Arman 1954-2005: retrospettiva sul lavoro dell’artista francese

Dal 5 maggio al 23 luglio 2017 Palazzo Cipolla presenta al pubblico la mostra personale dedicata al lavoro di Arman, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro e con il supporto tecnico di Civita.

“Arman 1954-2005”, a cura di Germano Celant, consiste in un’ampia retrospettiva sul lavoro dell’artista francese naturalizzato americano, dove saranno presentate circa settanta opere dagli esordi negli anni cinquanta ai primi anni del duemila. Le opere di Arman tornano in Italia dopo più di quindici anni dall’ultima antologica a lui dedicata, arricchite della presenza dei più recenti lavori monumentali, a mostrare l’ironia del suo muoversi nella contemporaneità, con lo straordinario eclettismo nell’uso di diversi media e la curiosità sempre rinnovata per le differenti sperimentazioni artistiche.

Arman si muove come un “archeologo del futuro” o un testimone delle diverse epoche che ha attraversato.

La mostra punta a ricostruire la ricca poetica che Arman ha attuato nel corso di cinquant’anni di attività, lavorando intensamente sia per serie sia con opere singole alla costruzione di un corpus articolato tra pittura e scultura, assemblage e ready-made, senza dimenticare il disegno e l’azione. L’elaborazione delle idee di raccolta e collezione è presente sia nei Cachets, in cui l’artista fa uso di obliterazioni con timbri a inchiostro misti a interventi pittorici, sia nelle Accumulations di oggetti e utensili. A opere delle serie Poubelles e Inclusions – sia in cemento sia in resina – sono affidate invece le riflessioni sul concetto di scarto o resto, anche nella sua forma archeologica.

Altrove, come nelle Colères o Rages degli anni sessanta, o nei recenti Sandwich Combo, della fine dei novanta, Arman esplora l’annullamento della funzionalità di un oggetto attraverso la sua scomposizione o distruzione. L’atto di rendere disfunzionale uno strumento d’uso può avvenire sia mediante la sua demolizione sia tramite interventi di ibridazione tra due soggetti – come un frigorifero e un carrello della spesa, Du Producteur au Consommateur, 1997, o un pianoforte e un letto a baldacchino, Eine Klein Nacht Musik, 2000.

 

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, che ha ideato e realizzato la mostra: “Ho scelto di dedicare questa mostra all’artista Arman perché è mio fermo desiderio che non venga dimenticato un periodo storico, quello del secondo dopoguerra, caratterizzato da un fermento culturale eccezionale che ha dato vita a manifestazioni diventate poi iconografiche, come ad esempio la Pop-Art. Ho conosciuto e apprezzato Arman proprio in quel periodo, e di lui ho subito condiviso la convinzione dell’assoluta compatibilità dell’espressione artistica con tutto ciò che ci circonda. Gli oggetti di uso comune, filtrati attraverso l’ironia e la sensibilità dell’artista, diventano – a mio parere – un potente veicolo di comprensione della nostra società e dei suoi mutamenti.

La mostra è accompagnata da una monografia pubblicata da Silvana Editoriale, che ricostruisce cinquant’anni di creatività attraverso la cronologia storico-contestuale e quella dell’artista, correlate dalle immagini di opere e documenti, fotografie personali e testi di poetica di Arman.

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