GLI “ACROBATI” COME DANIELE SILVESTRI

I MOTIVI DI UN SUCCESSO CONDIVISO

DANIELE SILVESTRI – ACROBATI – SONY MUSIC – 2016daniele-silvestri-acrobati

Formazione: Daniele Silvestri – voce, chitarre, tastiere e pianoforte; Daniele Fiaschi – chitarre; Gabriele Lazzarotti – basso; Fabio Rondanini – batteria, live electronics e percussioni; Duilio Galioto – tastiere, organo, piano, wurlitzer, moog, vetta sound

Produzione: Daniele Silvestri, Francesco Barbaro e Daniele “Il mafio” Tortora

Titoli: 1 – La mia casa; 2 – Quali alibi; 3 – Acrobati; 4 – Pochi giorni (feat. Diodato); 5 – Un altro bicchiere (feat. Dellera); 6 – La mia routine; 7 – Così vicina; 8 – La verità; 9 – Pensieri; 10 – Monolocale; 11 – La guerra del sale (feat. Caparezza); 12 – A dispetto dei pronostici; 13 – Come se; 14 – L’orologio (feat. Diego Mancino); 15 – Bio-boogie (feat. Funky Pushertz); 16 – Tuttosport; 17 – Spengo la luce (feat. Dellera); 18 – Alla fine (feat. Diodato)

Daniele Silvestri è l’identikit dell’artista che con i suoi meriti raggiunge un grande successo senza esagerare con i compromessi, galleggiando così perfettamente tra la categoria artisti da acchiappo senza testa e quella opposta, quella degli artisti duri da seguire proprio perchè dotati di troppa testa e/o solo di quella. Come se il titolo e la copertina volessero esprimere appunto questa perenne ricerca dell’equilibrio.

Rispetto ai primi anni si sentono e si vedono tutte le migliorie introdotte in un artista dalla frequentazione dell’ambiente, a cominciare dai suoni, dalla produzione, dalla pulizia, mentre invece restano le capacità dialettiche, quelle che gli consentono di ironizzare e far riflettere su tanti argomenti, attuali ed eterni.

Ecco, i testi, sicuramente il piatto forte di questo disco, forse a scapito della mancanza di una traccia in grado di fare il botto come potevano essere un tempo La paranza, Salirò o Gino e l’Alfetta.

L’abilità di Silvestri, circondato di musicisti abituali e ospiti di rilievo assoluto, è anche e soprattutto quella di dare musicalità alle parole stesse, mai scontate, mai banali, e pronunciate sempre con quel suo inconfondibile timbro suadente, che conservano tutta la propria incisività anche quando sono parlate più che tecnicamente cantate.

Il suo successo è documentato anche dal servizio e dagli scatti della nostra Raffaella Midiri sulle recenti 4 serate dell’Auditorium, in coabitazione con Max Gazzè e Niccolò Fabi.

E allora ecco le filastrocche per adulti: Quali alibi spernacchia la scena politica italiana, sempre meno credibile e sempre meno votata direttamente; Un altro bicchiere induce alla riflessione sull’alcolismo e su certa voglia di protagonismo mal manifestata dai giovanissimi; Bio boogie, con la collaborazione dei Funky Pushertz, stampa un punto interrogativo sugli alimenti biologici, spesso costosi e chissà se davvero così benefici, sulle note di un simil-boogie che ad ogni modo mostra sapienza musicale assoluta.

Poi ci sono spunti di riflessione ed espressioni musicali meno legati all’attualità, anche molto meno crioptici nei messaggi “subliminali”, come Monolocale, espressione dell’animo inquieto di una donna.daniele-silvestri-come-gli-acrobati-in-bilico-sulla-leggerezza-l5zml

Si resta sempre su ritmi di un rock non certo sfrenato, e magari chi, come il sottoscritto, preferisce sempre una buona dose di energia, dovrà accontentarsi dell’episodio costruito con Caparezza, La guerra del sale, pezzo comunque elaborato nei tempi e nelle soluzioni.

Però trovo eccessivo un rapporto in sostanza di 17 a 1, sui 18 pezzi proposti in totale: quello con Caparezza a conti fatti è l’unico brano dalle tinte un pò più “radiofoniche”, per il resto è tutto materiale, si, di assoluto valore nella musica e nei contenuti, ma soddisfa meno intensamente al primo ascolto.

Non è un ruffiano, Daniele Silvestri, e questo gli fa un grande onore, ma in questo disco, pur notevole per gli amanti del genere, lo trovo più poeta che musicista. Almeno non è un pensatore dedito a vita contemplativa fine a se stessa, ma riflette e fa riflettere su problemi pratici.

Bravissimo lo stesso ma la mia personale preferenza va ad altri momenti della sua produzione.

Roberta Pandolfi

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