La rivoluzione è morta. Viva la rivoluzione!

Il “Zentrum Paul Klee” e il “Kunstmuseum Bern” dedicano una mostra congiunta al 100° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre in Russia del 1917. Il titolo della mostra è “La rivoluzione è morta. Viva la Rivoluzione!” e si tratta dell’unica manifestazione dell’anniversario che si concentra sia sul punto di partenza della rivoluzione – cioè l’astrazione come concetto artistico e la rivoluzione estetica del costruttivismo – sia sull’impatto che la cosiddetta “rivoluzione russa” ebbe sulle rappresentazioni artistiche della realtà e dei critici.

Da Malewich a Judd (Zentrum Paul Klee)

La mostra si concentra sullo spirito rivoluzionario delle espressioni visive del Suprematismo russo e del Costruttivismo. Entrambi le correnti artistiche hanno avuto un impatto radicale sull’arte del Novecento. La scoperta dell’astrazione e della costruzione geometrica a partire da Kazimir Malevich, fondatore del Suprematismo, e del cerchio dei Costruttivisti, guidati da Vladimir Tatlin e Alexander Rodchenko. L’avanguardia russa ha ispirato movimenti e posizioni artistiche del XX secolo, in Europa e in America Latina. Il suo impatto è stato particolarmente forte su arte minima e concettuale negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70. Il Suprematismo Russo e il Costruttivismo sono giustamente considerati veri e propri movimenti d’arte rivoluzionaria anche oggi.

Da Deineka a Bartana (Kunstmuseum Bern)

La mostra al Kunstmuseum Bern ripercorre il Realismo socialista nell’arte contemporanea e i suoi molteplici cambiamenti dalla rivoluzione russa. Nel 1915, il primo quaderno di Malevich ha raggiunto il “punto zero della pittura”, ma solo due anni dopo, la Russia subirà una rivoluzione politica e sociale che sconvolgerà tutto il mondo. Nelle sue rappresentazioni dei temi socialisti, la propaganda non solo abbraccerà uno stile realistico, ma esprimerà, in modo programmato, un concetto sociale di una società completamente nuova, mai esistita prima.

Nel momento in cui l’Unione Sovietica, raggiunto il punto di crisi, cominciò a disintegrarsi allora i temi si trasformarono. La critica timida si trasformò in “rivolta” e, nel periodo post-moderno in pezzi sovversivi privi di messaggi ideologici. Dopo aver allentato gradualmente la retorica socialista, gli artisti hanno cominciato a utilizzare le cifre visive in opere che esprimono la loro critica scatenante verso la società tardo-capitalista, disillusa e cinica.

La mostra

 

La “Composizione suprematista” di Kasimir Malewich è collocata all’inizio della mostra. Sulla sinistra troviamo un’icona del costruttivismo: su una fotografia viene visualizzato il modello della torre di Wladimir Tatlin. Il modello, di cinque metri di altezza, rappresentava una struttura in acciaio a spirale, che avrebbe dovuto essere alta 400 metri. Questo progetto doveva simboleggiare la dinamica della rivoluzione e l’alba di una nuova era.

La partnership tra la rivoluzione del nuovo stato sovietico e l’avanguardia artistica è stata ufficialmente conclusa. L’arte deve essere comprensibile per le masse e suscitare entusiasmo. L’abbellimento delle condizioni di vita e la rappresentazione dell’utopia comunista andavano di pari passo. La mostra ripercorre la trasformazione ideologica e stilistica del realismo socialista fino al momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Il percorso del museo d’arte è concepito come un racconto visivo denso e mostra la negoziazione, a volte sovversiva, con le esigenze di questo stile realistico.

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