Roma, Camera dei Deputati, 17 Gennaio 2012
In una cornice apparentemente insolita per la letteratura, ma che non si rivelerà tale, come la Camera dei Deputati all’interno di Palazzo Montecitorio, si è svolto un incontro “popolare” con il premio Nobel per la letteratura nel 2010, ovvero Mario Vargas Llosa.
L’incontro è stato inaugurato con il discorso del Presidente della Camera, l’onorevole Gianfranco Fini, il quale ha brevemente riassunto l’impegno di Vargas Llosa non solo in campo letterario, ma anche in quello civile.
Vargas Llosa è uno scrittore, poeta e giornalista peruviano di fama internazionale, nonchè vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2010, il quale ha saputo coniare la sua passione per la letteratura con l’impegno civile e successivamente politico.
Difatti, Vargas Llosa nel 1990 si candida alle elezioni presidenziali del Perù, non riuscendo però a vincerle. Da quel momento in poi, contrario all’andamento politico che stava assumendo il Perù, decide si sposarsi verso l’Europa, dove diviene corrispondente per la Francia, l’Italia e l’Inghilterra, prendendo la cittadinanza spagnola.
“Le realtà parallele” è il tema principale sul quale verte il dialogo tra il Premio Nobel e le numerose persone accorse all’ascolto, mediate dall’intervento dello psicoanalista Raffaele Bracalenti.
“Le realtà parallele” si intrecciano con le realtà narrate nella letteratura, quella irreale realtà bramata dall’uomo e al contempo rincorsa affinchè la sua realtà, ovvero quella quotidianità che scandisce il suo tempo, sia viva e meravigliosa come quella narrata nella letteratura.
Vargas Llosa fa riferimento a noti capolavori della letteratura mondiale per spiegare al pubblico presente il concetto di “realtà parallele”; come gli amori di “Madame Bovary“, travolgenti, passionali ma irraggiungibili nella realtà.
“Forse è per questo che la protagonista preferisce assumere del veleno, piuttosto che vivere quella realtà“, scherza Vargas Llosa. O come l’amore geloso di “Otello” accecato dalla gelosia per la sua amata, non riesce più a distinguere quale sia la vera realtà dei fatti, uccidendo così la sua amata Desdemona e quella irreale realtà che gli offuscava la mente.
La letteratura, attraverso il pensiero, la narrazione di fatti e storie, ricostruendo talvolta un proprio universo parallelo, produce sull’uomo un effetto magico; l’uomo sogna, rincorre e ricostruisce quella stessa realtà, nel momento in cui il suo quotidiano non lo soddisfa.
L’irreale realtà che lo circonda è il motore che permette all’uomo di lavorare su se stesso affinchè raggiunga il suo ideale reale.
Un’utopia forse, ma che sa far crescere la consapevolezza di sè e del mondo che lo circonda, rafforzando pensieri, forse a volte pericolosi. Sarà per questo che in alcuni paesi la letteratura è censurata dalle forze di potere; “di cosa hanno paura?“, si domanda Vargas Llosa. Il pensiero è forse un’arma contro la quale le forme di dittatura persistono e combattono tenacemente.
La letteratura non è fine a se stessa, ma anzi spinge ognuno di noi alla coscienza: è meraviglioso infine vivere le emozioni e le storie dei personaggi che vorremmo essere. Basta semplicemente aprire un libro e scorrere le pagine, per riviverle.
Vargas Llosa parla anche del suo privato, della sua infanzia in particolare. Fino all’età di 11 anni, sapeva di non avere un padre, viveva con la madre e la famiglia matriarcale e la sua esistenza era felice. Solo dopo scoprì di avere un padre e ciò lo destabilizzò; lo portò a vivere un’altra “realtà parallela”, molto diversa dalla realtà che aveva vissuto con la madre. Con l’avvento del padre conobbe la paura e al contempo si attaccò moltissimo allo scrivere e alla letteratura. Il padre non sopportava l’idea che il figlio potesse dedicarsi allo scrivere (un’attività poco consona essere un letterato). Proprio per questo, Vargas Llosa mise tutto se stesso nei suoi scritti e nei suoi libri: fu così che l’amore per la letteratura si cementò definitivamente.
Vargas Llosa in questi giorni ospite in Italia, ha potuto anche assistere allo spettacolo teatrale “Un appuntamento a Londra“, tratto da uno dei suoi scritti. Un uomo e una donna sono i protagonisti della storia che si incontrano a Londra; l’uomo realizzato e apparentemente felice da libero sfogo alle sue fantasie, mentre la donna gioca con gli specchi, incarnandosi in mille proiezioni fantastiche dell’uomo. Un testo dove ambiguità e fragilità corrono sul filo della fantasia, che vedrà piano piano svelarsi attraverso un finale a sorpresa.
L’incontro si conclude quindi con l’intervento di Pamela Villoresi, attrice protagonista di “Un appuntamento a Londra“, la quale narra il suo “amore” per la letteratura di Vargas Llosa e di come ha incontrato per la prima volta il Premio Nobel.
Quando la forza del pensiero smuove le coscienze, possiamo certamente ammettere che la letteratura è forse una delle ricchezze che un popolo dovrebbe custodire e tramandare.