Avatar live in concert
Roma, Auditorium Conciliazione, 11-12 aprile 2025
Direttore: Maestro Ludwig Wicki
Orchestra Italiana del Cinema
Solista: Eleanor Grant
Coro: Labirinto Vocale e Sezione Auree
Il primo Avatar non si scorda mai: sebbene sia in arrivo, dopo il grande successo del secondo episodio (Avatar: The Way of Water) uscito nel 2022,
il terzo capitolo della saga (Avatar: Fire and Ash), previsto per il prossimo Natale, la magia e l’impatto visivo di Avatar (2009) di James Cameron conquistano ancora oggi il cuore e l’immaginario dello spettatore, intramontabile evergreen della storia del cinema.

In questi giorni, il fascino di Pandora e del suo popolo è approdato a Roma, all’Auditorium Conciliazione, per la 4a edizione del Roma Film Music Festival, il festival che racconta il cinema attraverso la musica. Diretta dallo stesso Direttore Musicale del Festival, il Maestro Ludwig Wicki, una flotta di 120 musicisti sul palco ha ricreato, amplificandola, l’incanto del film pluripremiato e campione d’incassi: l’Orchestra Italiana del Cinema ha eseguito la colonna sonora firmata dal compianto James Horner, in armonia con il Coro Labirinto Vocale e Sezioni Auree e la cantante solista Eleanor Grant, che ha dato voce alla Grande Madre Eywa.

Rivedere Avatar su grande schermo è già di per sé un’emozione fortissima: ma la versione live in concert sublima la visione in modi inarrivabili, accordando perfettamente le immagini del film con le note suonate dall’Orchestra e le armonie vocali di coro e solista. Avevamo già assistito ad altre eccellenze del Roma Film Music Festival, dai Pirati dei Caraibi a Star Wars fino ai divertenti Looney Tunes; ogni esecuzione ha in sé l’unicità della performance e delle emozioni suscitate, ma crediamo che con Avatar si siano raggiunte le vette più alte, euritmia perfetta delle Arti, da quella moderna del Cinema a quelle antiche della Musica e del Canto.

La musica ha il potere immenso di pervadere chi la ascolta, trasportandolo in una dimensione altra; unita alle immagini potenti e magiche di Avatar ha portato l’intera platea in un mondo da sogno, in cui il popolo di Pandora è connessa in modo unico con la natura attraverso la Grande Madre, Eywa, fatta di tutte le cose viventi e protettrice dell’equilibrio naturale di Pandora stessa. In questo, il messaggio del film di Cameron è tanto più attuale quanto più vediamo l’uomo di oggi allontanarsi dalla Natura, alienato da essa e da quella legge di interconnessione tra tutte le cose che vige sul mondo misterioso ed unico di Pandora.

Il contrasto tra ottusi militari (capitanati dal colonnello Quaritch) e venali industriali (il dirigente Selfridge) da un lato e scienziati consapevoli dell’unicità e della bellezza di quel mondo maestoso (guidati dalla dottoressa Grace Augustine, una sempre splendida Sigourney Weaver) trova l’anello di disgiunzione nell’ex marine Jake Sully: inviato – sotto forma di Avatar – dai primi a studiare i Na’vy, la popolazione nativa di Pandora, per trovare un modo – pacifico o meno – per impossessarsi delle ricchezze del loro mondo e cacciarli dalla loro casa (il paragone con i nativi americani sorge spontaneo), entrato in contatto con il loro mondo grazie alla principessa Neytiri degli Omaticaya, passo dopo passo si connette empaticamente con questa nuova realtà, tanto da chiedersi quale sia la vita reale: quella dell’ex marine Jake Sully o quella del suo avatar? Se oggi, con il confronto crescente con l’AI, è importante valorizzare l’umanità reale, in questo caso Sully, nella sua realtà virtuale è più consapevole della sua umanità di quanto non lo fosse prima, trovando infine nella fusione tra le sue due vite il suo futuro.
Michela Aloisi