Pasolini Roma

Pasolini Roma
La mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini

  Pasolini RomaRoma, 14 Aprile 2014, Palazzo delle Esposizioni

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita fino al 20 Luglio 2014 la mostra dedicata a uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso, ovvero Pier Paolo Pasolini.

Una mostra che vede protagonista il poeta e regista, nonché scrittore con una sensibilità artistica fuori dal comune in svariati campi culturali, nata dalla collaborazione tra l’Azienda Speciale Palaexpo, il Centro de Cultura Contemporània di Barcellona (CCCB), la Cinémathèque Francaise di Parigi ed il Martin-Gropius-Bau di Berlino che hanno ospitato ed ospiteranno l’evento nelle rispettive sedi.

La mostra “Pasolini Roma” pone in risalto non solo la figura dell’intellettuale, sin dal suo arrivo nella Capitale, ma anche tutto il suo lavoro da poeta, scrittore e regista, mescolando la sua vita privata con quella artistica, inscindibilmente in un processo creativo ed umano che porterà Pier Paolo Pasolini a creare un nuovo linguaggio cinematografico e letterario, con una personalissima visione dell’umanità, a cominciare dalla città di Roma, fonte inesauribile per le sue opere, via via spingendosi in svariate realtà italiane, sino a culminare verso i paesi più poveri e martoriati dalla povertà, ma che conservano un fascino indiscutibile per Pasolini.

Il percorso espositivo è articolato in sette sezioni, ognuna dedicata a un particolare momento di vita di Pasolini, scandita da avvenimenti, composizioni e visioni cinematografiche, a stretto contatto con quella che sarà da sempre la principale fonte di ispirazione del lavoro Pasoliniano, ovvero Roma e le sue borgate, dove i protagonisti sono i sottoproletari.

Pier Paolo Pasolini abbandona la sua terra natia, ovvero il Friuli, dopo esser stato rimosso come insegnante ed espulso dal partito comunista, per via della sua omosessualità. Arriva a Roma nel 1950 ed i primi anni sono i più duri. Inizialmente alloggia presso conoscenti in prossimità del centro di Roma, ma con la madre e sua nipote Graziella infine va a vivere in una periferia romana, ovvero Ponte Mammolo, nei pressi del carcere di Rebibbia, dove Pasolini incontra le persone più disparate e disperate della città. Una notevole fonte di ispirazione per i suoi romanzi ed i suoi film, trasportando in essi tutta l’umanità, la passione, ma anche l’orrore di quel che lo circondava. Una esperienza che ha segnato non solo Pasolini ma anche le opere future, avviando così un nuovo ciclo artistico e cinematografico, fortemente differente dal neorealismo e da tutte quelle opere che dipingevano ancora una Roma non del tutto veritiera.

Nei primi anni della sua permanenza a Roma inizia a frequentare vari scrittori, come Ungaretti, Gadda, Caproni e Bassani, scrivendo inoltre sceneggiature per Soldati, Fellini, Bolognini e molti altri. Il suo primo romanzo, “Ragazzi di vita”, del 1955, lo fa entrare di diritto nella vita intellettuale ed artistica della Capitale, suscitando scalpore per il linguaggio utilizzato. Un linguaggio che appartiene al gergo dei ladruncoli e delle prostitute, di quelle persone che vivono all’estrema periferia, dove il dialetto romano è il protagonista assoluto, assieme alle vicende forti raccontate, forse sicuramente viste. Sergio Citti, un giovane pittore manovale, sarà inizialmente il suo “vocabolario” vivente, introducendo Pasolini nel mondo del dialetto romanesco.

Pier Paolo Pasolini nel corso degli anni si sposta nel centro di Roma, frequentando gli amici artisti e gli intellettuali dell’epoca, come Moravia, Morante, Bassani, Fellini e Betti.

Negli anni ’60 fu ospite del poeta Attilio Bertolucci, padre di Bernardo. Ed è proprio Pasolini ad introdurre Bernardo nel mondo del cinema, diventando uno dei più grandi e “giovani” registi europei, grazie al ruolo iniziale di aiuto regista per il film “Accattone”.

Lo stesso film, del 1961, segna ufficialmente Pasolini come regista ed entra di diritto nel mondo cinematografico. Il film è realizzato dopo un viaggio in India ed in Africa, dove crescerà il suo amore per il terzo mondo.

Pasolini RomaCon “Accattone” inizia la trilogia romana che comprende inoltre “Mamma Roma” e l’episodio “La ricotta”, presente all’interno del film realizzato a quattro mani dal titolo “RoGoPaG”, dalle iniziali dei quattro registi, ovvero Rosselini, Godard, Pasolini e Gregoretti.

In “Mamma Roma” la protagonista è Anna Magnani, la straordinaria attrice che interpreta nel film una prostituta che cerca di cambiare vita, nonché di offrire un futuro migliore a suo figlio, trasferendosi in un nuovo quartiere edificato, ma purtroppo non riuscirà nel suo intento.

La ricotta”, realizzato nel 1962, è un film che suscita forte indignazione e un processo, il primo dei tanti che Pasolini affronterà nel corso della sua vita, mirati per lo più per mettere a tacere una voce fuori dal coro, sempre critica, polemica, vigile e ferma che denuncia tutto ciò che provoca la sua indignazione. Un personaggio a dir poco scomodo, per coloro che intendevano all’epoca mantenere intatte le loro posizioni, intellettuali e non, in una Italia che purtroppo non sembra affatto essere cambiata nel corso del tempo.

In questa occasione Pasolini però incontra un’altra grande persona che sarà parte integrante della sua vita, ovvero Ninetto Davoli.

Pasolini si trasferisce di nuovo, in una grande casa all’Eur. Anche questo quartiere di Roma sarà fonte di ispirazione, ambientandovi il film “Uccellacci e uccellini” del 1965-1966, interpretato da Totò e da Ninetto Davoli.

In questo periodo però Pasolini inizia anche a prendere le distanze da Roma, dirigendosi più a sud, dove nel 1964 ambienta “Il Vangelo Secondo Matteo”. Pasolini viaggia più frequentemente anche verso l’India e l’Africa, passando per lo Yemen, il Kenya, il Ghana e la Nigeria.

Nel 1963 parte anche il suo viaggio per l’Italia per il film-documentario “Comizi D’Amore”, per intervistare gli italiani sulla sessualità, un argomento ancora tabù all’epoca, in un paese che ospita il Vaticano.

Nel 1966 viene colpito da un forte malore che, al contempo, lo costringe per lungo tempo a letto, durante il quale elabora versi ed opere che vanno a costituire in verità il suo disamore per Roma, osservando come la società stesse cambiando in peggio. La cultura del sottoproletariato non è più genuina ed innocente, ma corrotta ed imborghesita.

Negli anni ’70, poco prima della sua tragica morte avvenuta nel 1975, un decesso non ancora del tutto chiarito, Pasolini si dedica al cinema girando il “Decameron”, “I Racconti di Canterbury” e “Il Fiore delle mille e una notte”, ma il suo ultimo film è “Salò o le 120 giornate di Sodoma” del 1975. “Petrolio” è invece la sua ultima grande opera rimasta però incompiuta.

Negli ultimi anni Pasolini si fa costruire anche due case, una a Viterbo e l’altra a Sabaudia, per allontanarsi da quella città che tanto aveva amato, ma che col tempo lo stava distruggendo, o meglio, distruggeva la sua concezione disincantata che tanto aveva rappresentato anni addietro.

Ogni sezione della mostra è supportata, oltre che da fotografie, filmati e scritti dello stesso Pasolini, anche da cartine della città di Roma, per identificare al meglio e in ogni preciso periodo della vita di Pasolini, quanto la città abbia influenzato le sue opere, in un rapporto stretto fatto di amore ed odio, passione e tormento, ma al contempo unico ed indissolubile.

Non mancano inoltre alcuni dipinti ed autoritratti del Pasolini, per una visione del tutto poetica e toccante.

A completare la mostra vi sono anche le proiezioni dell’intera cinematografia Pasoliniana, visibili all’interno della sala cinema del Palazzo delle Esposizioni, ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Spazio anche agli incontri con Nico Naldini, Dacia Maraini e Ninetto Davoli, i quali racconteranno la loro esperienza umana e lavorativa vissuta accanto a Pasolini.

Pasolini RomaLa mostra ha così l’onore di poter mostrare l’universo Pasoliniano nelle sue più salienti opere e vicissitudini, dapprima come persona fortemente sensibile che ha saputo raccontare un mondo anche nelle sue forme più violente, mantenendo al contempo la veracità e l’umanità delle figure incontrate, donando ai posteri spunti di riflessione ed ispirazione tutt’ora fortemente attuali. Al contempo, la mostra pone l’attenzione sulla sua figura di uomo, troppo spesso colpevolizzato solo per il suo pensiero e per la sua diversità, che al contempo lo hanno reso un grande intellettuale, uno dei più grandi del secolo scorso che l’Italia possa vantare.

La mostra è stata curata da Gianni Borgna, recentemente scomparso, amico di Pasolini, nonché grande estimatore dello stesso, con il supporto di Alain Bergala e Jordi Ballò.

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