LA “CAMERA CREATIVA” DI CARMELA LACERENZA

La singolare idea presentata ad Altaroma
Foto Giovanni Trinchese
Allo showcase di Altaroma ho incontrato molti designer che hanno presentato agli addetti ai lavori le loro ultime creazioni fatte con cura e ricercata artigianalità. Molti degli accessori che ho visionato avevano come importante caratteristica il riciclo , qualità che rende questi prodotti apprezzabili dal punto di vista ecologico. Uno fra questi che ha catturato la mia attenzione è stato il brand “Camera Creativa” di Carmela Lacerenza, gioielli realizzati con delle camere d’aria.
L’utilizzo della gomma come materia prima è scelto per le sue caratteristiche: leggerezza e morbidezza che rendono alla vista e al tatto il materiale simile alla pelle; la versatilità del colore nero dona all’accessorio una leggera aria di malinconia vittoriana.
Le camere d’aria vengono raccolte, pulite, destrutturate dalla loro forma originale e poi interpretate come stoffa in un atelier di “Haute Couture” disegnando e tagliando manualmente ogni singolo elemento. Ogni pezzo è cucito, dipinto e rifinito con dettagli di cura sartoriale per ogni fase di lavorazione in modo che sia percepito quel gusto e quella caratteristica di “autenticamente fatto a mano” che rende ogni prodotto unico e irripetibile aumentandone il valore intrinseco.
L’ispirazione arriva dalla natura reinterpretata attraverso le forme di fiori e foglie. Dalle camere d’aria usate, provenienti dai rifiuti urbani sbocciano poetici gioielli: Naoko, Fujiko, Sachiko e Kaori… ogni pezzo è unico mai uguale al precedente o al successivo e riporta a un nome femminile giapponese, rievocando una cultura ricca di fascino.
Le striature delle camere d’aria trasmettono il loro vissuto trasformandosi in elementi fondamentali della natura. Le foglie e i fiori che si possono indossare danno origine a delle opere che ci ricordano quanto l’artigiano sia un alleato della natura per tempi e modalità di lavorazione, un frutto lungamente maturato senza impazienza, dove l’attenzione e la cura del dettaglio creativo diventano una risorsa del pensiero ecologico.
Marzia Bortolotti
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