Roma, 26 e 27 Giugno 2015, Stadio Olimpico
“Questa è la mia seconda serata qui, è molto più di quanto potevo sperare per me stesso”. Tiziano Ferro è visibilmente emozionato quando saluta il pubblico dal palco dello Stadio Olimpico di Roma. Quelle del 26 e 27 giugno sono la seconda e terza tappa di un tour partito da Firenze il 23 giugno scorso e che si concluderà a Verona il prossimo 8 luglio. Solo 7 date entro l’estate, ma tutte a tema stadio. Questo infatti lo scenario scelto dalla pop star che si è già esibito allo Stadio Franchi di Firenze, poi due serate consecutive all’Olimpico di Roma, e ancora San Siro a Milano per il 4 e 5 luglio, il primo luglio allo Stadio dall’Ara di Bologna, il Bentegodi di Verona per chiudere il tour.
La location è ideale per uno spettacolo curato nei minimi dettagli: quando le luci si accendono nell’Olimpico Tiziano Ferro è sospeso in aria sul pubblico. Dietro di lui, il palco è illuminato a giorno da maxischermi 3D a forma rettangolare che nel corso dello show diverranno, all’occorrenza, grattacieli cittadini, cieli stellati, i contenitori per i ballerini che accompagneranno l’artista durante il concerto. Il cantante apre la serata con Xdono, brano che fa esplodere il pubblico in un boato. I fan più sfegatati erano già in fila dalla sera prima, accampati davanti ai cancelli dello stadio e poi in piedi sotto un sole cocente in attesa delle ore 21:30, quando il loro idolo aprirà le danze.
Sono per lo più ventenni, spesso con genitori al seguito, che aspetteranno i figli fuori dallo stadio fino alle 23:30, a concerto finito. I più grandi d’età si accomodano sugli spalti, pieni fino all’ultimo seggiolino, spesso con prole (minorenne) al seguito. È un pubblico trasversale quello che canta tutte le canzoni dall’inizio alla fine, che conosce tutte le parole, che ascolta 29 brani cantati di seguito senza sosta.
Tiziano Ferro sa tenere testa a 50mila spettatori, cantando e ballando senza sgarrare una nota, senza un calo di voce, con il sorriso sul volto. Si concede una pausa quando intona Per dirti Ciao! in acustico seduto sullo sgabello. Ma è solo l’inizio. Il resto della canzone è eseguita in piedi con il pubblico, e poi di corsa lungo la pedana centrale che arriva proprio al cuore della platea.
Propone i suoi brani più noti, Sere Nere, Stop! Dimentica, Rosso Relativo. Non me lo so spiegare viene intonata al di sopra di una gru che fa volteggiare Ferro sulle teste del pubblico, mentre con E Raffaella è mia e Lo Stadio l’Olimpico balla a più non posso. È certamente un artista completo quello che a fine serata afferma a malincuore che “è arrivato il momento più brutto”, quello in cui bisogna salutare il pubblico. Fino al prossimo concerto.