Isabel Russinova è Penthesilea

Giornata Mondiale del Teatro 2021

Penthesilea
di: Isabel Russinova
con: Isabel Russinova, Daniela Allegra, Chiara Candidi
scene e costumi: Wilma logatto
disegni luci: RMC
mdp e montaggio: Daniele Lazzari
musiche originali: Francesco verdinelli
regia: Isabel Russinova e Rodolfo Martinelli Carraresi

Intro: “gli uomini hanno smarrito la ragione, l’abilità ha offuscato la memoria, offeso la bellezza, incoraggiato l’ignoranza, imprigionato l’amore. È divampata la guerra e la donna lotta contro il caos. Con astuzia pazienza e tenacia le Amazzoni hanno battuto gli uomini e sono pronte a tornare nella loro valle per la festa delle rose che sancirà la pace attraverso le nozze con gli eroi, che fortificheranno la progenie umana, ma la loro regina, Penthesilea, è inquieta, convinta che solo sconfiggendo Achille si potrà avere la pace.”

Penthesilea – La forza insita nelle donne

Un progetto, quello della Ars Millennia Production di Rodolfo Martinelli Carraresi ed Isabel Russinova, che è quasi una scommessa: portare il teatro in casa, non sotto forma di spettacolo dal vivo ma piuttosto nella innovativa forma del movie theatre: là, dove il teatro incontra il cinema, facendo nascere una nuova forma d’arte. In collaborazione con la piattaforma Indiecinema, è nato così, nella seconda metà del 2020, il Festival T.E.I.M.T., primo festival dedicato al movie theatre e proposto in streaming. Tra i diversi titoli presentati in quell’ambito, spiccava già la moderna rappresentazione di Penthesilea, di e con Isabel Russinova, scelta dall’Isola del cinema in occasione della Giornata mondiale del teatro e presentata in streaming proprio il 27 marzo sulla piattaforma MyMovies.

Penthesilea, regina delle Amazzoni, secondo il mito uccisa da Achille; interpretazioni diverse dicono che fu lei ad uccidere l’eroe, poi riportato in vita dagli Dei. Altre ancora aggiungono che i due fossero stati amanti prima dello scontro fatale. L’originale messa in scena qui proposta lascia sospesi gli interrogativi sul mito, dando invece valore alla forza ed al carattere della donna Penthesilea, sovrapponendo il mito all’attualità.

In scena, le due Amazzoni Astrea e Glaia, le intense Daniela Allegra e Chiara Candidi; moderne guerriere armate di mitra, vinti gli uomini in battaglia sono pronte a tornare nella loro valle con le compagne ed i prigionieri per celebrare la festa delle rose, che sancirà la pace attraverso le nozze con gli eroi, i cui eredi fortificheranno la progenie umana. Non è però forse questa l’intenzione della loro regina. Penthesilea arriva, bella, altera e regale ma inquieta, non paga della vittoria ottenuta, convinta che solo la sconfitta di Achille potrà portare la pace.

Quello di Penthesilea, nell’interpretazione della splendida e bravissima Isabel Russinova, è un inno alle donne fatto di memorie, dolore, consapevolezza, amore. Dall’amaro racconto della storia degli antenati liberi delle Amazzoni, vecchi e bambini crudelmente massacrati dal re straniero, per predarne le donne, stuprarle e soggiogarle in quanto femmine, traspare lo strazio di Penthesilea, erede di quelle donne cui fu distrutto il mondo e calpestata la dignità e l’amore con la violenza; donne fiere, che riuscirono a liberarsi uccidendo i conquistatori e fondando un proprio stato, libero dal giogo dell’uomo, autonomo ed indipendente. Da allora, “le Amazzoni intervengono per ristabilire l’ordine tra gli uomini e far sì che non scorra più sangue”. È un inno alle donne, quello di Penthesilea, ma lungi dall’essere intriso di acido femminismo; colmo, piuttosto, di un profondo desiderio di equilibrio tra i sessi, ché solo l’equilibrio tra maschile e femminile può portare nuova luce al mondo.

Pur tuttavia la regina, nel suo monito ad Astrea e Glaia, le spinge a diffidare degli uomini, che guardano le donne come esseri inferiori ed hanno alle spalle millenni di falsa educazione; monito quanto mai attuale, che ancora oggi le donne portano i segni di una cultura maschilista di sopraffazione: condannate in eterno perchè femmine e come tali impure, perseguitate nei “secoli bui” come streghe quando libertà e conoscenza le rendevano libere, oggi ancora vittime giornaliere di violenza da parte dell’uomo, dalle ‘semplici’ percosse allo stupro, fino al femminicidio.

Penthesilea, lucida e determinata ma al contempo ispirata, al confine tra saggezza e follia, è dilaniata tra rabbia e desiderio; la sua volontà di battere Achille si affianca all’attrazione che nutre per lui, la decisione di sottometterlo all’ammirazione, mentre sogni d’amore e di passione la turbano: Achille che sul campo di battaglia la bacia, donandole la serenità di un mare calmo ed al contempo la felicità, il desiderio di maternità, in un turbine di emozioni contrastanti ed inarrestabili. È così che la regina va incontro alla sua ultima battaglia, lasciando le due Amazzoni timorose per il loro destino. Al suo ritorno, il ricordo è confuso nella nebbia: Achille, il duello, il mostro, il gigante con le squame. Chi ha colpito chi? Achille è morto? Achille era il mostro? Achille ha colpito il mostro? O era lei? Achille sorride prima di morire, o è Penthesilea ad essere colpita? L’ultima battaglia ha avuto luogo, maschile e femminile si sono battuti alla pari ma un vincitore non c’è. Verrà il giorno in cui la donna ritroverà il suo posto accanto all’uomo, e maschile e femminile in equilibrio riporteranno l’armonia nel mondo?

Michela Aloisi

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