IL VAMPA A TEATRO TRASTEVERE

Si torna a riflettere su un'inquietante vicenda

IL VAMPA

con Larissa Cicetti, Enrico Maria Carraro Moda

Progetto artistico Enrico Maria Carraro Moda

Teatro Trastevere, Roma, dal 21 al 23 maggio 2022

 

“Lo sapete che se spingete con il dito nel punto esatto in cui si congiungono la base cranica e l’osso mandibolare…fa male?” E’ il punto esatto in cui il 26enne Pietro Pacciani, nel 1951, colpì con un coltello ed uccise Severino Bonini, 41enne, sorpreso in atteggiamenti intimi con l’allora fidanzata, Miranda Bugli, appena quindicenne.

E proprio da questo punto, che potete divertirvi a pigiare, prende vita Il Vampa, lo spettacolo che Enrico Maria Carraro Moda, insieme al suo pasoliniano “Accattone”, ha portato la scorsa settimana in scena al Teatro Trastevere, dopo aver ottenuto il meritato riconoscimento al Festival InDivenire 2019 (Miglior spettacolo, testo, regia e attrice protagonista).

Una grande “H” d’oro, gonfiata ad elio domina il fondo scena. La brava Larissa Cicetti, in abito rosso lungo ed anfibi, si carica sulle spalle la responsabilità di impersonare l’effervescente Pietro e le povere figlie abusate. Arriva dalla platea, trascinando una sedia. “Luci sul pubblico! Basta luci! Ovale su di me!” “Però non piangi?! Perché non piangi???” Lo spettacolo si fa meta-teatro, tridimensionale, collega la regia e la scena, riempiendo d’energia tutta la platea. Il costante e divertente battibecco fra attrice e regista ripercorre le nefandezze di cronaca, con i suoi personaggi, i suoi dettagli balistici, storici e ci restituisce un testo vivo, un esplorazione che, come la vita, sembra non avere punti d’appoggio se non le certezze dei propri dubbi. Un racconto che, attraverso la cadenzatura dei fattacci di cronaca, ci restituisce un viaggio che appare sempre più lontano dalle verità che quotidianamente e in modo semplicistico ci vengono offerte per placare (soffocare?) il nostro legittimo diritto di ricerca. La storia ci dice che Pacciani fu prima partigiano, poi mangiafuoco nelle fiere, quindi contadino, omicida condannato e detenuto per 13 anni e, sicuramente, “pessimo” padre e marito ma, a differenza dei suoi compagni di merende fu, a torto o a ragione, assolto per carenza di prove.

L’attualità ci dice invece che Enrico Maria Carraro Moda si conferma un regista di grande qualità, per innovazione e ricerca, del linguaggio corporeo, dell’utilizzo della scena, delle luci e delle musiche, sempre contestualizzate e ben calibrate, che ne fanno sempre un attore “terzo” in scena. Ha il merito di saper scegliere con attenzione i propri interpreti, valorizzandoli, come nel caso della magnetica e dolentemente ironica Larissa Cicetti e nel saper sorprendere il proprio pubblico, alternando eccessi a piece misurate, laddove la storia, come in questo caso, urla già il proprio orrore.

Vi invitiamo a seguire da vicino i suoi lavori, con l’attenzione, lo splendore e l’incoscienza con cui si affronta la vita.

Enrico Vulpiani

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