Intervista a Luca Di Giovanni

il sorpasso
Luca Di Giovanni è attualmente al teatro Quirino di Roma assieme a Giuseppe Zeno nello spettacolo "Il Sorpasso", fino al 26 febbraio. Luca interpreta il ruolo di Roberto che nel film di Risi fu di Trintignant.

il sorpasso Luca Di Giovanni è il protagonista assieme a Giuseppe Zeno nello spettacolo teatrale “Il Sorpasso” al teatro Quirino di Roma fino al 26 febbraio. Interpreta il ruolo di Roberto che nel film di Risi fu di Trintignant.
Ad aprile sarà uno dei protagonisti nel film per la tv “In arte Nino” dedicato alla vita di Nino Manfredi al fianco di Elio Germano, in onda sulla Rai, mentre dal 6 aprile è al cinema tra i protagonisti del film di D’Alatri “The Startup”.

 

luca di giovanni
Foto di Eolo Perfido

Per la prima volta il celebre film “Il Sorpasso” di Dino Risi è stato riproposto in una versione teatrale che è in scena al teatro Quirino in questi giorni, ove interpreti Roberto, uno dei protagonisti. Quanto questo personaggio di assomiglia?
Roberto, così sensibile ed implosivo, assomiglia per alcuni versi a come ero io qualche anno fa.

Guardando il film ho sempre provato empatia per questo gentile e spaesato studente, romantico sognatore che viene dalla provincia e che approccia ai suoi impegni con una serietà perfino eccessiva.

In che cosa sento di assomigliargli? Soprattutto nella patologica timidezza che ha nei confronti delle ragazze. A me, negli anni addietro, mi ha sempre salvato l’altro mio lato estroverso ed esibizionista.

Ma ce ne ho messo di tempo, per svegliarmi!

Quanto questo spettacolo (e naturalmente la pellicola) può secondo te offrire ai giovani di oggi?
La storia dell’incontro tra Roberto Mariani e Bruno Cortona, oltre ad offrire uno straordinario spaccato dell’Italia degli anni del boom, continua a raccontare delle verità assolute.

E’ infatti un romanzo di formazione archetipico, la storia di un’iniziazione di un essere puro e ingenuo alla bellezza e alla brutalità della vita.

Negli scambi tra i due protagonisti, che hanno un che di filosofico, ci si può leggere molto sulle aspettative e sui sogni di un Italia che ai tempi scandalizzava e che oggi ci sembra così ingenua, ottimista e naif, ma che forse ha ancora tanto da insegnare ai giovani di oggi.

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Foto di Eolo Perfido

Ad aprile comparirai anche nel film “In arte Nino“, dedicato a Nino Manfredi, con protagonista Elio Germano. Quale ruolo interpreti? Puoi svelarci qualcosa riguardo il film?
Nel film, che andrà in onda su Rai1 in prima serata, interpreto Lampadina, un personaggio ispirato ad un amico di gioventù di Nino Manfredi.

Un ragazzo fragile e sfortunato, a cui non basta una grande voglia di vivere in un’Italia drammatica come quella del 1940. Sì, perché questo film biografico non si ripropone di ripercorrere tutta la magnifica carriera di Manfredi, ma racconta gli episodi meno noti della sua vita privata.

Si concentra insomma sulle difficoltà e sui sogni di Saturnino, quel ragazzo di provincia che solo a fine film diventerà Nino, il grande attore che tutti amiamo.

Sarai anche nel film “The Startup” di D’Alatri. Raccontaci anche di questo tuo ruolo e cosa dovrà aspettarsi il pubblico.
The Startup” narra la storia vera di Matteo Achilli, il ventenne inventore di Egomnia, un social network per l’interazione tra domanda e offerta di lavoro che ha avuto un enorme successo.

Un caso con pochi precedenti nell’Italia di oggi.

Io affianco il protagonista Andrea Arcangeli nel ruolo di Giuseppe Iacobucci, brillante ingegnere che sviluppa il software aiutandolo di fatto a programmare il sito che li renderà famosi.

Giuseppe e Matteo vengono entrambi da una situazione umile, ma reagiscono al successo in maniera opposta.

Le difficoltà, i compromessi e le scelte che una svolta improvvisa comporta nella vita di un giovane erano l’aspetto che ci interessava maggiormente raccontare nel film, che non è una semplice esaltazione del mito del self made man ma un sincero spaccato del mondo del lavoro.

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Foto di Eolo Perfido

Come ti avvicini alla recitazione?
Da appassionato di cinema, per non dire casualmente.

Molto prima di pensare che avrei potuto farlo, mi sono innamorato del cinema e sin dall’adolescenza ho passato i miei migliori anni a guardare film. Ne ho divorati a migliaia.

La mia passione totalizzante mi ha convinto poi a studiare di cinema sui libri, da qui la mia iscrizione al Dams. Sognavo di diventare un critico tutto d’un pezzo, alla Paolo Mereghetti.

Invece in quell’ambiente così stimolante ho conosciuto dei giovani filmmaker, colleghi miei coetanei che mi hanno coinvolto nella realizzazione di alcuni cortometraggi.

Il primo, in cui ho recitato da protagonista, è arrivato quasi per gioco nel 2004. Avevo già 23 anni, ma da allora non mi sono più fermato. Due anni dopo avevo deciso che lo avrei fatto di mestiere.

Con quale grande attore del passato ti sarebbe piaciuto recitare?
Anche se è difficile sceglierne uno solo, il mio preferito è sempre stato Nino Manfredi.

Un prodigio di umanità, un gigante dalla sensibilità toccante e dalle infinite sfumature a cui aggiungeva sempre un tocco personale.

Avrei voluto lavorare con lui, per osservare da vicino il miracolo del talento a servizio del mestiere.

Ma se la domanda fosse: “Dei grandi del passato, chi ti sarebbe piaciuto conoscere, una sera a cena?” allora risponderei senza dubbio Massimo Troisi.

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Foto di Eolo Perfido

In futuro, con quale regista ti piacerebbe lavorare?
Gabriele Mainetti.

E avrei risposto così anche se non avesse fatto “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Ero infatti un suo ammiratore dai tempi dei suoi cortometraggi “Tiger boy” e “Basette”.

Progetti in corso?
Ho in progetto di godermi quello che sto costruendo giorno dopo giorno e di correre così veloce da lasciarmi alle spalle la mia atavica angoscia di non farcela.

Luca Di Giovanni è attore di grandissimo talento formatosi da autodidatta. Tra le sue esperienze ricordiamo che ha fatto parte del cast di “The Show must Go off” su La7 nel 2012, e nella trasmissione radiofonica “Stai serena” con Serena Dandini su Radio2 nelle stagioni 2014/2015.

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