Il prigioniero della seconda strada

Il Prigioniero della seconda strada
Presso il Teatro dell’Angelo di Roma, dal 5 maggio scorso e fino al 17 maggio, la Compagnia Teatri Soratte, con Fabio Galadini e Veronique Vergari porta in scena lo spettacolo “Il Prigioniero della Seconda Strada”, di Neil Simon, 40 anni dopo il film, per un omaggio a una generazione “malinconicamente disillusa”. Nel cast, oltre a Fabio Galadini e Veronique Vergari vi sono Loris De Luna, Alessandra Allegrini, Simona Meola, Paola Calliari e con la partecipazione di Riccardo Barbera. La regia è di Fabio Galadini, mentre l'assistente alla regia è Rosa Morelli. Le musiche originali sono affidate a Giovanni Di Cosimo, mentre la traduzione è stata affidata a Maria Teresa Petruzzi.

Il Prigioniero della seconda stradaA quarant’anni dall’uscita del film “Il Prigioniero della seconda strada” di Neil Simon, va in scena lo spettacolo della Compagnia Teatri Soratte, con Fabio Galadini, Veronique Vergari, Loris De Luna, Alessandra Allegrini, Simona Meola, Paola Calliari e con la partecipazione di Riccardo Barbera. Quanto questo film è stato importante all’epoca e quanto questo spettacolo lo è ora?
Devo dire la sincera verità ho visto il film diverse volte. L’ultima volta si riferisce a qualche anno fa. Non ho rivisto il film per l’allestimento di questo spettacolo per non lasciarmi influenzare nelle scelte.

Per quanto riguarda il film ebbe grande successo soprattutto per il cast stellare, ma io ho lavorato sulla commedia di Neil Simon scritta nel ‘71 (il film è del ‘75), scinderei i due fatti anche se il grande pubblico conosce il film e proprio per questo motivo ho voluto quindi omaggiare il pubblico a 40 anni dall’uscita del film.

La Commedia di Neil Simon è stata scritta in piena guerra del Vietnam e in piena crisi energetica. Due fatti che colpirono l’America in modo decisivo. Nulla di più vicino alla crisi che stiamo vivendo! Guerre ed energia sono le costanti di tutte le crisi anche se quella che stiamo vivendo è dovuta alla finanziarizzazione dell’economia globale.

Gli effetti però sono simili per la classe media che scompare sempre: l’assenza di lavoro e dover comunque provvedere al pagamento dell’affitto, bollette e della spesa giornaliera rinunciando al superfluo; le ossessioni di Mel sono le stesse che vive oggi il Signor Rossi.

Quali sono i punti in comune che raccoglie quella generazione con quella odierna?
Credo che ormai, al di là della specifica provenienza, le persone sono tutte colpite da questa terribile situazione.
La differenza fra quella generazione e la nostra? Probabilmente in loro c’era ancora forte il senso della libertà e la volontà di cambiare il mondo. Le generazioni di oggi sembrano invece aver rinunciato a questo sogno rassegnandosi e gestendo la propria vita giorno per giorno.

Una storia comunque adattata al pubblico italiano. Quanto il pubblico riuscirà a farla propria?
Il lavoro che ho fatto è di assoluta fedeltà al testo di Simon. Lavorando sul testo tradotto dalla Petruzzi abbiamo dovuto adattare alcuni modi di dire tipici di New York incomprensibili ad un pubblico italiano. In questa fase il contributo di Rosa Morelli è stato fondamentale nell’adattare la traduzione alla sensibilità italiana mantenendo inalterate le tensioni proprie della drammaturgia di Simon e l’intonazione comica della commedia.
Un grande lavoro di perizia linguistica e di abilità letteraria fatto da Rosa che rende il testo non solo comprensibile ma estremamente attuale anche per pubblico italiano.

Come si sono invece ritrovati gli attori ad interpretare i ruoli dei protagonisti? Si sono lasciati “influenzare” dal film o hanno cercato di apportare del proprio ai personaggi?
Ho chiesto agli attori di non vedere il film ma di lavorare sulle caratteristiche specifiche del personaggio che di volta in volta indicavo.
Tutti hanno portato in scena le loro abilità attoriali a partire dai quattro “personaggi minori” cioè i fratelli di Mel interpretati da Loris de Luna, Alessandra Allegrini, Simona Meola e Paola Calliari. Quattro giovani attori sorprendenti che avranno certamente un futuro in questo lavoro. Tutti provenienti da una delle più importati Accademie di Arte Drammatica presenti a Roma cioè l’Accademia Eutheca.

Per quanto riguarda Veronique Vergari che interpreta il ruolo di Edna (la moglie di Mel) è un’attrice straordinaria, una professionista unica nel suo genere che ha saputo disegnare un personaggio con raffinatezza ed eleganza. Anche qui il ruolo di Rosa Morelli è stato fondamentale per la preparazione degli attori.

Sorprendente come la storia, di 40 anni fa, sia ancora attuale. Il mondo non è dunque cambiato? O è l’uomo a stare fermo nelle proprie condizioni?
In una battuta Mel dice: “… ti possono prendere tutto, il lavoro, il Televisore il Whisky… ma non possono prenderti il cervello, il cervello è la mia arma letale…” e in un’altra battuta sempre Mel dice “ … voglio uscire dagli obblighi, dalle cose inutili di cui non abbiamo bisogno e che ci stanno soffocando… spazzatura che compriamo ogni anno e che quando la butti diventa nuova spazzatura…”.

Credo che la lezione di Simon sia proprio questa cioè comprendere finalmente che la società dei consumi è la causa principale di tutto e che dobbiamo compiere uno sforzo per riappropriarci della nostra coscienza critica se vogliamo uscire definitivamente dall’ovvio e ricominciare a sognare.
Simon ce lo dice con una comicità irriverente e mai grottesca inducendoci a riflettere che per cambiare il mondo dobbiamo cambiare prima noi.

Qual è il messaggio che la compagnia intende comunque lanciare al pubblico? O condurranno lo spettatore verso alcune riflessioni?
Oltre a ciò che ci dice Neil Simon e per scoprirlo è necessario vedere la commedia, la mia intenzione è di trasmette un’idea di Teatro che afferma la necessità di essere metafora del mondo in grado di leggere la società complessa che ci circonda.

Un Teatro attivo che si interroga su temi universali, sulle grandi questioni di attualità e in grado di emozionare e far riflettere.
Un Teatro che vuole distinguersi e connotarsi per il rigore e la serietà delle scelte proponendo al pubblico la possibilità di un consumo consapevole dello spettacolo in un’epoca in cui i nuovi media e le conseguenti forme di spettacolarizzazione della vita appaiono sempre più invasive e tali da compromettere la naturale predisposizione della persona alla conoscenza e al dialogo.

In quali altri teatri o città avremo modo di vedere questo spettacolo?
Per adesso siamo in scena all’Angelo di Roma. Alcuni Teatri della Capitale hanno mostrato interesse ad accogliere nella loro programmazione lo spettacolo. Attendiamo fiduciosi.
Naturalmente questa è un produzione che ha richiesto un impegno non indifferente per la sua realizzazione. Il nostro desiderio è quello di proporlo in altre città italiane.

Quali saranno gli altri progetti della compagnia?
Quali sono i progetti futuri? Molti ma soprattutto lavorare con i giovani che sorprendono sempre di più per la loro preparazione e la loro determinazione.

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