Tolkien

Storia di un mito

John Ronald Reuel Tolkien, celeberrimo autore de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli (e del Silmarillion e altri, meno noti ai più) prima della Terra di Mezzo. Questa la sintesi del film diretto dal regista finlandese Dome Karukoski a lui intitolato: Tolkien. Un film dal budget modesto, soprattutto se paragonato a quello dei film di Peter Jackson, ma coraggioso e appassionato, con forse qualche licenza poetica di troppo ma con il pregio di dipingere a chiari tratti uno stralcio di vita del Mito, mostrandone il lato privato e le sue intime connessioni con il mondo da lui creato.

Il film di Karukoski è un salto nel passato, quello di Tolkien ma anche quello dei nostri nonni e bisnonni; riviviamo infatti con lui gli anni precedenti la prima guerra mondiale, ma anche gli orrori della stessa e le sue conseguenze. Vediamo lo scrittore bambino rimanere orfano ed essere affidato a un sacerdote cattolico, sotto la cui guida iniziò gli studi dimostrando ben presto capacità linguistiche notevoli; lo ritroviamo negli anni della formazione presso la King Edward’s School di Birmingham insieme ai compagni Geoffrey Bache Smith, Robert Gilson e Christopher Wiseman, con cui fonda una società segreta – la Tea Club in Barovian Society – dedita all’arte e alla scrittura; lo vediamo conoscere Edith, sua futura moglie. Ma soprattutto vediamo il nascere e l’evolversi dei suoi mondi fantastici, mentre Karukoski ci mostra, con l’aiuto di visioni soprannaturali, come gli avvenimenti della sua vita abbiano nutrito la sua opera; ecco allora Arwen incarnarsi nella sua Edith, ecco Sauron ergersi dal fango delle trincee mentre nelle fiamme della battaglia sembra di essere a Mordor.

Eccolo, il fil rouge di questo film, il colpo di genio che lo rende un biopic affascinante nonostante i suoi limiti: Karukoski, mostrandoci la ‘prima vita’ di Tolkien, ci indica dove la sua idea di un gruppo di eroi impavidi partiti per distruggere il Male, quella che sarà la Compagnia dell’anello, nasce e prende forma. Nel Tolkien di Karukoski, ben interpretato dall’enigmatico Nicholas Hoult, troviamo tutto il suo candore, la sua intelligenza, il suo senso della lealtà, dell’amicizia e dell’amore, che saranno l’anima dei suoi romanzi; e nello sguardo blu di Hoult ritroviamo, sotto una superficie apparentemente immobile, tutto il mondo immaginario di J.R.R. Tolkien: la Terra di Mezzo, gli orchi, gli stregoni, gli elfi, i nani, gli uomini, ma soprattutto quelle creature speciali che tanto gli somigliano: gli Hobbit. Piccoli uomini della Contea, amanti della tranquillità rurale e del focolare domestico, ma pronti a partire per un’avventura straordinaria se se ne presenta l’occasione; ecco allora che Tolkien è Frodo che parte per la guerra con i suoi Sam, Merry e Pipino (gli amici Rob, Geoffrey e Christopher), ma soprattutto Tolkien è Bilbo al suo ritorno nella Contea, intento a fumare la sua pipa nella calda intimità della sua casa.

Michela Aloisi

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