Italo Insolera, il bianco e nero delle città. Immagini 1951-1984

Urbanista, architetto, storico, autore di un libro fondamentale come “Roma moderna” (edito da Einaudi), Italo Insolera (scomparso nel 2012) è stato anche fotografo. Fotografo per documentare il proprio lavoro, ma soprattutto per passione. E il Museo di Roma in Trastevere lo celebra in questa sua veste meno nota con una mostra, curata da Cristina Archinto e Alessandra Valentinelli, dedicata a 50 immagini inedite scattate tra il 1951 e il 1984. In queste foto in bianco e nero c’è tutta la città che cambia: dalla Roma ricostruita dopo le macerie della seconda guerra mondiale alla Roma del boom e del benessere economico, che si porta dietro le diseguaglianze sociali e culturali.

Con “Roma Moderna”, Insolera aveva inferto un colpo di immagine micidiale ai cosiddetti “palazzinari”, cioè gli autori del “sacco” della città, figlio della speculazione a macchia d’olio e delle connivenze politiche della Democrazia Cristiana, che allora governava la Capitale.  E nelle foto esposte nella mostra, c’è l’intero pensiero dell’urbanista, un legame forte fra le riflessioni sui processi urbani di sviluppo e trasformazione sociale. Si trovano l’impegno in difesa del patrimonio culturale e ambientale, come anche la sensibilità e, a volte, l’ironia delle sue inquadrature. C’è la ricerca quotidiana, coerente di risposte per governare il territorio nell’interesse della comunità.

Nello scatto del 1959, è forte il contrasto tra i palazzoni bianchi alzati come funghi nella Borgata Gordiani e, davanti, ancora le casupole dei vecchi borghetti, con le donne e i bambini che vanno alla fontanella rifornirsi con una pentola di quell’acqua che nelle loro stanze manca. Sconvolgente è l’enorme lattina di olio per motori alzata da una mano gigantesca. Sembra quasi un’opera della Pop Art, invece è una pubblicità del 1955 che sorge proprio sulla via Appia. Lo sfregio della storia catturato in una sola immagine. Come sfregio della storia sarà l’invasione di cemento che trasformerà le borgate romane, con i palazzoni a disegnare un nuovo tessuto urbano e sociale.

Nelle fotografie di Insolera è percepibile un atto d’accusa, un j’accuse certificato dall’urbanista e catturato dal fotografo, che sceglie l’inquadratura, il rapporto tra i bianchi e i neri, le geometrie. Tra le foto da segnalare, ancora la nascita di una trattoria sulla via Flaminia, completamente avulsa dal contesto, la borgata Gordiani e i suoi contrasti, un chierichetto che si affaccia dalla sagrestia del Santuario del Divino Amore. E poi piazza San Pietro, invasa di bus turistici nel 1971, il restauro dei Fori Imperiali, i ragazzi che giocano su un campo polveroso a Valle Aurelia, gli isolani di Ponza che festeggiano la Madonna della Civita.

In contemporanea alla mostra esce, per Palombi Editore, il libro “Italo Insolera, fotografo”: che raccoglie duecento scatti selezionati tra le sequenze di Roma, dei viaggi, dei luoghi dov’è intervenuto come urbanista.

Una mostra che consigliamo di vedere. Fino al 9 luglio al Museo di Roma in Trastevere.

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