Roma, Teatro Lo Spazio, 17 novembre
Cast: Luca Attadia (Diego), Maria Vittoria Cozzella (Chantal), Simone Farinon (Claudio), Alessandro Giuggioli (Giamba), Emma Gordon (Kelly), Francesco Polizzi (Frankie) Michele Tagliacozzo (Carugati)
Scritto da: Tommaso Capolicchio
Regia: Christian Angeli
Produzione: La compagnia della Luna
Costumi: Laura Picchio
Scenografia: Francesca Turrisi
Aiuto Regia: Alessia Filiberti
Direzione musicale: Barbara Eramo
Organizzazione: Laura Pagliani
Movimenti scenici: Francesco Polizzi
Musica dal vivo: Adriano Russo
Coro Transistor composto da: Sergio D’Innocenzo, Maurizia Garzia, Serena Lucentini, Emanuela Magnini, Luca Masi, Rosa Mirabito, Roberto Moretti, Marilena Pappagallo, Tonino Sechi De Murtas, Michele Tagliacozzo, Gian Luca Vaccaro, Iole Viccaro.
La canzone Abbronzami è composta da Barbara Eramo e Tommaso Capolichio
Date: dal 6 al 17 Novembre 2018, Teatro lo Spazio, Via Locri 42, Roma
Intro: Avere un sogno e realizzarlo a tutti i costi. All’inizio degli anni ’80 Milano è il luogo dove può accadere. Il sogno di Claudio è prendere una radio appassita dai dibattiti sulla classe operaia e farla diventare una FM di successo, essere il dj più figo dell’etere, far ballare tutta l’Italia a tutte le ore del giorno e della notte.
I suoi alleati sono Chantal, aspirante show girl divisa tra ambizione e talento; Diego, tecnico del suono dall’anima dark; Kelly, che porta da Londra una ventata di novità. Li sostiene Giamba, un fotografo cinico che dà ai sogni un’ultima possibilità di sorprenderlo. Nasce così Radio Kaos.
Ma c’è un nemico da battere. Milano è dominata da Frankie, carismatico e manipolatore proprietario di Radio Karisma, la più ascoltata della città.
Riuscirà Davide (Radio Kaos) a battere Golia (Radio Karisma) e soprattutto riusciranno i nostri eroi a uscire vivi dagli anni ’80?
Mad World è la riduzione teatrale di una serie scritta per la tv da Tommaso Capolicchio assieme a Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri e Nicola Ravera dal titolo “Self Control”.
Cosa resterà degli anni 80? Se lo chiedeva già Raf, sul finire del decennio. Ed oggi come oggi l’interrogativo appare più che mai attuale: di fronte a un presente dal volto quanto mai grigio, spento, sfiduciato, di fronte a un presente così poco radioso, ricordare e mitizzare quegli anni è diventata quasi prassi comune. Quantomeno per coloro che li hanno affrontati avendo l’età giusta per assaporarli appieno.
Ci sono poi tanti modi per rifarsi a quella stagione. Alcuni fatui, altri dotati di maggiore freschezza e cognizione di causa. Ecco, quello che hanno scelto Tommaso Capolicchio e gli artisti coinvolti in una simile avventura è risultato tra i più frizzanti, intensi e brillanti, in cui ci siamo imbattuti negli ultimi tempi.
“Anni allegri e depressi di follia e lucidità”. Raf giunge nuovamente in nostro soccorso. Le parole della sua canzone si prestano bene a descrivere il continuo saliscendi emotivo di Mad World – Non si esce vivi dagli anni 80, lo spettacolo scritto – come si accennava poc’anzi – da Tommaso Capolicchio per la regia di Christian Angeli, che siamo riusciti ad acchiappare proprio nell’ultimo giorno di programmazione al Teatro Lo Spazio di Roma. Difatti ne avevamo sentito parlare benissimo. E sapevamo anche che stava facendo il tutto esaurito praticamente tutte le sere. In più ci aveva colpito una circostanza, relativa proprio alla location: come diavolo avranno fatto gli autori dello spettacolo a “inscatolare” un musical che si annuncia dinamico, con svariati personaggi in scena ed un coro di supporto, all’interno di uno spazio del genere, che conoscevamo invece per rassegne di corti teatrali, commedie dal taglio insolito e teatro di ricerca? Questo ci chiedevamo, curiosi di sapere che tipo di commedia musicale ci si sarebbe parata davanti. La risposta poi è stata anche più entusiasmante di quanto preventivato.
Vediamo ora perché. Il Teatro Lo Spazio ha un piccolo palco laterale, che si è ben presto riempito coi personaggi del coro. La vicinanza del pubblico alla scena ha creato invece quel senso di partecipazione, di pubblica condivisione, capace di trascinare gli spettatori maggiormente attratti da certe atmosfere oltre la dimensione dell’amarcord; come avrebbe confermato poi quel ballo collettivo, così catartico, alla fine dello spettacolo. Altrettanto funzionale e significativa la passerella allestita per l’occasione e votata a proiettare le esibizioni musicali, i sogni, le perplessità, i momenti di avvicinamento e i successivi contrasti tra i protagonisti, in direzione di una platea disposta ad appassionarsi sempre di più.
Insomma, frutto di un’ottima capacità di adattamento la gestione degli spazi, per questo musical fuori dagli schemi che i meravigliosi interpreti de La compagnia della luna hanno saputo assecondare mettendo in mostra non soltanto discrete doti canore, ma anche un genuino trasporto riscontrabile invero in quel calore umano, riversato a vagonate sui personaggi. A rivivere sul palco è un clima ora spensierato come certa pop music ed ora più cupo, ipnotico e riflessivo come la New Wave. Brani come Video Killed the Radio Star dei Buggles pongono quesiti che si spingono oltre la scena musicale del periodo. Del resto, per affrescare l’immaginifica parabola di quella Radio Kaos posta al centro di un plot tanto sapido ed ammiccante, si era partiti dalla pungente ironia nei confronti del severo, indigesto e ormai superato impegno politico del precedente decennio, come premessa per lasciar poi sprigionare, poco alla volta, le diverse spinte creative emerse negli anni ’80. Tra assoluta frivolezza e lampi di genialità musicale. Tra euforia e affioranti malinconie. Dando quindi vigore a un susseguirsi di numeri musicali, di slanci appassionati e persino di scaramucce, tra i personaggi così carichi d’umanità della vivace commedia musicale, che finisce per inchiodare gli spettatori alle loro sedie. Col piede libero di battere il tempo, però, all’unisono coi temerari sognatori di Mad World.