DIE HARD – UN BUON GIORNO PER MORIRE

GENERE: azione, poliziesco, thriller

REGIA: John Moore

SCENEGGIATURA: Skip Woods

ATTORI: Bruce Willis, Jai Courtney, Sebastian Koch, Mary Elizabeth Winstead, Yuliya Snigir, Radivoje Bukvic, Cole Hauser, Amaury Nolasco, Sergei Kolesnikov, Roman Luknár.

FOTOGRAFIA: Jonathan Sela

MONTAGGIO: Dan Zimmerman

MUSICHE: Marco Beltrami

PRODUZIONE: 20th Century Fox

DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox Italia

PAESE: USA 2013

DURATA: 93 Min

 

TRAMA: John McClane arriva a Mosca per rintracciare il figlio che non vede da tempo, Jack , ma rimane stupito quando scopre che lui lavora sotto copertura per proteggere un informatore del governo, Komarov. Con la loro vita appesa a un filo, i McClane sono costretti a superare ogni contrasto per portare al sicuro Komarov e impedire un crimine disastroso nel luogo più desolato sulla faccia della Terra, Chernobyl. Quando McClane scopre la verità sulla professione del figlio, lo definisce “lo 007 di Plainfield, New Jersey”. Ma da Plainfield a Mosca la strada è lunga, così John e il figlio Jack stanno per vivere una riunione di famiglia che non dimenticheranno mai.

 

Action Movie allo stato puro questo quinto episodio della saga die hard che vede l’attempato ma sempre tonico e comunque immarcescibile Bruce Willis nel ruolo di John McClane poliziotto newyorkese un po’ fuori dalle righe e Jai Courtney nei panni di suo figlio, agente della CIA sotto copertura.

Inutile dire che dato il cast, il prodotto finale non può che essere un film incentrato sull’azione, e il risultato è una concatenazione ininterrotta di mirabolanti scene d’azione, alcune davvero divertenti, trascurando però quasi totalmente la sceneggiatura che manca dell’ingrediente fondamentale dell’intera saga, ossia l’ironia.

La storia in se è piuttosto lineare, il tempo passa e i figli crescono e a distanza di venticinque anni i guai familiari per il vecchio John non sono ancora finiti perché la notizia dell’arresto del figlio maggiore Jack, avvenuto a Mosca, getta nuovamente scompiglio nella vita raramente tranquilla dei McClane.

Durante una complessa operazione anti terrorismo il ragazzo, che lavora sotto copertura a servizio della CIA e da due anni non ha contatti con il padre, viene arrestato in Russia ed è proprio nell’affollata Mosca che John si reca per una breve vacanza di riconciliazione con il figlio.

Tra un inseguimento, un’esplosione, una sparatoria e voli nel vuoto dal ventesimo piano i due si rincontrano e a modo loro si riavvicinano, capendo di essere molto più simili di quanto non credessero. E tutto accade in barba alla mafia russa, alla CIA, ai trafficanti d’armi e alla polizia che deve fare i conti con un testimone chiave in fuga e con una città ingestibile gettata nel caos da due americani decisi a portare a termine la loro missione.

Dopo i primi cinque minuti il film prende il ritmo di un convulso videogioco dove non mancano, sparatorie, inseguimenti, auto distrutte e ovviamente proiettili fischianti, ma purtroppo nonostante la bravura degli attori il film è carente di battute e di ironia forse per colpa della superficialità della sceneggiatura e ciò che traspare di più è che Jai Courtney appare molto più a suo agio nel mettere in mostra muscoli e doti atletiche che non a fare da spalla alla brillantezza di spirito di papà Bruce Willis.

Guardare questo film equivale a  guardare Bruce Willis in un film di Bruce Willis in cui Bruce Willis è praticamente immortale e quindi può sopravvivere veramente a qualunque evento nefasto, e poco importa se l’evento in questione è rappresentato da radiazioni nucleari, trafficanti d’armi russi, quantitativi di uranio arricchito da riciclare nel mercato delle armi o un figlio che non lo considera suo padre.

La storia padre-figlio fa da sfondo a questo action movie che forse voleva essere un film sui valori della famiglia ma in realtà è solo una scusa, un elemento in più, per far lievitare gli incassi al botteghino, forse è giunto il momento di chiudere questa saga ormai ripetitiva e stanca di idee, anche se Bruce Willis ha dichiarato in una recente intervista che è pronto ad interpretare un sesto “Die Hard”.

In questo episodio mancano tutti gli elementi che hanno reso il primo “Die Hard” memorabile, le sfumature di carattere, il sottotesto politico, lo spirito da cowboy, la sottile ironia, è stato minimizzato  o rimosso del tutto.

Visti i presupposti, non ci resta che attendere il prossimo episodio della saga e sperare che la prossima sceneggiatura sia un po’ più ricca di dialoghi e di ironia, ovviamente senza nulla togliere alle irrinunciabili scene d’azione.

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