Due non è pari

Due fratelli per interpretare due fratelli: al CineTeatro L'Aura un piccolo miracolo di introspezione e di surreale comicità

CineTeatro L’Aura, Roma, 8 novembre 2018

DUE NON È PARI

Di: Elio Urbani
(adattamento di Luca Giacomozzi)

Con: Claudio Scaramuzzino e Stefano Scaramuzzino

Regia di: Massimo Milazzo

Con la partecipazione straordinaria di: Claudio Gnomus

Scenografie: Michele Funghi

Costumi: Adelaide Stazi

Fotografa di scena: Loredana Pensa

Dall’8 al 11 novembre 2018

INTRO: Al CineTeatro L’Aura attesissimo debutto nazionale per l’esilarante commedia interpretata dai due fratelli Claudio e Stefano Scaramuzzino. Due fratelli nella vita e sulla scena in “DUE NON È PARI”, una commedia di Elio Urbani, con la regia di Massimo Milazzo, incentrata su due fratelli che hanno tra di loro un rapporto conflittuale che li porta a scontrarsi su ogni cosa. La diversità tra i due personaggi si mostrerà come una ricchezza e anche le liti risulteranno dei confronti positivi.
La soluzione a questo conflitto, alla cui base c’è comunque un profondo affetto, non sarà così scontata: restare insieme perché solo l’unione fa la forza.

Fino all’ingresso in scena degli “Scaramuzzino brothers” l’idea di due fratelli a teatro coincideva semplicemente, per chi scrive, con un testo assai gettonato e senz’altro bello di Fausto Paravidino. Due fratelli, per l’appunto. Ma tale idea proprio dallo spettacolo andato in scena al CineTeatro L’Aura è stata simpaticamente rivoluzionata. Un update picaresco, vivace e non privo di grazia, insomma. Non soltanto perché Stefano e Claudio Scaramuzzino sono realmente due fratelli chiamati a impersonare, nella finzione, un identico vincolo di sangue, ma perché questi due splendidi interpreti hanno saputo trasformare l’eccezionalità della situazione in una travolgente sarabanda, capace di divertire il pubblico con una vasta gamma di frizzi e lazzi, per ripiegare poi su quella folgorante riflessione sui legami famigliari che, non proviamo vergogna a dirlo, ci ha persino un po’ commosso.

A monte di tutto ciò vi è ovviamente l’ammaliante naïveté del testo di Elio Urbani, adattato per l’occasione da Luca Giacomozzi; e con le sue componenti più circensi valorizzate tanto dalla regia spigliata di Massimo Milazzo, tanto dai fondamentali apporti di Adelaide Stazi per i costumi e di Michele Funghi per le scenografie. La vita quasi come un susseguirsi di numeri sotto il tendone di un circo. O come lo studiolo di un ineffabile ciarlatano. Sì, perché in Due non è pari entrambi i fratelli, uno più convinto e l’altro abbastanza recalcitrante, nel tentativo di porre fine ai loro frequenti dissidi finiscono nelle (non si sa quanto) sapienti mani di un istrionico personaggio, un po’ illusionista, un po’ psichiatra e un po’ “domatore di leoni” prestato all’umana specie. Sarà costui a convincerli ad accettare uno strano gioco, che li porterà a regredire impersonando soggetti di varie epoche, in modo alquanto eccentrico, pur di approfondire la natura del loro rapporto.

Un simile canovaccio nella così stralunata interpretazione fisica e verbale di Stefano e Claudio Scaramuzzino, a modo loro perfettamente complementari, diventa esercizio di cabaret mai fine a se stesso, laddove l’interazione corporea tra i due e con il loro eccentrico mentore si configura come di primaria importanza, alternandosi a momenti canori la cui stessa, piacevole varietà è motivo di intrattenimento per il pubblico. Fondamentale ci è parsa poi la presenza scenica della guest star Claudio Gnomus, un “master of puppets” la cui classe dal retrogusto antico finisce per implementare quel senso di atemporalità, di sognante euforia, che caratterizza tutta la rappresentazione. E così, dopo un inizio forse un po’ stentato rispetto al pirotecnico finale, l’impronta satirica, ferina, cabarettistica e al contempo intimista data allo sconnesso e mordace dialogo tra i due protagonisti s’impone gradualmente sul palco, attraverso il sapido diversificarsi delle emozioni, ora gioiose e ora più complesse e graffianti, che i due fratelli sono in grado di regalarci.

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