GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Paolo Genovese
CAST: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alessandro Borghi, Silvio Muccino, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Sabrina Ferilli, Silvia D’Amico, Rocco Papaleo, Giulia Lazzarini, Vinicio Marchioni.
PAESE: Italia
DURATA: 105 Min
DISTRIBUZIONE: Medusa
TRAMA: Un uomo misterioso siede al tavolo di un ristorante e da qui accoglie persone che vogliono vedersi realizzare dei desideri.
“Che cosa saresti disposto a fare per ottenere quello che vuoi?“. È questa frase l’emblema del film. Cosa sono disposte a fare le persone per ottenere quello che desiderano? Possono uccidere, tradire, rubare, scendere a patti con la propria coscienza o anche fare finta di non averne. Con chi si vuole scendere a patti è del tutto secondario, sia esso il diavolo o anche un tipo strano, con un quaderno in mano su cui prende appunti (e a volte li legge), seduto sempre allo stesso tavolo di un bar. Nessuno sa niente di lui, ma chi lo va a cercare sa che è capace di esaudire desideri, da quelli più profondi a quelli più banali (“voglio diventare più bella”). Tutto ha un prezzo e anche quando questo prezzo sembra essere davvero troppo alto si torna alla domanda iniziale: “che cosa sei disposto a fare?“.
È un film molto teatrale quello di Paolo Genovese. Dopo il successo di “Perfetti sconosciuti” ha voluto proporre nuovamente un cinema a vocazione teatrale, intimo, che cerca di scandagliare l’anima dei personaggi. Sono nove in tutto le persone che si avvicendano davanti a un sempre convincente Valerio Mastrandrea. Consumano un caffè, dialogano col misterioso demone e poi ricevono un compito da svolgere (rigorosamente fuori campo). Nessuna immagine di esterni, il tutto avviene all’interno del tavolino da bar: solo dialoghi. Chi è l’uomo che siede al tavolo? Scena dopo scena cominciamo a conoscerlo: è assonnato, ma anche annoiato dal bene e dal male. Per lui non c’è nessuna differenza, è rassegnato alla volontà degli uomini e non fa nulla per fargli cambiare idea. Allo stesso tempo li pone davanti a un destino ma poi è lui stesso soggetto passivo al compiersi di questo destino. A lui interessano i dettagli, perché attraverso di essi compie la sua combinazione di fatti. Il tutto è fatto in cambio di qualcosa: richieste semplici come quella di aiutare le vecchiette ad attraversa la strada, difficili come quella di rimanere incinta per una suora, o criminali come quella di uccidere una bambina, o di violentare una donna o fare una strage. Non c’è un nesso evidente tra desiderio e corrispettivo. Comunque tutti sono liberi di accettare o meno.
Il regista è stato sedotto dalla fortunata serie di Christopher Kubasik (“The Booth at The End“). E da i fan di questa serie ha ricevuto le critiche più feroci. Per molti non c’è una sola cosa originale nel film: né la trama, né il soggetto, persino le inquadrature e i dialoghi sarebbero ripresi di sana pianta dalla serie andata in onda su Netflix.
Davvero tutti bravi gli attori. Di Valerio Mastrandrea abbiamo già detto, ma note di merito vanno anche ad Alessandro Borghi (un ragazzo cieco che vuole tornare a vedere), a Silvia D’Amico (una ragazza che vuole diventare più bella), a Marco Giallini (un poliziotto che vuole ricostruire il rapporto con il figlio), Rocco Papaleo (un meccanico che vuole avere una notte di passione con un’attrice famosa) e a Vinicio Marchioni (disposto a uccidere una bambina pur di salvare dalla malattia suo figlio).