GABRIELE PIGNOTTA – NON MI HAI PIU’ DETTO TI AMO
Produzione Milleluci
Regia Gabriele Ignotta
Con Giampiero Ingrassia, Lorella Cuccarini, Fabrizio Corucci, Francesco Maria Conti, Raffaella Camarda
Teatro Olimpico, Roma, dal 20 novembre al 16 dicembre 2018
Una commedia di riflessione ma al tempo stesso leggera e fruibilissima, con al centro del mondo l’identikit di una famiglia come tante, con qualche logorio provocato dal tempo, con qualche scricchiolio determinato dall’abitudine, si trova a dover affrontare quello che sembra un cambiamento importante.
Ci sono delle brutte notizie in vista, sottaciute per pudore, per amore, chissà perchè. Ma si avvertono nell’aria. La tensione si taglia col coltello, anche se non è ancora chiaro che tipo di brutte notizie.
La coppia in questione è interpretata da Giampiero Ingrassia e Lorella Cuccarini con l’abituale bravura: medico curante lui, statisticamente architetto ma praticamente casalinga poco soddisfatta lei, più due figli, Francesco Maria Conti e Raffaella Camarda. Il primo precisino e di successo in tutto (università, sport, relazioni sociali), la seconda un pò sessantottina, svogliata ma forse più autentica. Molto bravi anche loro, soprattutto tenuto conto della giovane età.
Elemento di rottura che compare di tanto in tanto, il paziente depresso (Fabrizio Corucci), che irrompe nello studio del medico e perfino a casa a chiedere conforto impossibile.
La comicità dello spettacolo si basa molto efficacemente sulle situazione piuttosto che su battute esilaranti vere e proprie, ma non per questo risulta meno divertente. Ci sono gag di vario tipo a sollazzare lo spettatore, come uno straccio per pavimenti passato sul divano, una mutandina nel barattolo dei biscotti, oppure i siparietti tra Ingrassia e Corucci, con il primo che le prova tutte, con scarsi risultati, a liberarsi del secondo.
Perfetto il tempismo delle entrate ed uscite per una storia che vede l’asticella degli umori della famiglia toccare il fondo per poi studiare una soluzione tutta particolare per risalire. Merito dunque anche del testo di Gabriele Pignotta il parto di un colpo di scena finale ed inaspettato.
I due protagonisti sono di livello conclamato, ma anche gli altri tre calzano a pennello nei rispettivi personaggi. La sensazione finale è quella di un pieno di umanità, trasmessa, grande merito questo, attraverso uno svolgimento che regala tanti ghigni divertiti. Il “capofamiglia” Giampiero Ingrassia ,che in una fase della narrazione si ritrova improvvisamente a fare il “casalingo” per cause di forza maggiore, è molto abile nell’apparire maldestro e inefficiente, senza perdere alcuna credibilità; stesso plauso anche a Lorella Cuccarini, che invece cambia pelle al contrario, da casalinga senza pretese a professionista di successo.
Un’intelligente pedana girevole permette di passare da un ambiente all’altro senza assolutamente perdere ritmo, apprezzando al meglio le scene di Alessandro Chiti, e tra i tanti meriti degli interpreti aggiungerei anche quello di “volatilizzarsi” o cambiarsi d’abito a velocità supersonica. Anche le musiche, quelle diffuse e ben conosciute, nonchè quelle originali di Giovanni Caccamo, assecondano perfettamente tutta la piece.
Uno spettacolo che vale tutti i soldi del biglietto, e per fortuna è ancora in scena al Teatro Olimpico di Roma fino al 16 dicembre 2018.
Alessandro Tozzi