Autori: Lincoln Child, Douglas Preston
Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2022
Pagine: 444
Trama: Il vampiro di Savannah: una vecchia leggenda sembra aver preso vita e lascia una scia di vittime. Un nuovo caso per l’agente Pendergast.
Un fermacravatta, otto mozziconi di sigaretta e un castello di teorie. È ciò che si lascia dietro il dirottatore del volo Portland-Seattle che il 24 novembre 1971 ha preso in ostaggio i passeggeri, liberandoli solo a fronte di 200.000 dollari di riscatto. Rimasto sull’aereo, ha poi ordinato al pilota di fare rotta verso Città del Messico e si è paracadutato scomparendo nella notte. Mezzo secolo dopo, in Georgia, l’agente speciale dell’FBI Aloysius Pendergast e il collega Armstrong Coldmoon raggiungono Savannah per affiancare la polizia locale in un’indagine dai risvolti raccapriccianti: sono stati rinvenuti due cadaveri svuotati del sangue fino all’ultima goccia. Le notizie corrono veloci e la gente ha paura, pretende risposte. Vengono riesumate vecchie leggende che attirano sul posto ciarlatani e fanatici dell’horror, qualcuno sostiene che il Vampiro di Savannah sia tornato. Mentre la psicosi dilaga e il bilancio delle vittime aumenta, i continui colpi di scena imprimono alle indagini una traiettoria impensata portando Pendergast a immaginare, con l’occhio scaltro del federale che non dimentica i vecchi casi irrisolti, uno scenario che potrebbe collegare questi omicidi all’unico dirottamento aereo rimasto insoluto nella storia degli Stati Uniti.
Preston & Child sono una miniera inesauribile di idee, a volte assurde ma sicuramente sempre di forte impatto sul lettore, sono due autori che sanno come tenere il lettore inchiodato al libro fino all’ultima pagina.
In questo romanzo trovo che i due autori abbiano forzato un tantino la mano ma il risultato è un libro di spessore (circa 500 pagine) da divorare tutto d’un fiato se possibile, che non ha pagine noiose e che riesce ad appassionare il lettore col suo caleidoscopio di sfaccettature fuori standard.
La storia è un tantino eccessiva, e ad un certo punto mi sembrava di leggere le storie di Cthulhu o del chupacabra di Lovecraft (forse gli autori si sono liberamente ispirati a questo autore) e al film la macchina del tempo con Jeremy Irons.
La storia parte da lontano, con un dirottamento di 50 anni fa mai risolto, e pian piano arriva ai giorni nostri, con una troupe televisiva a caccia di scoop, con una proprietaria di hotel molto enigmatica e con l’agente speciale dell’FBI Aloysius Pendergast e il suo immancabile collega Armstrong Coldmoon in quel di Savannah per cercare di risolvere un duplice omicidio piuttosto assudo e inspiegabile.
La storia è come sempre intricata di personaggi apparentemente slegati tra loro ma che alla fine si sveleranno in qualche modo collegati.
Compare anche Constance Greene con le sue vicende personali e alla fine della storia sarà il deus ex machina risolutivo anche se a mio avviso un po’ troppo rocambolesco e decisamente sopra le righe.
La storia inizia con il giallo dei due omicidi dissanguati fino all’ultima goccia (da qui il titolo) e poi man mano che la vicenda si srotola tra personaggi più o meno credibili, scivola sempre più nella storia horror con risvolti di pura fantascienza.
Il finale è a per certi versi sentimentale ed è il collegamento (aperto) al prossimo libro della coppia di autori.
E’ comunque un libro interessante, che vale la pena leggere, che si legge bene ma è una lettura per amanti del fantastico trio Pendelgast, Coldmoon Greene che già conoscono i legami sentimentali e di lavoro di questi personaggi e i loro trascorsi (citati en passand durante la narrazione) altrimenti si rischia di perdersi e non capire le molte sottigliezze della storia.
Consigliato agli amanti del genere fantastico surreale.