Intervista a Marilù S. Manzini

Marilù S. Manzini
Marilù S. Manzini nasce a Modena ma ora vive e lavora a Milano. Nel 2001 pubblica il primo romanzo dal titolo “Bambola di Cera”, al quale seguiranno “Io non chiedo permesso” (2004), “Il quaderno nero dell'amore” (2006) e “Se siamo ancora vivi” (2008). Non solo scrittura, ma anche pittura, fotografia e video: il mezzo con il quale Marilù S. Manzini crea e sprigiona arte è varia, ma con un inconfondibile stile.

Marilù S. ManziniMarilù S. Manzini nasce come scrittrice, ma col passare del tempo abbraccia vari linguaggi artistici, come la pittura, la fotografia ed il video. Ma in quali di questi Marilù S. Manzini ritrova appieno se stessa nel mostrarsi al pubblico?
Non sono davvero nata come scrittrice.
In realtà già dipingevo mentre scrivevo i miei romanzi , ma sono arrivata al grande pubblico prima con i miei romanzi e quindi da qui nasce l’equivoco.
Diciamo che fra tutte le cose che faccio quella a cui mi sento più legata è la pittura.
Sono stata per un lungo periodo senza scrivere e non ne ho sentito la mancanza, invece non potrei mai stare senza dipingere o fare sculture, mi fa stare bene la pittura.

Anche il linguaggio radiofonico ha fatto parte delle tue esperienze artistiche, con la conduzione della trasmissione “Viva la notte”. La notte intesa come fonte di ispirazione o raccoglimento di idee?
Una volta vivevo come un vampiro, di notte.
Ricordo che scrivevo anche fino alle quattro del mattino.
Da sette anni non è più così.
Vado a letto molto presto e dormo anche dodici ore per notte.

Però ho un mondo onirico molto interessante e mi capita spesso di sognarmi al lavoro su qualche opera, o di inventare nuove tecniche pittoriche, così mi sveglio nel cuore della notte con nuove idee e ispirata.
Quindi direi tutte e due, la notte sia come fonte di ispirazione sia come raccoglimento di idee.

Marilù S. ManziniLe tue opere, sia fotografiche che pittoriche, sono in un certo qual modo provocatorie e mai banali, suscitando un certo interesse nell’osservare ogni piccolo particolare. Un punto di vista certamente diverso, che poi l’osservatore in un’altra prospettiva. Qual è la prospettiva che suggerisce Marilù S. Manzini? O ve ne sono infinite?
Non mi permetto di suggerire una prospettiva.
Diciamo che per molte opere il fil rouge è l’ironia, il gioco, il divertimento dell’osservatore.

Qual è l’opera che secondo te esprime al meglio il tuo inconfondibile concetto artistico?
Non c’è un opera in particolare, i quadri sui giochi di società rispecchiano molto una parte della mia anima, forse l’opera a cui sono più legata è la fotografia “Un vecchio e un bambino” ispirata alla canzone di Guccini perché è la rappresentazione di quello che c’è nella mia testa e nella mia anima.
C’è una parte molto antica, molto anziana, e una molto giovane, quasi infantile. Sono sempre divisa a metà .

Marilù S. ManziniQuali sono invece gli artisti ai quali ti ispiri o attingi per ricreare il tuo stile personale?
Non sono mai stata una fan di nessuno. Però apprezzo molto Andy Wharol nella pittura. Tim Burton è invece un genio nella visione d’insieme, che è necessaria nella regia.

Ultimamente hai dato vita anche a dei cortometraggi. Come ti trovi ad affrontare questa nuova “sfida” e quali storie secondo te, si adattano meglio nell’essere raccontate attraverso i video?
Tutto può essere raccontato attraverso un video.
Qualsiasi storia, qualsiasi sentimento. E’ appunto una grande sfida per me, ma necessaria come palestra per un sogno più grande che è quello di poter un giorno fare un film da un mio romanzo.

A quali progetti stai lavorando in questo periodo?
In questo periodo ho appena finito la prima parte di un nuovo romanzo, forse tornerò a pubblicare dopo molti anni di assenza che erano necessari a me per riflettere. Marilù S. Manzini
E poi sto lavorando a una nuova tecnica pittorica e quindi ci sarà una nuova serie di quadri. Non riesco a fermarmi troppo su un’idea singola devo spaziare sono in continuo cambiamento.

Prossimamente ci sarà occasione di visionare qualche tuo lavoro in percorsi espositivi?
Farò sicuramente un’esposizione in Italia nel 2015 ma ancora non so quando né dove, sto anche programmando un esposizione a Berlino e una a Parigi ma ci vuole tempo per organizzare tutto nel migliore dei modi.

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