APERITIVO ALL’ARSENICO di Dario Falleti

Autore: Dario Falleti
Editore: Frilli
Pagine: 320

Trama: Il professor Corradi, docente universitario di chimica e scienziato di fama mondiale, viene trovato morto nel suo appartamento per avvelenamento da arsenico. La delusione per la recente mancata assegnazione del premio Nobel costituisce un buon movente e i riscontri investigativi paiono confermare l’ipotesi di suicidio. Secondo il commissario Negroni, però, c’è qualcosa che non quadra. Corradi viaggiava molto, aveva rapporti di consulenza con alcune industrie, gestiva ricchi finanziamenti alla ricerca, conduceva una vita libertina sia prima sia dopo la separazione dalla moglie e nutriva una singolare passione per le cacce al tesoro. Un manoscritto, al quale il professore lavorava da un anno, risulta misteriosamente scomparso. Un giornalista free lance, anche lui scettico riguardo all’ipotesi del suicidio, conduce un’inchiesta parallela e propone al commissario di darsi una mano a vicenda. Negroni inizia a seguire una pista. Affiora un intreccio di rivalità accademiche, intrighi e gelosie di amanti, brevetti industriali e grandi interessi economici. L’ipotesi del suicidio scricchiola sempre più. Si scatena una serie di omicidi. L’indagine si dipana tra Roma, Napoli e Monaco di Baviera. Il manoscritto di Corradi viene recuperato. Nello scenario di lobby industriali legate a clan camorristici, viene alla luce un traffico internazionale di rifiuti tossici e cocaina, e nella scia di connivenze e complicità, emergono tradimenti di insospettabili e morti dimenticate. Su un terreno divenuto molto scivoloso, gli omicidi trovano una spiegazione e i colpevoli vengono in un modo o nell’altro assicurati alla giustizia. Il suicidio di Corradi rimane ancora in cerca d’autore. Il commissario Negroni non si arrende e, seguendo l’unica traccia rimasta, ricostruisce la trama di una sofisticatissima, duplice, vendetta.

Libro molto ben scritto e articolato, il commissario Negroni è un personaggio che si muove al di sopra delle righe, e per certi versi mi ricorda molto da vicino Rocco Schiavone, soprattutto in certe descrizioni.

La storia apparentemente è lineare, il professor Corradi si suicida in seguito alla delusione di non aver vinto il premio nobel per la chimica, ma la realtà è molto diversa e il premio mancato non è il motivo della dipartita del professore.

Il commissario Negroni in questa indagine si trova a navigare in acque torbide e turbolente infestate da ogni sorta di pericolo, tra industriali corrotti, fiumi di denaro di dubbia provenienza, killer senza scrupoli, palesi bugie e mezze verità nascoste; ma per sua fortuna ha al suo fianco collaboratori affidabili e conoscenze utili da sfruttare all’occorrenza.

La scrittura è fluida e molto “onomatopeica” e figurativa ed è piuttosto divertente lo scambio di informazioni e battute tra forze dell’ordine in napoletano e romanesco.

Divertente anche la scelta alcolica dei nomi di alcuni personaggi (Negroni, Martini ecc.).

La storia non è lineare, ha alti e bassi, battute di arresto e ripartite in salita, ma non è mai prolissa o tediosa, e tiene il lettore ben incollato al libro fino all’ultima pagina.

Colpi di scena a parte, finale non scontato e interessante.

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