ASSASSINIO A VILLA BORGHESE di Walter Veltroni

Editore: Marsilio
Collana: Lucciole
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 7 novembre 2019
Pagine: 205 p., Brossura

Trama: «Buonvino decise di andare a piedi da Villa Umberto fino al luogo del delitto. Ora quello scenario paradisiaco − verde e cultura, bambini e innamorati − gli appariva come un luogo sinistro, carico di misteri e grondante sangue»

Villa Borghese – un enorme parco nel centro di Roma, grande più della Città del Vaticano e poco meno del principato di Monaco – è uno dei luoghi più incantevoli del mondo. Ha anche un’altra caratteristica che la rende unica al mondo: è il più grande parco culturale del pianeta. Ci sono ristoranti suggestivi come la Casina Valadier e bar deliziosi come quello del Giardino del lago. E poi le mille piante, i corsi d’acqua e le tante specie animali. Un mondo. Affascinante, colto, misterioso. Il sindaco, malato d’amore per la Villa, muovendo mari e monti alla fine riesce a farvi aprire un commissariato. «Per fare cosa» ironizzano i vertici della polizia, «arrestare i merli?» Decidono perciò di chiamare a raccolta, per il nuovo ufficio, un gruppo di soggetti che in vari commissariati hanno fatto danni o non hanno fatto nulla. Come i magnifici sette, ma al contrario. A guidarli, un maturo funzionario di polizia caduto in disgrazia. Un giorno, però, il pacifico tran tran del parco viene interrotto da un urlo. E nulla sarà più lo stesso, a Villa Borghese.

 

Storia poliziesca ma piuttosto leggera, bella l’idea di ambientare un giallo a Villa Borghese, forse il parco pubblico più suggestivo e carico di storia della città di Roma, a mio avviso però la storia andava impreziosita di particolari architettonici, di sfumature intriganti e di suspance.

Nel complesso la storia si sviluppa in modo lineare, senza troppe sorprese se non alla fine, il ritmo è un po’ lento e i personaggi un po’ surreali e poco delineati.

Divertenti le descrizioni dei personaggi grotteschi del commissariato, soggetti scelti perchè indesiderati in altri commissariati “seri” per svariati motivi; divertente anche la descrizione degli ambienti del commissariato, ma nel complesso la storia risulta un po’ troppo banale e leggera e poco approfondita e il finale appare un po’ “frettoloso”.

Apprezzo molto Veltroni come uomo di cultura e scrittore ma questo libro me lo aspettavo diverso, più completo e avvincente vista l’ambientazione.

 

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