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Lo scorso 16 maggio all’Istituto Polacco di Roma si è svolto uno straordinario evento, in ricordo degli 80 anni dalla conclusione della devastante, cruenta Battaglia di Montecassino, il cui epilogo vittorioso per gli Alleati si ebbe proprio grazie all’enorme contributo di sangue offerto dai militari polacchi schierati sul campo. Il convegno in questione, intitolato “IL 2° CORPO D’ARMATA POLACCO IN ITALIA 80 ANNI DOPO (Tracce – Testimonianze – Memorie – Percorsi futuri)” ha occupato l’intera giornata, regalando ai presenti un’apprezzabilissima molteplicità di punti di vista: la splendida mostra fotografica allestita all’interno dell’istituto stesso; le testimonianze di storici, giornalisti e ricercatori provenienti da Italia, Polonia e Inghilterra; la proiezione in sala di contributi video e fotografici spesso assai rari; la presentazione di nuove pubblicazioni sull’argomento.
Lodevole, a tal riguardo, è che diversi libri siano stati donati dagli organizzatori ai partecipanti più interessati. E di uno di questi, l’avvincente volumetto a fumetti Montecassino 1944: la battaglia delle dieci armate, contiamo di farvi un resoconto più ampio in futuro.

Sempre a proposito della Battaglia di Montecassino e del decisivo coinvolgimento del 2° Corpo d’Armata Polacco, proprio a fine giornata è stato proiettato al vicino Cinema Adriano un film inedito in Italia: Papaveri rossi (Czerwone maki) di Krzysztof Łukaszewicz. Negli ultimi anni, complici certe ricorrenze e sulla spinta forse dei recenti, tragici eventi bellici in Europa Orientale, il cinema polacco ha prestato nuovamente grande attenzione ai sanguinosi eventi della Seconda Guerra Mondiale. Producendo almeno un capolavoro: il vibrante, tesissimo Warsaw 44 di Jan Komasa. Certo, con Papaveri rossi siamo ben lontani dal livello narrativo così alto e dalla studiatissima, claustrofobica messa in scena, che il cinema di Komasa anche in quella occasione ci ha regalato. Quello di Krzysztof Łukaszewicz è comunque un buon film di guerra, molto accurato nella ricostruzione delle vicende belliche, magari a rischio retorica per l’accento posto sugli aspetti più melodrammatici ed eroici della narrazione, ma sufficientemente crudo (con alcune scene di combattimento a dir poco “pulp”) da compensare qualsiasi esagerato sussulto patriottico.

Nel così acceso racconto cinematografico, che prende le mosse dall’addestramento del 2° Corpo d’Armata Polacco in Iran nel 1943 (già lontani, i soldati e i pochi famigliari superstiti, da quell’inferno sovietico cui il rabbioso e sanguinario Stalin li aveva relegati), la preparazione e il cruento svolgimento di quella battaglia decisiva per l’avanzata degli Alleati in Italia fa naturalmente la parte del leone. A intrecciarsi le vicende di diversi uomini (e anche donne: le coraggiose infermiere al seguito dell’esercito), da quelli estremamente noti come il leggendario Generale Anders ad altri ufficiali sempre ligi al dovere e a semplici soldati, di cui si è provato a immaginare l’agire, le emozioni, il terrore e gli eroici sacrifici nel corso della battaglia. Come è lecito aspettarsi da un simile prodotto cinematografico, i ripetuti cenni all’abnegazione e all’orgoglio polacco posso risultare a tratti eccessivi, forzati. Ma ripercorrere assieme a questi uomini le varie fasi dello scontro, l’assalto al colle ribattezzato “Fantasma”, il così difficoltoso avanzare dei mezzi corazzati in quell’altra gola minata dai tedeschi, la presa stessa della fino ad allora inespugnabile Abbazia di Montecassino (o per meglio dire dei suoi resti: un vergognoso bombardamento deciso dagli angloamericani aveva spazzato via, mesi prima, secoli di Storia), è un qualcosa che viene reso sullo schermo in modo alquanto emozionante. Non mancano poi pochi ma significativi tocchi “stranianti”, che abbiamo particolarmente apprezzato: su tutti la simpatica presenza nelle retrovie di un orso ammaestrato, fedele compagno di uno dei giovani protagonisti, ovviamente il soldato polacco dal temperamento più ribelle e indisciplinato, che però nel momento decisivo saprà ugualmente offrire un importante contributo alla causa.
