Volevo Essere Madame
Roma, Teatro Trastevere
7-9 febbraio 2025
Adattamento e Regia: Lucia Ciardo
Assistente Regia: Daniela Pisoni, Sara Forlivesi
Assistente Luci: Eleonora Casoli
Scenografie: Lina Zirpoli, Giovanni Valgimigli
Costumi: Nadia Lillini
Con: Barbara Sirtoli, Lina Zirpoli
Voice Off: Vittorio Zotti

Volevo essere Madame, diretto da Lucia Ciardo, è uno spettacolo teatrale capace di scuotere, affascinare e far riflettere. In equilibrio precario tra realtà e fantasia, tra conscio e inconscio, la pièce si dipana come un vortice grottesco ed energico, in cui l’illusione sembra continuamente sopraffare la verità.
Le protagoniste, due serve insofferenti al proprio ruolo, vivono prigioniere di una condizione sociale dalla quale non possono scappare. Il loro disagio si manifesta in un odio feroce verso la propria immagine: persino il riflesso allo specchio diventa insopportabile. Il conflitto esplode nel confronto con Madame, la loro padrona, figura odiata ma anche venerata. La padrona rappresenta per loro un ideale irraggiungibile, un simbolo di tutto ciò che desiderano ma che non possono avere.

Lo spettacolo trasforma il palcoscenico in una sorta di realtà alternativa, con sveglie che scandiscono il ritorno al conscio e musiche che amplificano fantasie e allucinazioni. Le serve, nei loro giochi di ruolo, oscillano tra odio e ammirazione per Madame, finendo per proiettare su di lei tutte le loro frustrazioni e i loro sogni. Questo incessante desiderio di essere qualcun altro le conduce a una perdita totale della connessione con la realtà.

A mio parere lo spettacolo presenta una critica alla società contemporanea: la condizione delle serve richiama il disagio di molti giovani oggi, continuamente esposti a modelli irraggiungibili veicolati dai social media. In un mondo dove vite patinate e ideali irrealistici dominano, il confronto brutale con questi standard alimenta una frustrazione profonda e spinge a un desiderio ossessivo di approvazione e successo.
Come le serve osannano Madame, così anche la nostra società finisce per alimentare il potere di influencer e celebrità, senza rendersi conto che questo potere è spesso illusorio ed è alimentato da noi stessi. La pièce mette a nudo questa dinamica, mostrando come il culto dell’apparenza e dell’ideale possa trasformarsi in una trappola esistenziale.

Lo spettacolo si distingue per una regia vitale e visionaria. La scenografia e l’uso del suono contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa, tra la quotidianità grigia e le esplosioni psichedeliche della fantasia. La performance delle attrici restituisce con intensità il dissidio interiore delle protagoniste, rendendo tangibile il loro disagio e la loro alienazione.
Volevo essere Madame non è solo teatro: è uno specchio grottesco della nostra società, un invito a riflettere sui confini tra realtà e illusione, tra desiderio e ossessione.
Giulia Bazzoli