“Sotto un cielo azzurro” alla Libreria Errante di Roma

Lo spettacolo di Mariella Pizziconi è andato in scena proprio il 19 luglio, ricorrenza del tragico bombardamento di San Lorenzo

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CAST:

Stefano Manganelli unico musicista del cast. Attraverso la sua chitarra avrà il compito di accompagnarci in un viaggio fatto anche di musica dell’epoca e, solo alla fine, più moderna.
Andrea Scaramuzza darà voce ai ragazzi e agli uomini coinvolti nella guerra e nei bombardamenti del 43 .
Soprattutto interpreterà il “soldato che torna dal fronte
Carla Di Donato interpreterà giovani donne che sono sopravvissute al bombardamento di San Lorenzo e Prenestino.
Vestirà anche i panni di un’adolescente che, sfollata nelle Marche, troverà la morte in un attentato messo in atto dai Tedeschi .
Monica Cecchini sarà la “vera voce” dello spettacolo. Avrà l’importantissimo compito di accompagnare attraverso la canzone, oltre che con l’interpretazione di molti personaggi femminili, lo spettatore in una Roma che…. “nun c’è più”.
Stefania Ranieri farà vivere Nina. Già semifinalista nel 2020 nella rassegna di monologhi teatrali al Teatro Lo Spazio, premiata quest’anno dal pubblico, secondo posto, della rassegna “In Corti con Artèmia”. Nina che lo spettatore amerà fin dalle prime battute, lascerà nel finale il posto a…..venite a scoprirlo!

Testo e Regia: Mariella Pizziconi

Corsi e ricorsi storici. Finanche tragici. Dopo aver emozionato il pubblico di Ladispoli, domenica 14 luglio, lo spettacolo di Mariella Pizziconi intitolato Sotto un cielo azzurro – Quel 19 luglio a San Lorenzo. proprio il 19 luglio è andato in scena a Roma, stessa data dell’evento ricordato. Ciò è avvenuto, per giunta, presso la Libreria Errante di Via Bellegra 46, in una serata particolarmente afosa e dopo giornate di cielo terso, quasi a replicare le condizioni atmosferiche di quando le maledette bombe Alleate nell’estate del 1943 devastarono San Lorenzo e i quartieri limitrofi, facendo migliaia di vittime tra morti e feriti.
L’approccio alla rappresentazione teatrale dell’autrice Mariella Pizziconi, profondo e articolato, lo avevamo già cominciato ad inquadrare con il precedente Spiaggia libera, che vedeva tra l’altro in scena Stefania Ranieri, pure qui tra gli interpreti; gli altri sono Stefano Manganelli (l’unico musicista del cast), Monica Cecchini, Andrea Scaramuzza e Carla Di Donato, pronti a fondere un teatro di parola scritto quasi col sangue con alcuni intermezzi musicali di grande presa emotiva.

Edificio devastato dalle bombe sulla Prenestina

Come se rilevasse, disarticolandolo, il ruolo del coro nella tragedia greca, il quintetto di attori/cantori sciorina aneddoti, punti di vista, incontri, speranze, paure, che si susseguono vorticosamente rievocando da svariati “punti di osservazione” i giorni precedenti l’attacco, l’orrore del bombardamento stesso (con alcuni dettagli decisamente “pulp”), le inconsolabili malinconie di quei sopravvissuti che hanno visto perire sotto le bombe parte della loro famiglia. Con alcuni leitmotiv che rendono il tutto ancora più straziante: il continuo chiamare in causa, ad esempio, l’opinione all’epoca in voga che voleva Roma al riparo dei cacciabombardieri inglesi e americani per la presenza del Papa nella Capitale, pia illusione presto smentita dai fatti.

A rendere ancora più umana la tragedia nelle sue varie fasi una strategia narrativa, che abbiamo particolarmente apprezzato: l’avvicinare cioè lo spettatore a quelle vite che verranno presto spezzate (o avvolte nella cupezza del lutto) attraverso momenti di commedia, di apparente leggerezza, che possono coincidere con le domande buffe della signora milanese di passaggio, con qualche piccolo bisticcio famigliare, con la madre che in tempi difficili riesce comunque ad accompagnare i figlioletti a Ostia, al mare.
Questa sorta di “quiete prima della tempesta” con sfumature da commedia rosa ci ha ricordato un po’ l’analogo modo di introdurre la tragedia incombente, scelto da Debora Mattiello per un suo spettacolo altrettanto bello: Vietato oltrepassare la linea gialla, monologo con più personaggi in cui l’autrice partendo da toni ugualmente leggeri finiva per rievocare tutto l’orrore della Strage di Bologna.

L’impatto emotivo di Sotto un cielo azzurro risiede inoltre nella verve popolaresca così accentuata degli interpreti, capaci poi di dare il meglio anche in quelle estemporanee “cesure” musicali, tutte di grande effetto: da un De André rivisitato ad arte allo spiazzante Occidentalis Karma di Gabbani, riuscito tocco straniante riferito alla parte dello spettacolo che guarda ai giorni nostri.
Sì, perché alla fine è un caleidoscopio sospeso tra passato e presente, ciò che prende forma in scena. Di questo ardito mosaico, ispirato da molteplici cronache e singole testimonianze delle immani ferite imposta alla cittadinanza dai bombardamenti alleati (rievocati pure attraverso quei casi di crudeltà totalmente gratuita: i numerosi episodi di civili mitragliati vigliaccamente in strada dai piloti nemici, per esempio, che non negano ma vanno ovviamente a interfacciarsi con le responsabilità del Fascismo sull’entrata in guerra), fanno parte anche gli allucinati estratti cronachistici di quella Strage di Piazzale degli Innocenti, avvenuta invece a Pesaro nelle Marche e di matrice tedesca. Un “campo e controcampo” necessario a ricordare in quale follia si venne trascinati, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, con l’Italia spezzata in due e in balia di contrapposti eserciti invasori che si macchiarono di non pochi crimini, attuati sempre nei confronti di civili innocenti.

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