“Watch The Sound” è il vostro ultimo lavoro. Composto da un disco e un dvd, invita l’ascoltatore a fare qualcosa di insolito, ovvero guardare la musica. Come nasce questo lavoro?
Il dvd nasce come ovvia maturazione di un percorso composto da remix di ogni tipo riguardanti film, serie Tv, videogiochi ed ogni tipo di footage con una forte carica emotiva. A quel punto il passo è stato breve: produrre del materiale originale per integrarlo nel nostro live e trarne un Dvd.
Mescolando suoni ed immagini, i Frank Sent Us sono diventati una vera e propria “Video Rock Band“.
Insolito, ma decisamente originale. Il pubblico è pronto al cambiamento?
Certamente, tutti ameranno “guardare delle canzoni”.
Quali sono state le fonti di ispirazione di questo disco?
Sicuramente le nostre grandi passioni personali e tutto quello che abbiamo vissuto e ci ha influenzato nella vita.
Giocare a basket nel playground, passare i pomeriggi a guardare i nostri amici skaters, il fascino esotico del Brasile.
Giochiamo anche noi: associate queste parole a delle immagini o dei suoni. Palco, Passione, Vita. Qual è il mix che ne viene fuori?
Frank Sent Us… facile facile!
“Roma Caput Mundi“: qual è il luogo di Roma dove i Frank Sent Us vorrebbero esibirsi? E quale punto in particolare, può ispirare per un vostro lavoro?
Ovviamente per noi che siamo nati e cresciuti a Roma, il luogo perfetto sarebbe il nostro simbolo per eccellenza: il Colosseo… ma ci accontenteremmo anche dello Stadio Olimpico.
Non sono ancora mai stata ad uno dei vostri live: come vengono messi in scena? Ma senza svelare tutto, in fondo i live sono belli per questo alone di mistero.
Siamo 4 elementi, un bassista, un chitarrista, un electronic performer (synth e batterie elettroniche) e un audio visual master, cioè colui che effettivamente ha il compito di suonare i campioni audiovisivi, tramite un campionatore usato come se fosse una batteria elettronica.
Tutto ciò che puoi vedere, lo puoi anche sentire, e da qui audio visual rock band.
“I love Rio“: amate molto il Brasile?
Beh, come non amare una cultura così variopinta, le spiagge, le feste?
Diciamo che “I Love Rio” è nato in maniera fortuita, collaborando con Edoardo Carlo Bolli, dop e regista, che si trovava lì per un documentario proprio nel periodo del Carnevale.
Progetti imminenti?
Siamo impegnati in un tour che ci porta su e giù per lo stivale, e anche fuori in Europa.
Le date sono in continua evoluzione.
Per ora quello che ci interessa è portare il nostro progetto il più lontano possibile, anche perché, la vera esperienza Frank è dal vivo, tutto il resto è un adattamento!