BLUES PILLS, GRADITA CONFERMA

Dopo soli due anni dall'omonimo debut-album

BLUES PILLS – LADY IN GOLD – NUCLEAR BLAST RECORDS – 2016lady-in-gold-1

Produzione: Don Alsterberg

Formazione: Elin Larsson – voce; Dorian Sorraux – chitarre; Zack Anderson – basso; Andrè Kvarnstrom – batteria

Titoli: 1 – Lady in gold; 2 – Little boy preacher; 3 – Burned out; 4 – I felt a change; 5 – Gone so long; 6 – Bad taljkers; 7 – You gotta try; 8 – Won’t go back; 9 – Rejection; 10 – Elements & things

 

Una gradita conferma, si, credo sia questa l’estrema sintesi per indicare questo disco.

I Blues Pills si sono imposti all’attenzione mondiale un paio di anni fa col loro debut-album omonimo, per la riproposizione particolarmente creativa a livello compositivo, di un blues-rock di chiare tinte vintage, confermate anche dalle grafiche delle copertine, ma soprattutto per la voce imponente ma comunque traboccante di femminilità della bionda vocalist Elin Larsson.

Questo disco presenta dieci pezzo di alto livello compositivo e assolutamente ben eseguiti, esattamente come il suo predecessore, e coi tempi che corrono è veramente già tanto.

lady-in-gold-2Apertura come nel disco precedente: la bellissima parla un pò di sè con una certa autostima, quindi la title-track Lady in gold si presenta un pò come la gemella di High class woman. Fantastica, con le sue atmosfere bucoliche e psichedeliche, la voce che si impossessa gradualmente del pezzo con la chitarra di Sorraux a fare da spalla fino al piacevole tormentone finale, espresso da un coretto piuttosto ruffiano.

A seguire Little boy preacher, di taglio più soul, e Burned out, ovvero la sintesi perfetta di blues e rock come non la avvertivamo da molto tempo, registrabile anche in Gone so longI felt a change, invece, è un pezzo molto intenso che maggiormente soddisferà che vuole gustarsi in ogni respiro la voce, meno impegnata a tenere i ritmi alti e quindi ancor più penetrante, anche se a dire il vero in tanti passaggi del disco, anche in apertura, si muove perfettamente tra acuti e toni più bassi, mostrando tecnica e talento.

Pezzi come You gotta try e soprattutto i ritmi adrenalinici di Bad talkers aggiungono alla bontà del prodotto la chicca di una sezione ritmica precisa e potente, la prima con accelerazioni e rallentamenti sempre intriganti, la seconda un pò più frivola in un coretto iniziale ma poi dominata dal vocione arrabbiato della Larsson.

Un disco di quelli di un tempo anche nella durata, 1o pezzi e 40 minuti circa, ma tutti buoni. Un gruppo importante, con l’avvenente vocalist elemento di punta, è senz’altro lei che spariglia il tavolo, ferma restando la preparazione degli altri elementi. lady-in-gold-3

Il paragone con Janis Joplin, più volte già sollevato, non è eccessivo: l’ugola c’è tutta, una conferma dal punto di vista dei brani è puntualmente arrivata con questo disco, l’età è dalla loro parte. I Blues Pills sono ormai ufficialmente candidati a bellissima realtà per molti anni ancora a beneficio dei nostalgici, e chissà, forse anche di nuove leve che scoprano adesso un genere che si è troppo frettolosamente dichiarato clinicamente morto.

Roberta Pandolfi

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