BURLESQUE
Flashback, Ariccia (RM), 16 dicembre 2016
Foto Daniele Cama
Un locale quasi unico nel suo genere, soprattutto per essere collocato un pò fuori da Roma, accogliente sia per mangiare (molto apprezzati certi antipastini e delle penne all’arrabbiata… molto arrabbiate) che per godere di uno spettacolo simile.
Mentre Pino, guru tecnico ma anche mente del Flashback, invita gli astanti a prendere posto per l’inizio dello spettacolo, sullo sfondo di una musica appropriata lascia subito intendere che anche quel che sta per andare in scena è unico nel suo genere, introducendo, per chi non lo conoscesse, il significato e l’essenza stessa del burlesque, onde evitare l’equivoco più pericoloso, cioè che si tratti di uno spogliarello nudo e crudo per “rifarsi gli occhi” e basta. No, il burlesque è un’arte come e più di altre: è l’affermazione di una femminilità.
Di qui l’invito ad un’accoglienza calorosa, per istigare le performers a darsi sempre di più. Ed eccole le due protagoniste, sulle note di Sing sing sing di Benny Goodman, la rossa Ann Da Loos e la mora Sophie Sapphire: arrivano da due entrate diverse, poi si congiungono, si sorridono, giochicchiano un pò, si tolgono qualcosa di dosso pur senza eccedere. Luce piena, l’adrenalina sale.
Piccola pausa con musica diffusa e riecco Ann Da Loose, su medley di Billie Holiday (Sleepy time e The A train). La luce si abbassa, l’atmosfera si fa più intima, i movimenti sono soavi, Ann sembra galleggiare, anche quando si sdraia per togliersi una calza. Dominano il bianco, il beige e il rosa. La sensualità è tutta autentica 100%!
Poi è la volta di Sophie Sapphire con Mambo italiano (pezzo partorito nel 1954 da Bob Merrill e riciclato in una gran quantità di occasioni) e Tu vuo’ fa’ l’americano di Renato Carosone. Le luci in sala si fanno di nuovo opportunamente basse per valorizzare il tricolore italiano fluorescente sulla pelle dell’artista. Una bellezza piuttosto mediterranea la sua, resa ancor più prorompente dall’altezza, sia fisica che artistica. Qui, tricolore a parte, c’è molto nero. Le si addice moltissimo.
Altro momento solistico di Ann con Amarcord dal film di Fellini del 1973 e The stripper (Orchestra di David Rose, parliamo del 1962). Qui anche Ann Da Loos si fa più spavalda rispetto al numero precedente, ma ricordiamo che la provocazione di una grande artista di burlesque è sempre gentile e non scivola mai in volgarità; il rosa è diventato un intrigante fucsia, rappresentato da un lungo velo.
Dopo il solito intermezzo musicale in tema riecco i quasi due metri di Sophie Sapphire con I love you baby, storico pezzo di Gloria Gaynor, per un’esibizione aggressiva, pur nei limiti della moderazione che regna in tutta la serata, al termine del quale la performer si sdraia, si “concede” e infine si cosparge il corpo di petali.
Mentre vengono raccolti i petali colpo di scena e chicca umoristica finale: l’arrivo di uno sgangherato Babbo Natale “Romano de Roma”, interpretato da Alessandro “Otto Passerotto” che entra in scena dichiarandosi stanco per il troppo lavoro nel mese di dicembre, come di consueto, e chiedendo una sedia per rilassarsi un attimo… Chiude istantaneamente gli occhi e sogna… e sogna proprio Sophie Sapphire, di rosso natalizio vestita, che, portatagli lì davanti impacchettata sulle note di All I want for Christmas is you di Mariah Carey, nel suo numero conclusivo lo coccola, lo provoca, lo adesca… lui, manco a dirlo, ci sta, ma improvvisamente la musica sfuma e la bella visione scompare… lasciandolo con tanti dubbi… è stato tutto troppo vivo per essere un sogno, ma lo era davvero?
Applausi scroscianti per tutti, soprattutto per le due protagoniste che hanno dato una vera e propria lezione di sensualità, senza mai cadere di tono come da buona tradizione del vero burlesque, per chi lo sa apprezzare.
Tanta roba…avanti tutta così!