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Racconti Teatrali presenta
Gioconda
di e con Cristina Aubry
Musiche originali di Livia Cangialosi (eseguite dal vivo)
Regia di Alessia Sambrini
Foto di Claudio Magagnini
Dal 21 al 23 febbraio presso il “T” di Roma (Via Bernardo Passeri, 9)

Intro: Gioconda ha quasi sessant’anni e si destreggia in una vita convulsa tra un padre anziano che perde colpi, una storica amica del cuore fino al paradossale mondo della scuola e le bizzose quindicenni a cui fa mettere in scena la Lisistrata . Tutto nella vita di Gioconda è un fallimento quando irrompe in un parco un incontro non previsto. Attraverso il dialogo immaginario con questo misterioso personaggio Gioconda farà i conti con un passato mai emerso arrivando a toccare emotivamente ciò che è rimasto in sospeso. Secondo la modalità del racconto teatrale l’attrice darà voce e corpo a racconto , ricordi e dialoghi dipingendo vizi e virtù dei vari personaggi della storia.

Roma pullula di piccoli teatri, che rispetto ai più noti hanno spesso in cartellone spettacoli maggiormente creativi e interessanti. Ormai ne abbiamo girati parecchi. In compenso uno spazio teatrale come il “T”, situato nei pressi di Porta Portese, non lo conoscevamo ancora. A febbraio l’impatto è stato decisamente “rustico”, famigliare, a farci simpatia è stato poi il fatto di capitare in zona con netto anticipo, rispetto all’orario dello spettacolo da seguire, finendo così a festeggiare il quarto compleanno di un piccolo pub sull’altro lato della strada. Per la cronaca: il Johnny’s Place Pub di Via Bernardo Passeri, dove ci auguriamo sia ancora in rotazione la birra alle castagne assaggiata la sera del 21 febbraio.

Passando nuovamente dal malto al teatro, lo spettacolo cui abbiamo assistito in tale occasione è Gioconda, scritto e interpretato da Cristina Aubry. Come attrice lei la conosciamo (e stimiamo) da tempo. Fa fede qui, quale primo impatto con le sue sfaccettate interpretazioni, Chi ha paura della solitudine di Orlando Placato, testo portato brillantemente in scena dalla Aubry e da Oreste D’Ippolito nel 2017 al Teatro Tordinona. Ma quella stessa complessità, quell’insieme di sfumature, quel lavorare tra le righe del testo, quel farsi strada sul palco mescolando sapientemente humour e malinconia, sono parte di un background che abbiamo piacevolmente ritrovato nella nuova pièce, che ci risulta peraltro essere la prima con la sua firma, con Alessia Sambrini in cabina di regia…

Un testo, Gioconda, in cui Cristina Aubry (unica interprete in scena) simula la presenza di vari personaggi, mettendo a nudo di riflesso sia il carattere che il sistema di relazioni della protagonista, colta nel bel mezzo di una crisi esistenziale e lavorativa. In tal senso abbiamo particolarmente apprezzato, per la sua verace – e a tratti dolente – comicità, la descrizione dell’ambiente scolastico con cui Gioconda si trova a interagire, per il laboratorio teatrale che le è stato affidato: un campionario di adolescenti distratte e confuse, dall’eloquio che non sfigurerebbe in un film di Verdone, cui la protagonista per la recita scolastica vorrebbe affidare addirittura Lisistrata. Classico per quanto irriverente testo del teatro greco, le cui “attualizzazioni” devono per forza giocare di sponda con la società attuale, come ci insegna il notevolissimo Lisistrata Mon Amour di Matéi Visniec.
Nell’approcciare questa e altre tematiche, magari più intime, la Aubry dà vita a un caleidoscopio di riflessioni, di emozioni, cui gli interventi musicali della bravissima Livia Cangialosi non si limitano a fare da contrappunto, proponendosi semmai quale estemporaneo duetto in grado di lasciare la propria impronta, un timbro riconoscibile, nella diegesi stessa.
