A Modena dal 16 al 18 settembre è salita sul palco la filosofia. La storica kermesse, che si svolge in contemporanea nei comuni di Modena, Carpi e Sassuolo ha riscosso il consueto successo registrando un’affluenza di pubblico davvero eccezionale. In ogni angolo della città sono stati allestiti palcoscenici, tensostrutture e location storiche, quali il collegio San Carlo, per ospitare circa duecento appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre e spettacoli, iniziative per bambini e cene filosofiche. Ogni anno viene assegnato un tema su cui discutere per questa edizione 2022 il tema è stato Giustizia. Il festival ha potuto vantare ancora una volta relatori di fama internazionale, accademici nazionali ed internazionali di spessore: Joanna Bourke, Anne Lafont, Brunilda Pali, Vittorio Emanuele Parsi, Walter Scheidel, Wolfgang Streeck, Jörg Tremmel, Lea Ypi. Al festival hanno partecipato illustri personalità del mondo della cultura e della filosofia tra cui Enzo Bianchi, Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del festival), Umberto Galimberti, Don Luigi Ciotti, Michela Marzano, Stefano Massini, Massimo Recalcati, Chiara Saraceno, Gianrico Carofiglio, Roberto Saviano. Molto attesa la lectio magistralis del Prof. Umberto Galimberti che come di consueto non ha deluso le aspettative delle migliaia di persone accorse in piazza Grande per ascoltarlo. Il professore ha esordito con una picconata: “introduciamo il licenziamento dei cattivi insegnanti”, dichiarando, altresì, di essere per la scuola pubblica purché si possano licenziare gli insegnanti cattivi affinché la scuola italiana possa tornare ad essere credibile ed anche per evitare che gli studenti più fortunati vadano all’estero, mentre i peggiori restino qui, a prendere il reddito di cittadinanza. La scuola oggi al massimo istruisce, ma non educa a sentimenti ed emozioni. Ha concluso con una citazione: “Come diceva Platone si apre prima il cuore e poi la mente, ma questo non si fa e la scuola sospende i bulli invece di tenerli a scuola il doppio del tempo”. Scorgendo le facce delle persone assorte ad ascoltare il professore non si faceva fatica ad ipotizzare che molti di loro erano degli addetti ai lavori e tutti annuivano o sottolineavano le forti dichiarazioni con scrosci di applausi e ciò a testimonianza che le parole del filosofo Galimberti non erano delle mere invettive al “sistema Italia” ma erano delle vere e proprie esortazioni finalizzate a risvegliare le coscienze. La redazione della rivista “Sul Palco” presente in piazza ringrazia il Prof. Umberto Galimberti per aver affermato con forza che nelle scuole italiane dovrebbe essere inserita una nuova materia “il Teatro” ed i professori avrebbero dovuto obbligatoriamente aver fatto teatro, essere dei teatranti. La cattedra è un palcoscenico, va conosciuta l’arte del leggere, dell’affascinare, conoscere e portare Dante in scena.
Ivan Natali