Karate Man

Le arti marziali in sala, grazie al film di Claudio Fragasso

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INTRO: Durante i campionati mondiali di karate Claudio Del Falco, campione d’arti marziali, perde il titolo combattendo contro Stefano Maniscalco, pluricampione mondiale e internazionale. Alla fine del combattimento, Claudio cade in coma, ma non per i colpi subiti da Maniscalco, bensì a causa della malattia che lo affligge da quando era bambino, da lui sempre nascosta a tutti. Malattia che, insieme alla passione per le arti marziali e ad un grande centro sportivo, ha ereditato dal padre, il quale gli ha insegnato a conviverci, curandosi senza smettere, al contempo, di sognare in grande. Quando Claudio esce dal coma, accanto a sé ha Laura, sua fisioterapista di sempre, nonché medico sportivo con cui vive una storia d’amore tormentata a causa dell’ex compagno di lei, Maurizio, giovane psicolabile violento e pericoloso, che non accetta la fine del loro rapporto minacciandola continuamente. Drammatiche conseguenze portano Claudio a cadere in una sorta di depressione, ma il suo amico Maniscalco gli è vicino e lo convince ad allenarsi per riprendersi e prepararsi ad affrontare un incontro durissimo di MMA, in quanto scommesse clandestine fatte a sua insaputa rischiano di rovinargli l’esistenza e di privarlo proprio della preziosa palestra. Man mano che cerca di realizzare il sogno di una vita: diventare l’unico vero karate man, campione internazionale d’arti marziali…

L’approdo nelle nostre sale cinematografiche di un film italiano di genere, specie di questi tempi, è in ogni caso un evento da salutare con favore. Ancor più se l’ambito è quello delle arti marziali, così poco presente nelle produzioni nostrane. Lode quindi a Claudio Fragasso, per aver rivitalizzato tale filone realizzando Karate Man; e altrettanti meriti vanno senz’altro a Claudio Del Falco, per essersi messo in gioco a un livello tanto profondo, nel ruolo di uno sportivo che cade e poi si risolleva, dopo aver sperimentato nella vita problematiche di salute che avrebbero dissuaso tanti altri dal continuare.
Sin dall’inizio la volontà del regista Claudio Fragasso sembra voler essere quella di rimarcare l’identità di genere del lungometraggio, proponendo scene di una competizione internazionale in cui si immagina che il protagonista, subliminale ironia rivolta a un altro cineasta transalpino considerato decisamente più snob e autoriale, combatta all’inizio con un avversario francese ribattezzato proprio Olivier Assayas! Archiviato il delizioso sberleffo nei confronti del cinema d’autore, Karate Man prosegue per la sua strada trovando il primo momento di rottura nel fatidico incontro tra Claudio Del Falco e Stefano Maniscalco, altro campione coinvolto nelle riprese, che causerà l’inatteso tracollo fisico del protagonista; il quale, in coma ma ancora sostenuto dalle attenzioni degli amici, degli avversari più leali e della donna che lo ama, rischierà comunque di perdere la palestra frutto di tanti sacrifici, per colpa di alcuni personaggi alquanto loschi (capitanati da un ottimo Stefano Calvagna) che rovinano l’ambiente dei combattimenti con truffe, usura e scommesse clandestine. Tra i migliori del cast proprio Melina Arena e Tony Scarf nel ruolo dei cravattari di turno.
Insomma, gli stilemi del film sportivo (che approderanno poi nella parte più “action” a iperbolici incontri clandestini di MMA, combattuti con gli occhi bendati) si mescolano strada facendo con una traccia “noir”, che non abbraccia soltanto il tentativo fraudolento e criminale di sottrarre a Del Falco la palestra, ma anche una torbida storia di violenza sulle donne, che vede in azione il vigliacco e brutale ex della donna amata dal protagonista.
Nel rappresentare queste vicende, va detto, i toni vanno un po’ troppo spesso sopra le righe e anche certe interpretazioni sembrano parimenti sbandare. Karate Man riacquista intensità ed equilibrio quando è la resurrezione sul ring del campione, sempre legato ai sani insegnamenti lasciatigli dal padre, a salire in primo piano. Fino a un epilogo che può vantare, a tutti i livelli, un forte valore catartico.

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