delle chiese alla stessa stregua di vere e proprie opere d’arte.
Una sezione particolare del percorso della mostra é dedicvata a Guo Pei che é forse una dei primi creatori del mondo cinese che ha deciso di lanciarsi nella haute couture negli anni ‘80 in un momento nel quale tutti gli ornamenti sono considerati superflui.
Nasce nel 1967 e impara a cucine sotto la supervisione di sua madre, coccolata dai racconti della nonna che narrano le ricchezze della dinastia Qing. Sotto questo impulso decide di aprire un atelier, il Rose Studio, in Cina.
Sogna in grande Guo Pei, sogna di materiali straordinari come la seta impreziositi da pietre preziose e da cristalli, piume e perle e con questi ha creato dei veri e propri capolavori che lasciano lo spettaore letteralmente a bocca aperta e abbagliato dal brillio dei cristalli.
La mostra espone anche indumenti di altre epoche che con i loro colori e splendide manifatture ci fanno capire come un vestito non é solo un indumento che ci copre il corpo, ma anche quel qualcosa in piu che mette in evidenza la nostra personalità, il nostro essere, che definisce uno status o, in epoche anctiche, una casta.
La mostra é aperta fino a luglio e oltre a questa e ad altre 3 mostre, in questo museo molto particolare un po’ diverso dai musei che potremo definire “tradizionali”, si puo’ ammirare una collezione permanenete di opere precolombiane in un contesto architetturale originale e affascinante.
Ma il Musee du Quai Branly non é solo questo. All’ombra della Tour Eiffel, nel giardino antistante l’entrata del museo, si puo ammirare l’opera paesagistica di Gill Clement illuminata dall’Istallazione luminosa “L’Ô” realizzata daYann Kersalé che ci fa entrare in un mondo onirico e fantastico . E non é finito qui, sul muro esterno del Musee du Quai Branly, voluto da Jacques Chirac, si puo’ ammirare un “muro vegetale” nato dall’immaginazione di Jean Nouvel e pensato per celebrare tutti i continenti del nostro emisfero. Sono presenti 376 specie del mondo selezionate tra quelle delle montagne marocchine, dell’africa del Sud, dall’Himalaya ma capaci di resistere ai climi occidentali.
37 Quai Jacques Chirac, 75007 Paris
Ligne 9 : stazione Alma-Marceau, RER C : Pont de l’Alma ou Champ de Mars Tour Eiffel





