Siamo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e, in una imprecisata piccola cittadina della Ciociaria, due anziani signori si ritrovano a parlare su una panchina. Dai loro buffi e strampalati dialoghi, veniamo a sapere che i ragazzi del paese hanno organizzato una festa. Questa avviene in un appartamento in cui, poco dopo, vediamo ultimati i preparativi: bevande, un po’ di cibo e un immancabile giradischi su cui far suonare dischi 45giri.
La padrona di casa si appresta ad uscire, contenta di lasciare per alcune ore il proprio figlio a divertirsi e a ballare con gli amici, anche se vige una sola importante regola: “non spegnete quella luce”!
In breve tempo, alla spicciolata, ecco giungere gli ospiti che si rivelano essere una combriccola piuttosto variegata, dove non mancano personaggi sopra le righe. C’è il modesto e timido figlio di un contadino della zona, presissimo dalla gestione della sua azienda agricola ma che ha una cotta non dichiarata per una delle ragazze che stanno per arrivare. C’è un tipo esuberante dal carattere impulsivo e un altro che racconta di continuo barzellette terribili per le quali non ride nessuno. Poi, naturalmente, fa la sua entrata l’intero gruppo femminile in cui troviamo la più sbarazzina e fulcro delle attenzioni maschili, un’altra maggiormente disinvolta nel ballo e quella più impacciata, che teme di non piacere molto ai suoi coetanei. Infine, come spesso accade, c’è anche una coppietta che però, tra una danza e l’altra, pare essere in piena crisi. Durante la festa, tutte le piccole trame daranno luogo ad una serie di tenere baruffe adolescenziali.
Lo spettacolo portato in scena dalla “Acta Est Fabula” di Anagni il 21 e il 22 settembre al Teatro Marconi di Roma, con la regia e i testi di Emilio Cacciatori, fa parte della più ampia rassegna “ComicOff”, il festival della comicità della Capitale, giunto alla sua ottava edizione.
Si tratta di un evento che, dal 10 al 25 settembre, ha coinvolto una dozzina abbondante di teatri romani e ha visto gareggiare compagnie di tutta Italia. E’ un’iniziativa cresciuta nel tempo e che, notiamo con piacere, attrae un numero di spettatori sempre numeroso, un segnale indubbiamente positivo a testimoniare il desiderio del pubblico di divertirsi e di fruire di un’arte meravigliosa come quella teatrale.
Vedremo quali nomination e quali eventuali premi riuscirà a portare a casa questo “Non spegnete quella luce”, un testo dichiaratamente leggero e dai toni nostalgici sottolineati da una colonna sonora che, attingendo ad un periodo musicalmente capace di esprimere pezzi indimenticabili, fa da piacevole intermezzo alle gag che si susseguono sul palcoscenico.
Va detto però che, nonostante la simpatia degli attori e l’evidente passione messa in gioco, non tutto sembra funzionare a dovere. L’idea di fondo, pur gradevole, evapora pian piano che ci si avvicina al finale, mostrandoci situazioni davvero comuni senza svilupparle in modo particolarmente originale. In altre parole, finiamo per seguire momenti già vissuti decine e decine di volte, arrivando ad un epilogo un po’ fiacco. Passato quindi il momento dell’immedesimazione, dello stimolo del ricordo, e anche se viene strappata qualche risata, giunti all’ultima scena ci si rende conto che probabilmente questa festa non era così interessante da dover essere raccontata, né tantomeno valeva la pena seguirne il suo svolgimento fino alla fine. A ciò si aggiunge purtroppo una generale mancanza di “mordente” nei dialoghi, dovuta anche a una qualche difficoltà degli interpreti di trovare la giusta alchimia o tempi più incalzanti nella gestione del copione. Fatta qualche eccezione (più ispirato di tutti il personaggio dell’impacciato corteggiatore in cerca del coraggio di dichiararsi all’amata), la sensazione è che la compagnia (che a onor del vero si definisce “amatoriale”), non abbia ancora fatto il giusto rodaggio su questa sceneggiatura che, tuttavia, manca forse della brillantezza necessaria a dare quella “verve” in più di cui si sente a più riprese il bisogno.
Rimane certamente valida l’atmosfera delicata che si è voluta rievocare, una fatta di ingenuità e di passioni veraci tramontate come l’epoca storica in cui è calato il racconto.
Massimo Brigandì
NON SPEGNETE QUELLA LUCE
Compagnia: Acta Est Fabula
Regia: Emilio Cacciatori
Testo: Emilio cacciatori
con Gianna Vari, Franco Stazi, Ettore Manicuti, Aurora Silvaggi, Simone Cacciatori, Diego Gidora, Giulia Riccobono, Cristian Noto, Giorgio Michelangeli, Valerio Ponza, Francesca Fabbrizi, Doriana Scarselletta e Pierfrancesco Meloni